Le province settentrionali sono da sempre state dei territori ‘difficili’ da amministrare per la Santa Romana Chiesa. Infatti, già nell’ormai lontano ‘500 i Paesi Bassi erano in prima fila fra coloro che protestavano contro le usanze e soprattutto gli abusi ampiamente diffusi nella Chiesa Cattolica.
Mettevano – già allora, è cambiato qualcosa nel frattempo? – alla gogna la ricchezza inappropriata della gerarchia ecclesiastica; il loro stile di vita da vera e propria Corte Reale; i loro rapporti promiscui e carnali con cortigiane e prostitute varie; i loro lucri con la pratica dell’Indulgenza, con la quale scambiavano volentieri sconti secolari su pene purgatoriali contro fiorini e ducati decisamente terrestri !
Nei Paesi Bassi fu fondata una nuova Chiesa, quella Protestante, che avrebbe dovuto essere più giusta, più vicina alle predicazioni di povertà e di castità, fatte da quello strano profeta marginale Josua il Nazareno, di cui loro volevano essere seguaci fedeli.
Ma la Santa Romana Chiesa la vedeva diversamente e con l’appoggio di Re Filippo II, cattolico fanatico e fondamentalista, nonchè del Duca d’Alva tentò di restaurare il suo potere nelle Province Basse Unite.
L’operazione militare fu invece un disastro e finì con la frammentazione del Paese grande, ricco e prospero che erano i Paesi Bassi Uniti, intellettualmente e culturalmente all’avanguardia in Europa, in tre staterelli minuscoli: appunto gli attuali Belgio, Olanda e Lussemburgo.
La parte meridionale dei Paesi Bassi subì una recessione senza precedenti, sia economico, culturale che intellettuale, in quanto i banchieri (ebrei), gli artisti, gli scienziati, gli intellettuali, … insomma tutti coloro che si potevano salvare, fugivano dalle città di Gand, Anversa, Malines e Bruxelles verso il Nord libero.
Fu un bel disastro ed esso era causato e portato a termine da … appunto : la Santa Romana Chiesa !!!
Anche nel XX° secolo i Paesi Bassi sono rimasti fedeli alla loro riputazione di un territorio ‘difficile’ per la Santa Sede, dimostrandosi un bastione della teologia della liberazione, nella figura del teologo fiammingo E. Schillebeeckx; o portando avvanti presso l’Università Cattolica di Lovanio delle ricerche mediche-scientifiche nel campo della fecondazione assistita, malgrado le critiche e le pressioni romane.
Oggigiorno invece la ribellione dei Paesi Bassi contro la Chiesa Cattolica sembra arrivare da famosi scienziati nel campo della neurobiologia, dell’etologia e della psicologia evolutiva.
Fra di loro troviamo il famoso etologo olandese prof. Frans de Waal, cattedratico alla Emory University di Atlanta e direttore della Yerkes National Primate Research Center (Atlanta, USA); il prof. Dick Swaab, emerito all’ Università di Amsterdam e ricercatore di fama mondiale presso l’Istituto Nederlandese per Neuroscienze; il dott. Steven Laureys, capo ricercatore presso il Coma Science Group dell’Università di Liegi e candidato premio Nobel.
Le loro ricerche hanno capovolto e frantumato, l’uno dopo l’altro, gli ultimi specchi a cui credenti, cattolici e religiosi di ogni genere finora hanno pensato di potersi ancora arrampicare. Invano però !
Appunto: colpi bassi dai Paesi Bassi !
Un primo specchio su cui credenti e religiosi si vogliono ancora arrampicare è l’idea dell’esclusività umana del possesso dell’autocoscienza. E’ un cavallo di battaglia noto delle religioni abramitiche e per loro necessario per poter pretendere che l’Uomo sarebbe ‘di conseguenza’ l’unica specie con un’ Anima eterna, datagli ovviamente – per loro – da il loro Dio (o Jahweh o Allah o come altro ancora lo volessero chiamare.
