La nostrana ipocrisia identitaria

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Proprio poche settimane fa osservavamo che l’Isis (ed il revanscismo pan-islamista di cui è portatore) tra i vari record che può annoverare c’è quello di aver creato un fronte comune occidentalista.download
Non a caso si osservava che mentre l’estrema destra occidentale (che, lo vogliamo ricordare, è stata autrice meno di 4 anni fa di un’azione perpetrata da un certo Breivik del tutto simile, se non peggiore, all’attentato di mercoledì scorso) ribadiva la sua dichiarazione di guerra aperta a qualsiasi forma di contaminazione islamista, i curdi anarco-libertari di Kobane combattevano (e combattono ancora) la loro battaglia in difesa della propria città assediata dalle milizie jiahdiste legate a filo quadruplo agli attentatori di Charlie Hedbo.

Ora siamo tutti (giustamente) con le matite alzate ed in qualità di estensore di questa nota posso assicurare che non mi interessa assolutamente se e quanto le vittime “se la siano cercata”; perchè se deve valere quest’ottica, allora acquista automaticamente valore anche l’ottica complementare per cui le numerosissime anime che hanno popolato l’affollatissimo “cielo di allah” durante gli ultimi 12 anni a causa delle bombe occidentali piovute sul medio oriente se la siano cercata per il semplice fatto di essere musulmani e di pensarla in maniera diversa dal sottoscritto.
Se vale l’ottica “se la sono cercata” si giustifica automaticamente la prepotenza di chiunque è pronto ad esercitare il proprio diritto arbitrario di imporre ad altri la propria religione: si sa che quello ti spara (cosa alquanto illegale), ma siccome la cosa è nota allora la colpa è tua che non hai tenuto conto della sua possibile reazione (illegale e criminosa) e allora per difendere i nostri diritti per “par condicio” dovremmo sparare anche noi al primo che è diverso e che non la pensa come noi (così la prossima volta ci pensa due volte a fare il fanatico ?
Può essere plausibile una simile visione ?
Per qualcuno (per la destra di qualsiasi estrazione etnica) forse sì.
Ma per chi fa riferimento allo stato di diritto, per chi fa riferimento ai diritti fondamentali sanciti dalla Dichiarazione Universale, non può valere il discorso “se la sono cercata”, perchè lo stato di diritto stabilisce regole chiare e precise (anche se purtroppo dimenticate o ignorate) di comportamento tra esseri umani.

Lo stato di diritto stabilisce il dovere di ciascuno a difendere le libertà ed i diritti fondamentali di tutti, anche e soprattutto di chi è diverso da lui: se io vivo in uno stato di diritto ho il dovere di difendere il diritto di un musulmano a credere nella sua religione e di fare in modo che non venga discriminato ed ho contemporaneamente il dovere di fargli notare che lui non ha alcun diritto di imporla agli altri né di perseguitare gli altri se non la seguono anche se ha il diritto di affermare che le religioni diverse dalla sua o l’ateismo dicono stupidaggini, così come io ho il diritto di dire che la sua religione ed il suo corano dicono stupidaggini.
Ho il dovere di fargli notare che, se lui ha deciso di vivere in uno stato di diritto, ha gli stessi suddetti doveri nei miei confronti e che se non gradisce le vignette di una rivista, ha il diritto di non comprarla e magari anche di prenderla in giro, ma non può fare altro.
Per lo “stato di diritto” i diritti del singolo vengono prima di qualsiasi “sentimento collettivo” (art. 30 della Dichiarazione Universale).

Ora vediamo cosa fa l’identitarismo occidentale (moderato e/o estremista che sia) di stampo decisamente destrorso: invoca i diritti fondamentali quando gli fa comodo (soprattutto quando si tratta di dare la parola al papa che in qualità di capo di stato del vaticano non riconosce i diritti umani), ieri oggi e domani sta insieme a noi laicisti con le matite alzate (perchè hanno aggredito la libertà di parola occidentale), il 13 dicembre 2011 emulando Breivik sparava a due senegalesi a Firenze mentre qualche anno addietro criticava Madonna per l’uso che faceva del crocifisso sul proprio stage durante i concerti, nel 2010 preparava il ricorso contro la decisione della Corte Europea circa l’esposizione dei crocifissi a scuola (purtroppo per vincerla) mentre da un’altra parte solleva questioni sul velo (anche e soprattutto nella vita privata delle persone che non debbono svolgere compitio istituzionali).

Cosa sarebbe accaduto se Charlie Hedbo avesse criticato i crocifissi ?

Avremmo avuto Gasparri e Alfano con le matite alzate ? … vorrei esserci per vederli, perchè a memoria non ricordo reazioni similari all’epoca dell’attentato di Breivik.

Francesco Saverio Paoletti

9 Gennaio 2015   |   articoli, attualità   |   Tags: , , ,