Mi era capitato di scrivere tempo fa, in una sorta di recensione del bellissimo film di Inarritu, di come in realtà fosse una “leggenda urbana” il fatto che “fosse stato provato” (come qualcuno asseriva e continua ad asserire) che gli uomini perdano 21 grammi al momento della morte.
21 grammi che rappresenterebbero il peso dell’anima che abbandona il corpo.
http://www.civiltalaica.it/web/index.php?option=com_content&task=view&id=22&Itemid=114
Quivi affermavo che nessuno aveva mai pubblicato studi che consistevano nell’immobilizzare persone in fin di vita al piatto di una bilancia ultraprecisa di grande portata.
Tuttavia debbo ricredermi, in rete si trovano le tracce di uno studio in tal senso.
Quello che è importante, ed è bene precisarlo fin da adesso, è che tale studio non smentisce assolutamente le mie affermazioni contenute nel primo articolo, anzi le conferma e copre ancor più di ridicolo l’affermazione “è stato accertato che l’anima pesa 21 grammi”.
Lo studio in questione risale al 1907, è stato fatto da un certo Dr. Duncan McDougall ed è stato pubblicato dalla rivista American Medicine sempre nel 1907.
Il Dr. McDougall avrebbe (condizionale d’obbligo) sperimentato la sua tesi con sei pazienti in fin di vita da lui scelti in base ad una malattia che li tenesse abbastanza tranquilli nel momento del trapasso, questi pazienti sono stati da lui posizionati su un letto collegato ad un sistema di misurazione del peso con scala ad once (sistema di misurazione del peso da lui stesso inventato e costruito).
Ora di questi sei poveri cristi trapassati mentre il Dr. McDougall misurava il loro peso, stando a quanto ci dice lo stesso autore dello “studio scientifico”, ben cinque:
– o non hanno manifestato perdita di peso,
– o hanno manifestato una perdita di peso “a tappe” (a volte addirittura seguita da un recupero del peso perso),
– o l’autore dello “studio scientifico” non aveva fatto in tempo a misurare il peso prima del trapasso.
Uno (leggasi 1) soltanto ha manifestato una perdita di peso, non reversibile, al momento della morte di ¾ di oncia (più o meno, e sottolineo il più o meno, i famosi 21 grammi).
L’esimio Dr. McDougall stabilì che quello fosse il peso dell’anima umana. Sua controprova il fatto che soppesando il trapasso di ben quindici cani (che notoriamente secondo i dogmi cattolici non hanno anima) non riscontrò perdita di peso alcuna.
Fonti: http://www.abc.net.au/science/k2/moments/s1105956.htm
http://www.snopes.com/religion/soulweight.asp
http://rationallyspeaking.blogspot.com/2007/03/does-soul-weigh-21-grams.html
Se approfondite le fonti citate potete vedere che c’è qualcuno che ha anche proposto spiegazioni alternative alla presunta perdita di peso al momento dalla morte (riscaldamento del sangue, cessazione della sudorazione, perdita di aria) ma sinceramente, io non credo che ci sia affatto bisogno di perdere tempo a trovare spiegazioni alternative ad un fenomeno che di fatto non esiste.
Come dicevo nel mio primo articolo uno studio corretto fatto per poter affermare che l’uomo perde 21 grammi nel momento della morte dovrebbe:
1) avere soppesato un numero statisticamente valido di persone (diciamo almeno un centinaio);
2) essersi assicurati che i trapassati in questione siano rimasti perfettamente immobili nel momento del trapasso (e come farlo? Li paralizziamo chimicamente? Li paralizziamo meccanicamente spezzandogli la colonna vertebrale?);
3) aver completamente isolato la stanza e assicurato che ci siano temperatura ed umidità costanti;
4) avere a disposizione una bilancia analitica capace di pesare 100 Kg con un errore minore dello 0,02% (errore comunemente raggiunto da bilance di laboratorio con portata massima di 0,1 Kg).
È abbastanza facile notare che i punti 2,3 e 4 difficilmente potevano essere rispettati nel 1907 (il 2 è tutt’ora difficile da rispettare se non si vuol essere crudeli con i pazienti!).
Ma ammettiamo, per assurdo, che, per una fortuita coincidenza, questi fossero stati rispettati… ciò che lo studio di McDougall ci dice è che l’uomo NON perde 21 grammi al momento della morte.
Infatti ben cinque dei suoi sei pazienti NON hanno perso 21 grammi di peso!
Il Dr. McDougall estrapola la sua conclusione dall’unica prova che gli è risultata positiva, quindi non solo contro il buon senso statistico che vorrebbe almeno un centinaio di casi positivi, ma anche contro il suo stesso studio che gli dice che la grande maggioranza dei suoi pazienti NON ha perso 21 grammi al momento della morte.
Questi sono i fatti, chiunque può trarre le proprie conclusioni.
Quello che lascia sgomenti è poi la controprova effettuata con quindici poveri cani. Di questi certamente ben pochi erano “in fin di vita” e per di più con una malattia “che li lasciasse tranquilli al momento del trapasso”… è ovvio che McDougall ha avvelenato questi cani per provare le sue strampalate teorie (quando si dice sperimentazione crudele sugli animali!) e soprattutto per confermare il dogma che gli animali sono privi di anima!
Ma i cattolici animalisti che ne pensano di questo studio?
E immagino già l’obiezione di qualche cattolico (non certo animalista) che vorrà obiettare: allora come mai quindici cani non hanno perso peso e un uomo su sei si?
Come detto ci sono già proposte di spiegazioni nelle fonti citate (i cani non hanno la sudorazione come gli uomini ad esempio), ma a mio avviso non si deve perdere tempo con queste assurdità.
Non siamo in presenza di uno studio scientifico, siamo in presenza di una scempiaggine, ovvero un esperimento non replicato, non verificato, non esaminato con occhio critico.
Chi può dire che sia vero ciò che ha asserito il Dr. McDougall? Spero che a qualcuno non venga voglia di uccidere un centinaio di cani per dimostrare i suoi pseudo studi!!!
Semplicemente di ciò che ha fatto McDougall non vale neanche la pena di parlarne; tutto sommato per i sostenitori del fatto che l’anima pesa 21 grammi sarebbe stato meglio che la cosa fosse rimasta al rango di leggenda urbana.
Alessandro Chiometti