Gli immemori

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Le tre religioni monoteiste ci ripropongono, ancora oggi, la mostruosa contraddizione interna che le contraddistingue: “ Tu non ucciderai” grida la Bibbia ebraica sulla pietra incisa da Dio con il suo dito ( Esodo XXXI, 18), subito seguita dal Salvatore cristiano che invita ad amare e perdonare il proprio nemico e , a ruota, dal profeta islamico che in ben 3 ( tre) versetti del Corano esorta alla tolleranza ed al rispetto verso il diversamente credente. inquisition-wheel
In questi giorni il mondo cristiano-occidentale sobbalza ed inorridisce di fronte alla barbarie dei nuovi mostri islamici che sgozzano le loro vittime in nome di una purezza di fede richiamandosi ai ben 250 ( duecentocinquanta ) versetti dello stesso libro sacro che prevedono la morte violenta per i miscredenti. Ma ecco che i cosiddetti “islamici moderati” manifestano la loro contrarietà e gli imam di diversi paesi emettono “fatwe” contro l’ IS ed i loro combattenti sostenendo che “ L’Islam vieta di uccidere gli innocenti, vieta la schiavitù, vieta le conversioni forzate”. Eppure gli uni e gli altri si richiamano allo stesso libro sacro, che, guarda caso, dà ragione a entrambe le versioni perché esso stesso si contraddice palesemente e sfacciatamente. Del resto il versetto che comanda di non uccidere gli innocenti impone di uccidere i colpevoli: e non sono forse peccatori coloro che non seguono i dettami del profeta? Ed oggi papa Francesco non si risparmia nel predicare al mondo che non si può uccidere in nome di una religione, che le varie fedi comandano l’amore e che nessun Dio ha mai ordinato la morte di nessuno, ignorando nella maniera più ipocrita quel che è avvenuto negli ultimi venti secoli di storia, anche e soprattutto grazie alla sua religione.
Non è forse vero che, già nella Bibbia degli ebrei e dei cristiani, lo stesso Dio che ordina di non uccidere si mostra poi autore diretto dei delitti più orrendi, autorizza le stragi più efferate ed elenca dettagliatamente a Mosè, nei primi cinque libri ( Pentateuco) , ben cinquanta casi in cui si deve lapidare o bruciare un peccatore? E che dire dei seguaci della religione dell’amore? I cristiani dei primi tre secoli della loro storia, quando erano minoranza in un mondo politeista, predicavano la non violenza e la tolleranza soprattutto perché li riguardava direttamente, ma appena giunti al potere con Costantino si sono affrettati a distruggere ogni traccia di politeismo usando ogni violenza possibile, compresa la morte per i peccatori. I dottori ed i padri della Chiesa non hanno lesinato messaggi di morte. Tanto per citarne alcuni : San Girolamo ( V sec.) in una lettera del 410 si scagliava contro Vigilanzio, il quale aveva osato criticare il culto delle reliquie, invitando il vescovo a “consegnarlo alla morte della carne”; S.Agostino, nello scritto “ Contro Fausto Manicheo”, invitava ad imitare l’Apostolo che “ non per crudeltà ma per amore consegnò tanti uomini alla morte affinché imparassero a non bestemmiare”. Papa Leone 1° Magno ( V° sec.), santo e dottore della Chiesa, teorizzava il dovere dell’imperatore ad uccidere senza pietà i nemici della Chiesa ( Epistola 5, 13, 177). San Tommaso d’Aquino, il massimo teologo della Chiesa , non esitava a scrivere: “ Per quanto riguarda gli eretici essi si sono resi colpevoli di un peccato che non solo giustifica che siano espulsi dalla Chiesa ma anche che vengano allontanati da questo mondo con la morte. Gli eretici non solo debbono essere cacciati dalla comunità ecclesiale ma anche a buon diritto giustiziati!” ( Summa Theologica II a e q. XI, a 3), dando giustificazione teologica agli orrori dell’Inquisizione nei secoli successivi. Come non ricordare il papa Pio V, santo, il quale da cardinale si era già distinto per aver fatto sgozzare 6.000 valdesi di Calabria e che in una lettera al re di Spagna Filippo II, nel 1570, così dettava: “ Riconciliarsi mai, non mai pietà: sterminate che si sottomette e sterminate chi resiste, perseguitate ad oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue purché sia vendicato il Signore”. Egli era stato preceduto da altri papi che avevano teorizzato il diritto di uccidere i non credenti. Tanto per citarne alcuni: Gregorio I° ( Epistola a Gianuario, 599), Bonifacio V° ( Lettera a Edwin, VII sec.),Innocenzo III ( crociata contro i catari, sec XIII), Gregorio IX ( Decretali, XIII sec.), Concilio Lateranense IV ( 3° costituzione: degli eretici), Clemente IV ( bolla “ Ad extirpanda” del 1265), Clemente V che nel 1312 con la bolla “Vox in excelso” fece torturare e poi bruciare vivi 570 templari, Innocenzo VIII che nel 1484 con la bolla “ Summis desiderante affectibus” lanciò la caccia alle streghe che causò la morte di almeno 500.000 povere donne. Possiamo dimenticare l’avallo e la compartecipazione papale al genocidio delle popolazioni amerinde durante la grande impresa criminale dei conquistadores spagnoli? E per tornare ai tempi nostri, come non ricordare l’appoggio incondizionato della Chiesa ai peggiori criminali del secolo trascorso, i vari Salazar, Franco, Mussolini, Hitler, Ante Pavelic e compagnia bella?
Non posso, a questo punto, non citare il filosofo Michel Onfray che nel suo “ Trattato di ateologia” invita noi laici e atei a diffidare di coloro che vogliono mettere sullo stesso piano dei diritti e della accettazione sia le religioni sia il pensiero laico: si tratterebbe di un’operazione di relativismo che suggerirebbe di accettare la legittimità sia del pensiero religioso sia del pensiero ateo. Niente affatto. Non possiamo e non dobbiamo più permettere di essere messi, noi non credenti, sullo stesso piano delle religioni che, mostruosamente e pervicacemente, hanno offeso per secoli la dignità e l’esistenza degli esseri umani. Ribelliamoci a questa idea, non accettiamo che col pretesto della laicità tutti i discorsi si equivalgono: rivendichiamo la nostra superiorità morale ed etica, non tolleriamo che il mito, la menzogna eletta a sistema, la favola equiparata a parola di un dio siano sullo stesso piano della realtà e della verità. Non dimentichiamo mai che finché le persone umilieranno la propria dignità di esseri forniti dalla natura di intelligenza e raziocinio e si degraderanno a livello di pecore, troveranno sempre pronti gli opportunisti, i profittatori, i parassiti di turno che rivendicheranno per sé stessi il rango di pastori.

Eraldo Giulianelli

28 Settembre 2014   |   articoli, storia   |   Tags: , ,