Carnevalone Liberato 2.0

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IMG_0162_NEWSi parla tanto di tradizioni, di radici e di rispettare la cultura popolare, ma come al solito solo quando questa fa comodo.

Il Carnevalone Liberato di Poggio Mirteto che si svolge(va) la prima domenica di Quaresima per commemorare l’autoliberazione della città Sabina dallo Stato Pontificio risale all’incirca al 1870 con le prime feste in piazza in cui, sembra, correvano i cavalli in piazza.

Dopo la parentesi fascista e la sua ovvia censura (ovvia dopo che Mussolini aveva tradito il suo ateismo e anticlericalismo per governare meglio l’Italia con l’aiuto della “solita” Chiesa Cattolica, vedi concordato del 1929) la festa è tornata in auge e da quaranta anni a questa parte i ragazzi dell’arci di Poggio Mirteto hanno sempre organizzato una splendida festa mascherata che si concludeva con il rogo simbolico di “bammocci” di cartapesta in piazza.

Questa festa chiamava ogni anno dalle dieci alle ventimila persone assicurando anche lauti introiti ai bar e ai ristoranti della piccola (seimila abitanti) città, e al di là dei prevedibili piccoli inconvenienti dovuti a chi aveva bevuto troppo (niente di paragonabile a quello che avviene ogni sabato sera davanti alle discoteche della riviera o della capitale tanto per intenderci)  per quello che abbiamo potuto vedere di persone non succedeva niente di particolarmente “sopra le righe”.

I ragazzi di Poggio sono cresciuti, hanno avuti figli che hanno portato avanti la tradizione insieme a loro. Ma adesso si sono stancati. Si sono stancati perché non è possibile lottare contro i loro concittadini 364 giorni l’anno per poi vederli guadagnare della stessa festa di cui hanno sparlato alle loro spalle. non è possibile vedersi sequestrare lo stand gastronomico due ore prima che inizi la festa perché “il vino non è rintracciabile” nonostante da anni usino bottiglie di plastica nuove e sigillate per distribuirlo. Non è possibile che chi arrivi alla festa debba superare cinque posti di blocco e subire perquisizioni personali che neanche per entrare in zona di guerra si subiscono.

Lo diciamo chiaramente se le stesse “misure precauzionali” che si usano per il Carnevalone di Poggio Mirteto fossero estese a tutte le feste non esisterebbero più feste ne’ concerti in piazza in questo paese. Ma forse questo è quello che si vuole.

Quest’anno la festa è stata ridotta a occasione di incontri culturali a cui noi di Civiltà Laica abbiamo partecipato con piacere, i ragazzi di Poggio chiedono un segno alle istituzioni e vedersi riconosciuta il valore di una festa storica. Ma si sa, le tradizioni e le radici vanno bene solo se sono cattoliche, comode e politically correct.

Alessandro Chiometti

(nella foto il “bammoccetto” 2016)

 

16 Febbraio 2016   |   articoli, come è andata?   |   Tags: , , ,