Finalmente qualcuno lancia l’allarme, tra cinque anni in Italia (o Vaticalia che dir si voglia) non si potrà più abortire (negli ospedali pubblici). Lo fa la Laiga (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della 194) tra la consueta indifferenza della politica italiana
L’associazione non fa che constatare il successo del vergognoso boicottaggio che le associazioni integraliste cattoliche hanno fomentato fin dal giorno dopo la loro sconfitta referendaria del 1981.
I fatti non lasciano spazio a dubbi, nel nostro paese i medici (o i paramedici o gli anestesisti) non obbiettori di coscienza verso la 194 sono una specie in via di estinzione molto più rara dei Panda. Semplicemente quindi, negli Ospedali Pubblici non si potrà abortire perché non ci sarà più nessuno che garantisce il servizio di IVG.
Il problema è a monte, e sta tutto nel fraintendimento della definizione di“obiettore di coscienza”; questa pratica è quanto mai legittima e rispettabile quando si parla di costrizioni legislative obbligatorie verso la propria etica, ma non lo è quando si parla di boicottaggio di servizi pubblici per cui liberamente si è scelto di lavorare.
Non dimentichiamo inoltre che il vero OdC paga sempre sulla sua pelle la sua scelta a differenza di questi boicottatori che la fanno pagare agli altri (gli utenti del servizio sanitario pubblico).
Per fare degli esempi concreti esaminiamo i diversi casi.
Alcuni fanno obiezione di coscienza nel pagamento della quota delle tasse che lo stato destina al sostentamento dell’esercito. Le conseguenze a questo sono economiche, con il susseguente pignoramento di beni mobili ed immobili.
Gli obiettori al servizio di leva obbligatoria (oggi fortunatamente abolita) scontano la loro scelta con l’interdizione verso tutti i mestieri che comportano l’uso di armi (poliziotto, vigile urbano, polizia forestale etc.); in poche parole non si può dirsi contrari all’uso delle armi quando si parla di servizio militare e poi fare il concorso per entrare in Polizia.
Prendiamo ora invece il caso dell’OdC alla legge 194 e stendiamo fin d’ora un velo pietoso sulla totale assenza di verifiche su quanti sono obiettori nel servizio pubblico ma abortisti nella clinica privata. Il presunto OdC in oggetto cosa sconta nel fare obiezione? Niente, anzi, semmai evita del lavoro che scarica sugli altri colleghi.
Ma il fatto è che nessuno ha obbligato questi presunti OdC (in realtà boicottatori, come detto) a fare i medici o, tanto meno, i ginecologi; è stata una loro liberissima scelta. Questa non è Obiezione di Coscienza, è anarchia etica.
Facciamo degli esempi di cosa succederebbe se ogni “scelta etica” legittimasse il boicottaggio di leggi e servizi pubblici.
Tanto per restare in ambito medico domani gli integralisti religiosi potrebbero costringerci ad essere operati senza anestesia o a rifiutare gli antidolorifici “perché il dolore avvicina a Dio” come diceva Santa Teresa di Calcutta.
Il poliziotto o il carabiniere potrebbe cominciare a scegliere quali reati perseguire e quali no in base alla sua etica personale, ad esempio un poliziotto antiproibizionista potrebbe decidere autonomamente di non arrestare gli spacciatori.
Un bibliotecario anticlericale potrebbe decidere di rifiutare di dare in prestito gli autori cattolici a lui sgraditi.
Il farmacista potrebbe rifiutare di vendere anticoncezionali ai ragazzi… ops… scusate, mi dicono che questo già accade!
Insomma tornando all’aborto, se l’istituzione dell’Obiezione di Coscienza aveva un senso quando fu fatta la legge perché cambiava le regole in corso per chi esercitava la professione medica, oggi il senso non ce l’ha più perché chi sceglie di fare il medico sa benissimo che l’aborto è legale e deve essere garantito dal servizio pubblico.
Le soluzioni ovviamente ci sono, quello che manca è la volontà politica di toccare le potentissime lobby cattoliche e chi ci rimette, come sempre, sono le donne italiane, cittadine di uno stato incapace di garantire ciò che le sue stesse leggi prevedono.
Tra cinque anni, se le cose non cambieranno, si tornerà alle mammane e alla migrazione in Francia, grazie anche (anzi, soprattutto) ai “moderati” politici che per non turbare i loro rapporti interni del partito, o per paura di perdere qualche voto, si guardano bene dall’affrontare tematiche laiche.
Alessandro Chiometti