Qualcuno parla degli oneri di urbanizzazione secondaria!

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stufara_185C’è voluto un po’… ma l’indagine condotta da Massimiliano Bardani e pubblicata sul numero 13 (settembre 2010) di Civiltà Laica qualche risultato l’ha prodotto.

Dopo due anni e mezzo il consigliere regionale Damiano Stufara (Federazione della Sinistra/Prc) individua finalmente nella riduzione o l’eliminazione totale della quota degli oneri di urbanizzazione secondaria concessi agli enti religiosi una risorsa economica per intervenire in favore degli asili e delle scuole comunali che sono in una situazione sempre più disperata.

La situazione sugli oneri di urbanizzazione secondaria è fumosa, in quanto trattasi di proventi derivanti dalla c.d. legge Bucalossi che regola l’edilizia urbana.

In sostanza questi proventi derivanti da nuove costruzioni o da cambi d’uso di locali o da multe perpetrate dall’amministrazione locale vanno a rimpinguare le casse comunali che hanno la facoltà di decidere come spendere questi fondi per migliorare la città.

Ovviamente anche finanziando il restauro di chiese e oratori. E qui casca l’asino, come si suol dire. Bardani sulla nostra rivista aveva preso in esame le delibere comunali che andavano dal 2001 al 2009 aveva scoperto che quasi novecentomila euro in quegli anni avevano preso la via della diocesi.

Trattasi di scelta politica, in quanto, come stabilito da recenti sentenze del Tar non c’è nessun obbligo a scegliere proprio il restauro di chiese e oratori (peraltro finanziati ampiamente dallo stato con l’otto per mille) e non altro come scuole e asili pubblici.

Tuttavia è opportuno notare che prima di queste sentenze del Tar la Regione Umbria aveva ben pensato di indicare un minimo dell’8% del totale di questi oneri da destinare all’edilizia religiosa.

Quota che a qualche comune accecato dai fumi rossi dell’amministrazione comunista non è andata giù. Terni ad esempio, noto baluardo rosso dell’Umbria meridionale ha ben pensato di innalzare la quota spettante alla diocesi dall’8 al 15 % “per evidenti ragioni di equità” come dichiarato nella deliberazione della giunta comunale del 10/1/1990 n. 78.

In buona sostanza oggi sappiamo che i novecentomila euro contati da Massimiliano Bardani non sono frutto di estemporanee delibere clericali ma da un accordo preciso e verbalizzato con delibera che va avanti dal 1990 (con effetto retroattivo fino al 1986) a oggi.

Intendiamoci, non c’è niente di illegale in tutto questo, trattasi, lo ripetiamo, di scelte politiche. È evidente che a noi le “evidenti ragioni di equità” sfuggono visto che la Chiesa Cattolica è proprietaria di un quinto dell’intero patrimonio immobiliare italiano, percepisce oltre un miliardo di euro annui di otto per mille e ha un costo totale annuo per lo Stato italiano di oltre 6 miliardi di euro.

Ci sembra evidente che la situazione disperata della scuola pubblica in cui le famiglie degli alunni a volte sono costretti ad autotassarsi per ripristinare situazioni di “normalità”, o la perenne mancanza di locali da affidare ad associazioni meritevoli dove svolgere la loro attività, o la situazione di impianti sportivi comunali come la zona di Cardeto, siano carenze molto più gravi.

Ma si sa, noi siamo gli anticlericali cattivi…

 

 

Alessandro Chiometti

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