Q

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«Ieri ho domandato a un pargolo di cinque anni chi fosse Gesù. Sapete cosa ha risposto? Una statua». “Q” è un romanzo storico solidissimo ambientato fra il 1517  e il 1555, prende in esame attraverso le vite di due personaggi inventati (ma sono gli unici del romanzo a non essere realmente esistiti) i movimenti “anabattisti” che consideravano Lutero un traditore delle rivolte da lui ispirate. Da Thomas Munzter e il massacro dei suoi contadini a Frankhausen, passando per la rivolta di Munster guidata da Jan Matthys e Jan Bockelson, fino alla fine della comunità Loista di Anversa, il protagonista (senza nome), membro attivo di tutte le rivolte anabattiste, si sfida a distanza con Q, spia del cardinal Carafa infiltrato nei pericolosi movimenti rivoluzionari.

Il ritmo mozzafiato del romanzo, che alterna il racconto del protagonista alle lettere che Q manda come resoconto al cardinale di cui è servo obbediente, ci fa apprezzare tutta l’ostinazione necessaria per continuare a partecipare a battaglie perse forse fin dal principio, ma a cui si deve partecipare comunque perché quel grido “omnia sunt communia” non può e non deve essere ignorato.

Stretti fra l’Inquisizione cattolica da un lato e il traditore Martin Lutero schierato con i principi tedeschi dall’altro, gli anabattisti non possono non attirare tutta la simpatia del lettore. Simpatia che però svanisce quando gli autori non esitano a mettere in luce come questi abbiano degenerato appena giunti, anche se per breve tempo, al potere. La follia del governo anabattista di Munster viene presentata come la vera causa del fallimento del sogno di un mondo più giusto.

La sfida finale fra Q e il protagonista del libro avviene in Italia, a Venezia, terra di finta tolleranza che in pochissimo tempo riesce a passare sotto il controllo dell’inquisizione del potentissimo cardinal Carafa; cardinale spietato e potente che coronerà il suo successo sull’ala tollerante della Chiesa cattolica con la sua elezione a papa.

“Q” è l’opera che ha lanciato il gruppo di scrittori conosciuti poi con il nome di Wu Ming; edito nel 1999, anno in cui con le guerriglie di Seattle il movimento No Global si lanciava sulla scena mondiale, movimento di cui i Wu Ming erano parte attiva. Si ricorda infatti il loro impegno nel convincere la gente a recarsi a Genova a protestare contro il G8 nel luglio del 2001.

Ripensando ai tragici eventi di quei giorni non si può fare a meno di considerare Genova una moderna Frankhausen: da una parte schiere di gente che chiedono un mondo migliore, più equo e più umano, dall’altra invincibili truppe corazzate che ricordano a bastonate quale sia la corretta interpretazione dei vangeli.

Se il romanzo abbia portato jella al movimento non è affare di chi è razionalista, ma al di là di questo va comunque ricordata l’onestà intellettuale degli autori che consentono la riproduzione, parziale o totale, di tutte le loro opere per fini non commerciali, tutte scaricabili dal loro sito.
Come a ricordare che le uniche battaglie perse sono quelle non combattute…

J. Mnemonic

22 Novembre 2011   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , ,