“Come spiegate il fatto che si sono trovate orme di uomini in Inghilterra risalenti a 800mila anni fa quando secondo la vulgata tradizionale dell’evoluzione gli homo sapiens sono nati in Africa solo 200mila anni fa?”
La domanda durante l’ultimo Darwin Day organizzato a Terni lascia un po’ perplesso il relatore Michele Bellone “non sono conoscenza di questo fatto, mi informerò e poi eventualmente le faremo sapere”, noi organizzatori però siamo un po’ più maliziosi, “Scusi dove l’ha trovata questa notizia?” “L’ha scritta pochi giorni fa Maurizio Blondet”, “ah ecco Maurizio Blondet… scusi se mi permetto ma non lo ritengo una fonte affidabile, ad ogni modo mi dia i riferimenti e le faremo sapere”.
Arrivati a casa e dopo una breve ricerca su internet ecco svelato l’arcano: l’articolo di Blondet rimanda alla rivista Plos One che ha pubblicato lo studio e dopo poche righe tutto risulta chiaro, trattasi di Homo Antecessor non di Homo Sapiens, ominide che abitava l’Europa intorno a un milione di anni fa.
Dunque nessuna “stranezza” sul fatto che ci siano sue impronte in Inghilterra databili 900mila anni fa, da dove nasce l’equivoco?
Non certo dall’articolo della rivista Plos One che è chiarissimo nel suo abstract (nonostante la traduzione sommaria di Google Translate le cose sembrano chiare): “Indagini a Happisburgh , Regno Unito , hanno rivelato la più antica conosciuta superficie hominin impronta di fuori dell’Africa compresa tra ca . 1 milione e 0780 mila anni fa. Il sito è stato da tempo riconosciuto per la conservazione dei sedimenti contenenti fauna e della flora Pleistocene inferiore , ma dal 2005 ha anche restituito manufatti di selce umanamente fatti , estendendo il record di occupazione umana del nord Europa da almeno 350 mila anni . I sedimenti costituiti da sabbie , ghiaie e limi laminati stabilite da un grande fiume nel tratto superiore del suo estuario . Nel maggio 2013 vaste aree dei sedimenti laminati sono stati esposti sulla battigia . Sulla superficie di una delle orizzonti limo stratificati una serie di incavi è stato rivelato in un’area di ca . 12 m2 . La superficie è stata registrata usando multi- immagine fotogrammetria che ha dimostrato che le cavità sono nettamente allungata e la caduta maggioranza all’interno della gamma di dimensioni minori per adulti piede hominin . In molti casi l’arco e anteriore / posteriore del piede possono essere identificati e in un caso l’impressione di dita può essere visto. Utilizzo di lunghezza del piede di statura rapporti , gli ominidi sono stimati essere stati tra ca . 0.93 e 1.73 m di altezza , suggestiva di un gruppo di età mista . L’orientamento delle stampe indica il movimento in direzione sud sul fango appartamenti lungo il bordo del fiume . I primi fossili umani del Pleistocene sono estremamente rari in Europa , senza evidenza dal Regno Unito . L’unica specie conosciute in Europa occidentale di età simile è Homo antecessor , i cui resti fossili sono stati trovati a Atapuerca , in Spagna. Le dimensioni del piede e la statura stimato degli ominidi di Happisburgh caduta all’interno della gamma derivata dalla evidenze fossili di Homo antecessor .
Ed è chiarissimo anche nelle sue conclusioni: “Happisburgh è la prima prova di impronte di ominidi di fuori dell’Africa , databile tra ca . 1 e 0,78 mio di dimensioni del corpo stimati che rientrano nella gamma delle prove di fossili di Homo antecessor . Le analisi suggeriscono un gruppo di almeno cinque adulti e giovani che camminano lungo le distese fangose di un grande fiume . La rarità di tali prove è eguagliata solo dalla sua fragilità in Happisburgh , dove una grave erosione costiera è entrambi i siti rivelatrici e rapidamente distruggendo che sono di importanza internazionale . La successione pre -glaciale intorno Happisburgh ha ora rivelato diverse località archeologiche di Pleistocene inferiore e l’inizio dell’età Pleistocene medio con evidenza di manufatti in selce , ossa e impronte cut- marcati . È importante sottolineare che i siti sono associati con un ricco registrazione ambientale della flora e della fauna che consentono ricostruzioni dettagliate degli habitat umani e il potenziale per la conservazione di manufatti organici . Continuando l’erosione delle coste rivelerà ulteriori esposizioni della HHF e nuovi siti che promettono di trasformare la nostra comprensione dei primi occupazione umana latitudini settentrionali”.
Come si può facilmente leggere non c’è nessuna “messa in discussione” della “vulgata tradizionale” o del fatto che Homo Sapiens sia comparso in Africa intorno a 200mila anni fa. Quindi ripetiamo la domanda da dove può nascere l’equivoco che ha tratto in inganno i simpatici partecipanti al Darwin Day di Terni 2014?
Ovviamente da come Maurizio Blondet riporta a suo modo la notizia; leggiamo alcuni passaggi: “Di fatto, la scoperta smentisce, o almeno getta in dubbio, la teoria dominante: che l’uomo è nato in Africa da qualche scimmia bipede, ipoteticamente l’australopiteco”, ma quando mai? L’articolo di Plos One non dice mai un’assurdità del genere, che Homo Antecessor abitasse l’Europa 1 milione di anni fa era cosa nota. Forse Blondet non ha capito che si parla di Homo Antecessor e non Homo Sapiens? Sembra di si a leggere il seguente passaggio:
“Solo che l’Homo Sapiens – secondo la teoria dominante, – appare pienamente tale solo 200 mila anni fa (in Etiopia), dunque 700-800 mila anni dopo i foraggiatori del Tamigi. E mostra di avere un mondo interiore solo da 42 mila anni, quando incide le prime pitture rupestri e le prime sepolture. No, decisamente, quel gruppo di adulti e ragazzini lungo il Tamigi di un milione di anni fa, non possono, non «devono» essere uomini. Sono troppo «precoci» per mostrarsi in Inghilterra con i comportamenti di cercatori di molluschi in riva a un fiume.”
Ma poi ecco la smoking gun: “Sicché gli scienziati britannici hanno dovuto pensare ad un altro uomo «precoce», così precoce da essere imbarazzante per la teoria dominante, tanto che l’hanno nominato: Homo Antecessor, ossia l’uomo che-precede. Ritrovato in Spagna nella leggendaria Cueva de Lo Huesos, impressionante foiba preistorica dove furo gettati i corpi di giovani ventenni sacrificati con un colpo di clava alla nuca e in parte divorati in un rito cannibalico, una «religione» durata centinaia di migliaia di anni, l’Antecessor è contemporaneo, anzi più antico, di ominidi primitivi di cui – secondo l’evoluzionismo – doveva essere il successore: esistette 900 mila anni fa, forse anche 1,2 milioni di anni orsono. Non era un Ergaster, un Erectus, un Heidelbergensis; aveva troppi aspetti da uomo moderno. Soprattutto: la faccia prognata, quasi ancora un muso, delle suddette specie, ma la faccia verticale , propria di un essere che esprime sul volto i sentimenti, e denti delicati. Un dentista li prenderebbe per quelli di uno dei suoi pazienti.”
No Maurizio Blondet ha capito benissimo che si tratta di Antecessor e non di Sapiens solo che per ragioni che a noi appaiono più che evidenti e che speriamo lo siano anche per i suoi simpatici lettori che sono venuti dal Darwin Day di sabato scorso, mescola le carte in tavola parlando prima di “impronte umane” e di “gruppo di uomini” dopo di che, en passant, parla di H. Antecessor dicendo che non è credibile la sua collocazione negli antenati dell’Homo Sapiens per ragioni che ovviamente sono chiare soltanto a lui. E stendiamo un velo pietoso sulla fantasiosa ricostruzione delle foibe iberiche di Homo Antecessor, roba che neanche se avesse trovato la macchina del tempo di H. G. Wells avrebbe potuto descrivere particolari di un milione di anni fa con questa chiarezza.
Apprendiamo quindi che la classificazione scientifica di Homo Antecessor e la sua collocazione nel cespuglio evolutivo della specie Homo per Maurizio Blondet non è credibile, è evidente che lui preferisce credere in altro, ce ne faremo una ragione. Noi poveri mortali (Homo Sapiens) continueremo a fidarci della comunità scientifica che conta un pochino di più di giornalisti o pseudotali in cerca di facili sensazionalismi e notorietà.
Alessandro Chiometti