Ricordo ancora, dopo tanti anni, il sospiro di sollievo che mi scappava tutte le volte che , interrogato dal professore del liceo, questi terminava l’impari incontro con la frase risolutiva: “ Giulianelli, la sufficienza te la dò ma stiracchiata, appena appena meritata: giusto per non umiliarti con un cinque, ti dò sei, meno, meno” il che per me era , ovviamente, il massimo per ottenere tranquillità e riuscire a tirare avanti.
L’episodio mi ritorna in mente considerando l’evoluzione della dottrina cattolica a proposito delle pene eterne. Siamo stati tutti allevati nella certezza che , dopo morti, ci aspetteranno , rispettivamente, Paradiso, Purgatorio, Inferno e infine il Limbo per coloro che sono morti senza battesimo o che , senza loro colpa, non hanno conosciuto il messaggio di salvezza cristiana ( stiamo parlando di miliardi di persone).
Ma forse non tutti sanno che la dottrina recente della Chiesa Cattolica sta demolendo ad uno ad uno questi capisaldi della fede. Tanto per cominciare, il Limbo non esiste più, cancellato : lo afferma papa Ratzinger che il 21 aprile 2007 approva i lavori della Commissione Teologica Internazionale concludendo: “ Serie basi teologiche e liturgiche fanno sperare che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica”. E questa giravolta teologica avviene dopo che per secoli il Limbo era rimasto certezza granitica: un fior di teologo, della fama di S.Agostino , ce lo confermava in uno scritto del 412 in cui così si esprimeva: “ I bambini che muoiono senza battesimo si troveranno nella condanna: chi infatti tra i cristiani può sopportare l’idea che si conceda a qualcuno la possibilità della salvezza eterna senza rinascere nel Cristo? Mai è stata detta, mai si dice, mai si dirà una tale sciocchezza nella Chiesa di Cristo”. Certezza confermata, due secoli dopo, da papa Gregorio Magno che così dettava: “ Dio condanna anche coloro le cui anime si sono macchiate anche solo del peccato originale: perfino i bambini che non hanno mai peccato di loro volontà dovranno andare incontro ai tormenti eterni”. Condanna ribadita dal massimo teologo della Chiesa, San Tommaso, che nel Supplemento alla Summa Theologica così affermava: “ Per il peccato originale è previsto il Limbo dei bambini morti senza battesimo”, e rincarava la dose papa Eugenio IV che, nel 1439, nella bolla “ Laetentur caeli” così stabiliva: “ Le anime di coloro che muoiono con il solo peccato originale scendono immediatamente all’inferno per essere punite con pene diverse”. Tale sorte fu infine ufficialmente confermata dal Concilio di Trento nel giugno 1546 e, ai giorni nostri, ribadita da papa Pio X che, nel 1912, si domandava e si rispondeva: “ I bambini morti senza battesimo dove vanno? Vanno al Limbo perché, avendo il solo peccato originale, non meritano né il Paradiso né l’Inferno né il Purgatorio”. Ma, sparito il Limbo, voi penserete: rimangono comunque Paradiso, Inferno e Purgatorio. Errore, o meglio, contrordine, cari fedeli: che questo mondo ultraterreno sia solo un immaginario destino inventato dai preti per fare cassa ( pensate solo a quanto denaro ha fruttato il commercio delle indulgenze per le anime del Purgatorio) ce lo confermano ora addirittura due papi del calibro di Karol Wojtyla e di Ratzinger. Il primo , nel corso di un ciclo di catechesi pubbliche, descriveva Paradiso, Inferno e Purgatorio come “ Semplici stati dell’anima legati o meno alla comunione con Dio e non vanno considerati come luoghi fisici secondo le nostre concezioni”. Otto anni dopo, il 12 gennaio 2011, in una udienza pubblica , a sua volta il papa tedesco ribadiva lo stesso concetto. “ Il Purgatorio non è un luogo fisico dove, dopo la morte, poter purificare l’anima tra fiamme fuoco e tormenti. E’, invece, uno spazio interiore, senza tempo, e senza dimensioni, un momento di ricerca e di intima penitenza da cui partire per incontrare la misericordia di Dio”. E pensare che i necrologi riportano ancora espressioni del tipo: “ Ha raggiunto il Cielo” “ E’ tornato alla casa del Signore” “ E’ volato tra gli angeli al cospetto di Dio”: bisognerà pure che qualcuno informi quei poveri giornalisti. E il divino poeta, Dante, allora? Tutta quella immensa fatica per descrivere nei dettagli le pene appropriate, secondo la legge del “contrappasso”, per punire le varie colpe ed ecco che si ritrova con un pugno di mosche: chi glie lo dice? E la nostra fatica di studenti per stare dietro alle sue cantiche? E il povero Benigni che l’Inferno se l’è imparato a memoria e lo sciorina dettagliandolo minutamente nel corso dei suoi spettacoli?
Io la vedo così: immagino il giorno del giudizio universale. Ci ritroviamo tutti, miliardi e miliardi di persone resuscitate e con i corpi rifatti nuovi, nuovi, nella valle di Josafath dove, stando alla Bibbia, aspettiamo che il Padreterno compaia sulle nuvole e ci giudichi, uno per uno. Stiamo un po’ strettini, in verità, il pigia pigia fa sudare, in fondo questa valle di pochi ettari fatica a contenere questi miliardi di individui. Ed ecco che il Dio si presenta e. misericordiosamente, come il mio professore di liceo, annuncia, tra tuoni e fulmini: “ Siete un branco di coglioni, banditi, assassini, ladri e ladre, puttane e puttanieri, corrotti e corruttori….non meritate proprio la sufficienza. Ma nella mia infinita bontà non vi boccerò con un quattro o un cinque in condotta: vi promuovo tutti con il minimo appena, appena risicato: a tutti voi un sei, meno, meno.”
Eraldo Giulianelli