Lo confessiamo, siamo caduti dalla sedia quando abbiamo visto le prime parole dell’articolo di Marco Politi sul suo blog.
Dopo due anni che le associazioni cattoliche integraliste terrorizzano gli italiani con bufale colossali sui neonati strappati dal grembo delle madri, sull’Oms che vorrebbe insegnare l’uso dei preservativi ai bambini di quattro ani, sulla lobby gay che andrà in giro a rapire bambini alle mamme saltellando e cantando sulle note di Raffella Carrà; il Politi se ne esce placido e lindo con “Serve una discussione laica e pacata sull’utero in affitto”. Accidempolina e perdindirindina, non saremo noi a non cogliere la ghiotta occasione.
Allora caro Marco Politi, iniziamo con il dire che la discussione “laica e pacata” è già messa in dubbio dal titolo del suo articolo che dice testualmente “Utero in affitto e adozione contestata. Gli italiani sono stupidi?” e nel suo testo dice che no, non sono stupidi perché sono contrari a queste pratiche. Va da se quindi che secondo lei gli italiani a favore di queste pratiche sono viceversa stupidi. Come introduzione per una discussione laica e pacata non c’è male. Ad ogni modo non ci spaventiamo, dai vari esponenti del “movimento pro-vita” e dagli improvvisati portavoce della Manif Pour Tous abbiamo sentito ben di peggio.
Allora tanto per mettere i puntini sulle “i”, caro Politi, gli italiani forse non saranno stupidi ma di certo, sono i dati a parlare, sono la popolazione occidentale che legge di meno e che si informa di meno. Se questo non fosse chiaro dai dati sull’acquisto di libri e quotidiani a parlare chiaramente è il dato dello Human Development Report del 2009 in cui l’Italia risulta essere il paese con il grado di Analfabetismo Funzionale più alto del mondo (47percento, il secondo è il Messico con il 43, gli altri paesi vanno da un massimo del 22 fino a un minimo del 6 percento). Quindi, stando ai dati di fatto, di certo il popolo italico è quello più facilmente manovrabile e influenzabile con campagne terroristiche come quelle messe in atto dalle associazioni catto-integraliste in questi ultimi anni.
Detto questo e premesso che: (1) a differenza di quanto afferma nel suo articolo tutti i giuristi che non siano dichiaratamente appartenenti alle suddette organizzazioni integraliste concordano nel dire che non c’è nessun pericolo di legalizzazione dell’utero in affitto in Italia con il ddl Cirinnà (altrimenti sarebbe già stato cassato da varie commissioni), (2) la c.d. Stepchild Adoption è una garanzia per i bambini che non devono essere rimessi al buon senso di un giudice che in assenza di una legge specifica (perché il giudice può decidere tranquillamente l’affido per il bambino di una coppia non sposata orfano del genitore biologico; eccezioni dovute al buon senso dei giudici non cambiano la realtà); veniamo alla discussione laica e pacata sull’utero in affitto.
Dunque caro Politi vediamo perché uno Stato laico, che governa etsi deus non daretur, come insegnava il buon Grozio, dovrebbe intervenire in un accordo tra Laura Rossi (nome a caso), persona maggiorenne in grado di intendere e di volere e senza limitazioni legali di alcun tipo, e Raffaela Bianchi (secondo nome a caso), anch’essa maggiorenne in grado di intendere e di volere e senza limitazioni legali, in cui la prima chiede (per motivi che possono essere molteplici) alla seconda di ospitare l’embrione ottenuto dall’unione del suo ovulo con quello del proprio compagno/marito.
I motivi laici, e sottolineo laici, potrebbero essere solo due. Il primo è che la persona che si presta alla maternità surrogata risulti, ad una verifica, non libera. Ovvero che lo faccia dietro minacce, per plagio, o per effettivo rapporto di sudditanza con la persona che glie lo chiede.
Questo motivo può essere verificato e quindi inserite una serie di eccezioni per i casi che si presentano sotto questa forma.
Il secondo motivo è che lo stato vieti magari un compenso economico per chi si presta alla maternità surrogata. Di questo se ne può ovviamente parlare, anche se, glie lo confessiamo, ci viene da ridere che questo dia scandalo in un mondo in cui l’uno percento della popolazione più ricca detiene tanti soldi quanto la metà più povera. E soprattutto in un paese in cui nessuno si indigna del fatto che l’amministratore delegato di una grande azienda prenda uno stipendio pari a quello di mille (o forse più) operai. Perché lo Stato non dovrebbe intervenire anche lì, allora?
Ecco, di altri motivi laici, a noi non ce ne soggiungono caro Marco Politi. Se ce li vuol indicare lei senza ricorrere a motivazioni religiose noi siamo pronti a discuterne.
Pacatamente e laicamente, come dice lei.
Alessandro Chiometti