E invece no, molti esperimenti hanno ripetutamente dimostrato che certi mammiferi (ma non solo!) sociali superano la cosiddetta ‘prova dello specchio’. In quella prova viene applicata agli animali – a loro insaputa – una macchia di vernice sulla fronte; gli animali in seguito arrivati davanti allo specchio cominciano a ripulirsi la propria fronte, non quella dell’animale nello specchio. Ciò dimostra che sono autocoscienti ! Fra coloro che superano questa prova d’autocoscienza ci sono i delfini, gli elefanti, i bonobo e gli scimpanzé, mentre gli umani invece non la superano prima dell’età di 3 anni !
Una cornacchia è stata osservata ritornare in quel posto dove prima aveva sotterrata una ghianda, sotto gli sguardi di altre cornacchie, per riscavare la preziosa riserva alimentare e sotterrarla di nuovo in un altro posto segreto, ora che l’uccello era solo e non veniva spiato dagli altri. Questo evento dimostra che la cornacchia è capace di immedesimarsi nel pensiero di un’ altra cornacchia, quindi di sentire empatia. Cioè la cornacchia dimostra di avere un sentimento per il quale il possesso dell’autocoscienza è una conditio sine qua non.
Parlando di empatia, Frans de Waal ha descritto il caso di un bonobo che alzava un pulcino da terra ed accarezzandolo lo rimetteva nel suo nido, dal quale era sfortunatamente caduto giù. Questa osservazione rivela che l’empatia in certe specie assume addiritura un carattere transpecifico !
Un altro specchio al quale si sono arrampicati finora credenti e religiosi sono gli cosiddetti ‘indizi’ dell’esistenza dell’ Aldilà e di una vita dopo la morte terrestre. Questi ‘indizi’ provengono spesso dalle esperienze raccontate da pazienti ritornati ad una vita cosciente dopo aver visuto per un certo periodo in uno stato di coma (‘near death experience’). Attenzione, non confondiamoci ! Questi pazienti non sono stati morti: un paziente in uno stato di coma continua a dimostrare una – sebbene ridotta – attività cerebrale, ma sono inattive in lui le reti cerebrali attribuite allo stato di coscienza. Da una vera e propria morte cerebrale completa invece non si è mai visto tornare in vita nessuno !
Allora, i pazienti che raccontano quelle famose ‘esperienze di quasi morte’ spesso dicono che si sono sentiti uscire dal proprio corpo, vedere la stanza e il loro corpo sdraiato da in sù, come se fossero ascesi fino al soffito. Altri raccontano che sono entrati in un lunghissimo traforo, all’uscita del quale splendeva una luce brillante. Durante il loro viaggio attraverso quel traforo hanno incontrato degli amici e dei parenti deceduti, oppure hanno visto come in un film veloce la loro intera vita. Raccontano che si sono sentiti in estrema pace e strafelici, senza voglia di tornare indietro (e certi si sono addirittura arrabbiati con i medici che hanno salvato loro la vita !).
Facile indovinare che per i credenti e religiosi di turno il descritto ‘sollevamento’ è prova della separazione dell’anima eterna dal corpo; che il viaggio attraverso il traforo e gli incontri con i deceduti sono prova del viaggio verso l’Aldilà; che la luce brillante all’uscita del traforo è prova dell’esistenza di Dio o Jahweh o Allah o del Paradiso (con o senza le 72 vergini per ogni uomo neo-arrivato, magari !).
Invece no !!! Tutte queste esperienze sono fenomeni puramente mentali dovuti ai danni provocati (fra l’altro per carenze di ossigeno) alle rispettive reti cerebrali del cervello moribondo.
Le stesse esperienze si possono d’altronde manifestare anche in altre circostanze estreme per il cervello che non è l’atto di morire. Certi ciclisti, per esempio, partecipanti ai vari Tour de France, di Spagna o d’Italia hanno raccontato di essersi sentiti abbandonare il proprio corpo e di aver visto se stessi pedalanti da una posizione alcuni metri in avanti. Un relatore nervoso dovendo parlare davanti ad un vasto pubblico durante una riunione per lui importantissima, ha descritto la stessa esperienza vissuta dopo aver preso un’ esagerata quantità di farmaci calmanti.
In laboratorio invece le esperienze di dislocazione dal proprio corpo si possono provocare stimolando elettricamente quella parte del cervello che si chiama il ‘gyrus angularis’.
