In un momento come questo, in cui le donne si trovano a non poter ricorrere alle procedure di Interruzione Volontaria di Gravidanza in sicurezza (perché molti ospedali hanno sospeso, ridotto e trasferito il servizio) ci troviamo a fare i conti con l’ennesimo ripugnante atto di sciacallaggio ad opera delle sedicenti organizzazioni pro life.
Mentre le organizzazioni femministe, i/le ginecologi/e, la politica e singoli/e si mobilitano per sollecitare Governo e Regioni affinché venga agevolata la procedura di aborto farmacologico (prendendo magari nota del fatto che in Francia è stato autorizzato l’aborto farmacologico attraverso la telemedicina), i nostri sostenitori del diritto di proprietà dei corpi altrui (per l’appunto i sedicenti pro life) allestiscono il loro pietoso teatrino dal sapore medievale attraverso il lancio di una petizione indirizzata al Ministero della Salute, in cui chiedono di VIETARE l’aborto negli ospedali, essendo da loro considerato una pratica non indispensabile che oltre a causare ulteriori morti, ci fa “sprecare” presidi che servono altrove.
Non sentiremo la mancanza di chi, a ben 42 anni di distanza dall’approvazione della Legge 194/78, nell’anno 2020 continua a definire un aborto come omicidio. Se proprio non volete provare ad utilizzare la rete per farvi una cultura di medio livello, non possiamo di certo essere noi ad insistere.
Non sentiremo la mancanza di chi definisce le donne che abortiscono come assassine, sopprimendo ogni considerazione del principio di autodeterminazione. Non sentiamo la mancanza di chiunque pensi di aprire una frase con “non sono contraria/o all’aborto ma…”
Ci aspettiamo ferme prese di posizione, al di là degli schieramenti, a difesa di una legge dello Stato.
Il Consiglio Direttivo dell’Ass. Cult. Civiltà Laica