Lasciamo perdere per una volta le facile battute del tipo che anche Don Cantini usava lo stesso slogan.
Lasciamo perdere che tutti noi laici sappiamo che dei bambini a questi tizi non glie n’è mai fregato niente se non come scusa per imporre i propri dogmi medievali. E lo diciamo a ragion veduta, perché a coloro che interessano i bambini si preoccupano di fargli avere informazioni corrette sulla loro sessualità e non fesserie che gli causeranno traumi nella pubertà. Coloro a cui stanno a cuore veramente i bambini si preoccuperebbero di far emanare severe leggi antibullismo invece di boicottarle. Oppure, ancora più semplicemente, se ti interessa qualcosa dei bambini fai sentire la tua protesta quando viene distrutta la scuola pubblica non quando tolgono il crocifisso o vogliono inserire l’educazione sessuale.
Veniamo al dunque.
L’altro giorno la “Grand Chambre” di Strasburgo, ovvero l’equivalente dell’appello alle decisioni della Corte Europea dei Dirtti Umani ha ribaltato la sentenza su un caso di maternità surrogata. confermando la persistente schizofrenia del sistema CEDU.
Il caso in esame riguardava una coppia italiana sterile che, tanto per usare il meschino vocabolario di quelli che #iostoconibambini, aveva comprato un bambino in Russia.
Il tribunale italiano glie lo aveva quindi tolto non sussistendo legame biologico con i genitori e affidato a un’altra famiglia.
La Corte Europea aveva dato ragione alla coppia che aveva “comprato” il bambino, affermando che la giustizia italiana aveva violato l’art. 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo (diritto alla vita privata e familiare, per inciso lo stesso articolo a cui quelli che #iostoconibambini si appellano quando pretendono che la scuola non deve occuparsi dell’educazione sessuale), la Grand Chambre invece da ragione al tribunale italiano che dicono “avrebbe agito nell’interesse superiore del bambino” e “posto un freno alla pratica della surrogancy”.
Ora lungi da noi da far capire l’ipocrisia di sostenere che se adotti un figlio pagando decine di migliaia di euro (fatturabili e non) alle varie associazioni benefiche che gestiscono de facto il business dell’adozione va tutto bene, mentre se vai in Russia e fai la pratica (peraltro legale in quel paese ) della maternità surrogata no. Per qualche strano e contorto meccanismo mentale nel primo caso si tratta di “comprare” un bimbo e quindi di “mercificare” il corpo della donna. Nel secondo caso si tratta di fare del bene adottandolo rimpinguando le casse di funzionari corrotti che gestiscono i famigerati orfanotrofi dell’est. Per non parlare dei recenti scandali nostrani riportati dai giornali.
Insomma cosa ha stabilito in buona sostanza la Grand Chambre? Che è lo Stato e il in particolare il giudice del tribunale a stabilire cosa è “interesse superiore del bambino”. E che sempre il tribunale ha il diritto di condannare moralmente anche chi non commette reato (il reato si commette quando si viola una legge di un dato paese, nessuno può essere condannato per aver comprato droga in un coffe shop di Amsterdam, quindi nessuno può essere condannato per aver usufruito della maternità surrogata in Russia) allontanando anche la prole se questo giudice reputa che non può crescere sana (il figlio era a tutti gli effetti della prima coppia stando alla legge russa).
Ovviamente in questo caso il giudice era “facilitato” dal fatto che non ci fosse legame genetico fra la coppia rientrante in Italia e il neonato, tuttavia mentre quelli che #iostoconibambini scrivono commenti entusiasti ci piacerebbe ragionare (non con loro perché è impossibile) su quali possano essere le conseguenze di questa sentenza.
Non troppo tempo fa, un giudice mise “nero su bianco” che un ragazzo non cresceva bene con la madre perché si era iscritto ai giovani comunisti, formazione estremista e quindi segno di disagio. Dopo la sentenza della Grande Chambre si aprono inquietanti prospettive, chissà chi saranno i prossimi ritenuti indegni dai giudici?