Se il pessimismo era ottimista

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A mente fredda torniamo sulle triste vicende che hanno portato alla bocciatura di Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica con la rielezione di Giorgio Napolitano e la conseguente formazione del governo Letta. Non siamo mai stati teneri con il Presidente nuovamente in carica, ma neanche nei momenti più bui della recente politica italiana con la ripresentazione di figure già bocciate dalla storia (prima che da questo parlamento) come Marini e Prodi avremmo potuto pensare che accettasse la sua rielezione che egli stesso aveva definito “ai limiti del ridicolo”.

democrazia-italia_530X0_90È evidente a tutti, per come è maturata questa rielezione, che quei limiti sono stati ben oltrepassati e non abbiamo più parole per descrivere la situazione della presunta democrazia in Italia. Tragedia? Farsa grottesca? Teatro dell’assurdo? Ogni categoria è superata dalla realtà degli italici fatti.

Noi che siamo sempre stati pessimisti avevamo ipotizzato l’ascesa di D’Alema al colle, eravamo in realtà ottimisti perché comunque anche il baffino più famoso della scena politica con tutte le sue ambiguità e il suo doppiogiochismo avrebbe rappresentato una prova di forza da parte di un’area del Pd su tutte le altre.

Tornare a Napolitano, per di più facendoselo imporre da Silvio Berlusconi, significa certificare la propria inettitudine politica, consegnare di nuovo l’Italia al berlusconismo, rifiutare tutte le istanze di cambiamento che le elezioni avevano pure espresso in maniera chiara ed evidente.

Così tanta idiozia politica non ce l’aspettavamo, noi che eravamo pessimisti.

Il Pd mette per iscritto, una volta per tutte, di essere il Pdlmenoelle (per inciso questa è la scrittura algebricamente corretta e non Pdmenoelle come ormai dilaga in rete e sulla stampa) e di conseguenza di aver preso in giro gli italiani per venti anni millantando voti “utili” conto Berlusconi quando hanno esattamente gli stessi programmi.

Il governo Letta appena nato non nasce certo sotto i migliori auspici per l’Italia, non tanto per i nomi dei ministri scelti su cui ci sarebbe da aprire un discorso a parte, ma per essere il figlio legittimo dell’inciucio, ovvero un pasticcio nel quale si mescolano i due più grandi partiti del paese che si sono reciprocamente insultati e accusati per anni e oggi convolano a nozze dopo un anno di convivenza sotto Mario Monti.

Alfano vicepremier è la testimonianza che questa volta il governo non è solo tecnico ma politico, ma a destra per lo meno possono cantare vittoria perché non sono stati certo loro a spostarsi su posizioni progressiste dalle quali partiva il Pd, ma l’esatto contrario.

La cosa più sconfortante resta comunque l’ascolto delle “motivazioni” per cui Stefano Rodotà non era un candidato possibile, per il Pd, alla Presidenza della Repubblica. Dopo quel fatidico 20 Aprile non abbiamo sentito una spiegazione plausibile sul “perché no” se non quella miserrima che era un candidato proposto da Beppe Grillo.

Giustificazione che non solo è ridicola (se un candidato è degno non si deve certo guardare chi l’ha proposto) ma svela ciò che è il segreto di pulcinella, ovvero il Pd con i grillini non ci avrebbe mai governato neanche se questi gli avessero dato la fiducia in parlamento.

Forse i grillini hanno sbagliato il loro atteggiamento iniziale nello chiudere troppo presto le porte a qualsiasi soluzione politica ma oggi sappiamo che il risultato sarebbe stato identico perché nelle lucide menti che governano il Pd c’era sempre stato un solo intento, l’accordo con Berlusconi.

Quanto pagherà questo accordo in termini di consenso popolare lo vedremo molto presto alle prossime elezioni amministrative che per un anno scalderanno la politica italiana, quanto al governo Letta le previsioni dicono che non durerà molto.

A nostro avviso forse non durerà molto Letta, ma il governo dell’inciucio continuerà per cinque anni e poi vedremo se le elezioni saranno un lusso che potremo ancora permetterci; del resto come diceva Charles Bukowski: “ La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.”

 

Alessandro Chiometti

2 Maggio 2013   |   articoli, attualità   |   Tags: , , , ,