Lo tsunami di Beppe Grillo ha colto di sorpresa tutti, o quasi. In realtà qualche grillino che pronosticava il M5s primo partito c’era e gli chiediamo sinceramente scusa se l’abbiamo trattato con troppa superficialità.
Cominciamo da alcuni dati per capire le elezioni 2013: il fatto che Silvio Berlusconi abbia compiuto rimonte miracolose è solo l’ennesima balla che lui e il suo staff cercano di rifilare ai loro seguaci (fortunatamente sempre meno). Il sedicente Popolo della Libertà infatti perde rispetto al 2008 sei milioni e trecentomila voti passando dal 37,4 al 21,6 percento, il suo alleato più importante, lo xenofobo movimento della Lega Nord, perde oltre la metà del suo elettorato passando dall’8,3 al 4,1 percento e in termini di elettori passa da tre milioni a meno di un milione e mezzo. In totale la coalizione di centrodestra che si è presentata alle urne con nove simboli diversi perde oltre sette milioni di elettori passando dal 46,8 del 2008 al 29,1 di oggi.
La performance di Silvio Berlusconi in questi cinque anni di governo si può quindi definire disastrosa sotto ogni punto di vista.
Passando ai suoi oppositori anche il PD perde (caso rarissimo di un partito che perde consensi stando all’opposizione di un governo disastroso), passando dagli oltre 12 milioni di voti raccolti nel 2008 agli 8,6 milioni di oggi che corrispondono a una percentuale del 25,4 percento (contro il 33,2 del 2008) non sufficiente neanche ad essere il primo partito del paese. La colpa di questa debacle è tutta del suo segretario Pierluigi Bersani che ha fatto una campagna elettorale ridicola aprendo a Monti a dieci giorni dal voto e poco dopo a Grillo. Qualcuno glie l’ha detto che in campagna elettorale si mostrano i muscoli e non le debolezze?
La vittoria di coalizione alla camera grazie alla sostanziale tenuta del suo scomodo alleato a sinistra, Sel di Nichi Vendola, consente al centrosinistra di essere incensato come coloro che dovranno tentare a formare un governo, di coalizione ovviamente visto che grazie al porcellum di Calderoli il senato è per l’ennesima volta ingovernabile.
Se per Monti si può parlare di delusione per il magro risultato raggiunto la lista di Ingroia segna probabilmente la definitiva scomparsa della sinistra radicale nel nostro paese: partiti tardi, organizzati male e senza un vero impegno dei partiti che facevano parte della lista il movimento del magistrato antimafia scompare anche nelle roccaforti dell’Idv e della Federazione della sinistra.
L’unico vincitore delle elezioni, lo sanno tutti, è Beppe Grillo che diventa primo partito alla camera (anche se il premio di maggioranza va alla coalizione di centrosinistra) e conquista anche 54 senatori che saranno decisivi per formare un governo. Mentre tutti gridavano all’antipolitica Grillo (con tutte le critiche che gli abbiamo mosso e continueremo a muovergli) è l’unico che in questa campagna elettorale ha fatto politica. A volte con proposte concrete (dimezzamento del numero di parlamentari, reddito minimo garantito, no a grandi opere inutili e costose), a volte con balle clamorose (come il referendum sulla permanenza nell’Euro che costituzionalmente non si può fare). Ora, premesso che questo parlamento eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica a cui facciamo fin da ora i migliori auguri, la palla politicamente parlando è nelle mani delle lucide menti del Partito Democratico. Cosa faranno? Tireranno a campare accordandosi con Monti e Berlusconi per un governo di emergenza nazionale e proseguiranno nella finta austherity che massacra gli italiani e lascia intatti i privilegi o (miracolo!) faranno quello che non hanno mai fatto in venti anni e si accorderanno con la forza innovativa rappresentata da Beppe Grillo dando al paese quei cambiamenti minimi per ripristinare una democrazia sostanziale? Conflitto d’interessi, legge antitrust, dimezzamento del numero dei parlamentari, legge elettorale, modifica dell’insostenibile bicameralismo sono solo alcuni dei punti che un alleanza Bersani-Grillo potrebbe fare non curandosi degli strilli di Silvio e dei suoi lacchè. Avrà il genio politico di Bettola il coraggio per fare questo? Ne dubitiamo e siamo pronti a vedere l’ennesimo inciucio con Berlusconi e se poi Grillo prenderà il 51 percento di voti alla prossima tornata elettorale tutti sapremo perché.
Per chi si è lasciato sconfortare dai risultati o è preoccupato per la presenza di così tanti grillini in parlamento diciamo: mantenete la calma, dopo i ministri leghisti difficile che venga di peggio.
Alessandro Chiometti