ll 23 del mese scorso, alla sala Laura dell’officina sociale “La Siviera” di Terni si è svolta la presentazione del libro di Walter Peruzzi Il Cattolicesimo Reale. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Civiltà Laica e dal locale circolo Uaar si colloca, a detta del presidente dell’Uaar di Terni Eraldo Giulianelli “nel solco di una precisa scelta operativa: informare i cittadini sui problemi relativi alla laicità delle istituzioni, smascherare l’aggressività delle religioni, in particolare di quella cattolica e la loro ingerenza nefasta sulle persone”.
L’autore del volume, presente in sala, ha precisato subito che il titolo del libro fa il verso al “socialismo reale”, volendo anche in questo caso sottolineare le differenze tra “quello che il cattolicesimo è realmente e quello che dice di essere”. Il testo fa parlare direttamente la dottrina cattolica attraverso documenti, testi della Bibbia, bolle papali, encicliche, scritti dei dottori della Chiesa e la sterminata bibliografia che correda il tutto è prova più che convincente di quanto accurata e paziente sia stata la redazione del volume. Peruzzi ha affermato di volersi occupare della Chiesa cattolica perché questa “a differenza di altre forme cristiane è un pericolo per la nostra libertà, come le espressioni di certo fondamentalismo islamico e in parte dell’ortodossia ebraica in Israele” e la sua argomentazione è incalzante. La tesi principale sostenuta nel volume è che “il cattolicesimo non è quello che dice di essere, poiché ad essere contraria all’umanità non è solo la Chiesa come istituzione, ma l’intera dottrina. La vocazione teocratica con cui la Chiesa rivendica il diritto di definire le leggi la troviamo già nel concilio di Nicea, quando appena dodici anni dopo l’editto di Costantino e la proclamazione della libertà di culto per i cristiani, il Cristianesimo si impone come religione dell’Impero e condanna Ario decretando che i suoi libri vengano bruciati. Lì nasce il cattolicesimo: un’autorità costituita teorizzata dalla dottrina che impone la propria morale al resto della società e che, per farlo deve necessariamente costruire un’intrinseca alleanza col potere, di cui il concordato fascista non è che un esempio”. “Il Cattolicesimo – continua l’autore – si fonda sull’infallibilità della Chiesa, la cui dottrina è costellata da salti contraddittori che non vengono mai riconosciuti, poiché se lo fossero verrebbe meno il principio di infallibilità della Chiesa, fondamento dell’intero cattolicesimo. Ma tra Urbano II che esorta ad uccidere in nome di Dio e Benedetto XVI che promette che Dio punirà chi uccide in suo nome, mi pare che dovremmo almeno parlare di infallibilità contraddittoria”. Difficile non essere d’accordo.
Marco Vulcano – Micropolis