La cosiddetta ‘uscita dal proprio corpo’ risulta dunque essere una mera illusione cerebrale, senza la minima traccia di un’ Anima eterna che abbandona il suo corpo per recarsi due metri in sù, a guardarlo dal soffitto o da sopra l’armadio !
Appunto, numerosi esperimenti intrapresi in America e in Europa, hanno voluto invitare l’Anima eterna di mostrare la sua esistenza. Ciò malgrado, nessun paziente fra coloro che hanno raccontato un’ esperienza di ‘sollevamento dell’anima dal corpo’ ha mai saputo individuare nessuno degli oggetti posizionati appositamente in alto ed invisibili dalla posizione bassa dove si trovava il suo corpo sdraiato!
Allo stesso modo il traforo con la luce brillante, l’incontro con le persone decedute, il film veloce della propria vita, il sentimento di estrema pace e di strafelicità, … l’uno dopo l’altro si sono dimostrati tutti fenomeni attribuibili solo al disfunzionamento di diverse parti del cervello ormai ben individuate (la corteccia visuale, l’ippocampo, ecc) oppure all’azione di certe sostanze chimiche (dopamina, oppiacei), che vengono prodotti e diffusi nel cervello quando quello è sottoposto all’angoscia o allo stress.
Ma il cavallo di battaglia per eccellenza, per le religioni varie, l’ultimissimo specchio davvero al quale arrampicarsi per giustificare la propria ragione di esistenza è senz’altro la questione della morale.
Dove arriveremmo, noi umani, senza la guida morale delle religioni, basata sulla sacra parola di Dio, Jahweh o Allah? La nostra pacifica, onesta e gioiosa convivenza, la nostra intera Società si trasformerebbe in pochissimo tempo in un inferno di furti e di omicidi, di rapine e di stupri, di violenze gratuite, in una giungla, insomma, dove regnerebbe la legge per eccellenza delle bestie feroci: quella del più forte e del più potente !
Invece no, e parlare degli animali in maniera come ho appena fatto è un vero insulto a loro, per niente meritato, molto diverso dalla realtà e soltanto testimonio della nostra ignoranza ed arroganza … umana !
Infatti, avete ancora presente il caso descritto qui sopra del bonobo che rimetteva il pulcino nel suo nido da dove quest’ultimo era sfortunatamente caduto giù ? Vi sembra un atto di bestialità feroce, degno soltanto ad un animale piuttosto che ad un cristiano o ad un musulmano ? Non solo con questo comportamento il bonobo ha dimostrato di sentire empatia, cioè la capacità di capire i bisogni del pulcino, immedesimandosi dunque di fatto nel pensiero di un altro essere vivente. Ha dimostrato anche altruismo, cioè la capacità di investire dalle proprie risorse – quantunque limitato l’investimento sia stato in questo caso – per favorire la sopravvivenza di un altro essere vivente.
Ora non credo che esista leader religioso – papa, parroco o imam che sia – che vorrà spiegare il comportamento altamente morale del bonobo attribuendogli il possesso di un’ Anima, eterna o meno che sia, che gli è stata data da Dio o da Allah.
Eppure, gli esempi nel regno animale di specie che sanno distinguere fra comportamenti buoni e cattivi sono numerosi. Frans de Waal ha condotto degli esperimenti che hanno rivelato la protesta in una colonia di Primati contro una premiazione disuguale dopo l’esecuzione di un compito collettivo in maniera uguale da tutti. In altri esperimenti ha dimostrato la preferenza dei Primati per assumere un comportamento prosociale nei confronti degli altri membri della colonia. Altre osservazioni riguardano il comportamento altruistico di delfini a sostegno di un compagno ferito o addirittura di un subacqueo umano rimasto in difficoltà.
Conclude il famoso studioso olandese che i principi cardinali della morale ce li abbiamo innati. Fanno parte del nostro patrimonio genetico e non ce li deve insegnare nessuno, religioni incluse. Sono comuni fra diverse specie di mammiferi sociali – primati e non – e ci sono stati trasmessi con il meccanismo della evoluzione darwiniana.
Con questa affermazione un figlio dei Paesi Bassi frantuma con un finale colpo basso l’ultimo specchio illusorio rimasto a credenti e religiosi vari.
Marc Simons