Anche questa Pasqua è passata. Abbiamo avuto modo di leggere qualche articolo sulle origini di questa festa. Abbiamo letto di riti ebraici e cristiani, ma lasciate che vi diciamo la verità: gli autori non sono andati abbastanza indietro.
Come la maggior parte delle nostre feste, anche la Pasqua è legata al ciclo solare e alle stagioni: quello che è pervenuto sino a noi è soltanto uno dei moltissimi modi per festeggiare la Primavera. Quando infatti noi festeggiamo la resurrezione di Cristo, in realtà festeggiamo la rinascita dei campi e della natura che, dopo un lungo e arido inverno, inizia un nuovo ciclo vitale. Di questi riti abbiamo ancora indizi sia nella cultura popolare che di massa. Ma andiamo con ordine: di quale festa pagana si è appropriato il Cristianesimo stavolta?
MISTERI ELEUSINI E ALTRI RITUALI NEL MONDO
Se restiamo “in casa”, non serve andare troppo lontano: nell’antica Roma, infatti, si celebravano i Misteri Eleusini, culto ereditato dall’antica Grecia. I Misteri Eleusini sono probabilmente il più famoso culto religioso pagano dal rito segreto di tutta la civiltà greca. Sono legati al mito di Persefone: si narra che la dea, figlia della dea della fertilità Demetra, fosse stata rapita da Ade, il re degli Inferi. Demetra fece di tutto per recuperare sua figlia, tanto che chiese alla regina di Eleusi di innalzarle un tempio, dove si rifugiò. Da lì provocò un’aridità tale che tutta la Terra ne fu colpita. Zeus tentò di far ragionare Demetra e farla tornare sull’Olimpo, ma invano: la dea non si sarebbe mossa dal tempio (né avrebbe fatto tornare la vegetazione sulla Terra) finché sua figlia non fosse tornata dall’Ade. Così, Zeus consentì a Persefone di passare sei mesi con la madre e sei mesi con lo sposo. Ogni volta che Persefone torna sulla Terra e ride, Demetra fa rifiorire la natura.
Si dice che il rito misterico di Eleusi, che trova origine nel 1600 a.C., avesse a che fare con delle visioni dall’aldilà, per questo erano coinvolte anche sostanze psichedeliche; è stato anche ipotizzato che fosse una prosecuzione di un rito minoico. Anche il mito di Persefone è il mito di una resurrezione: c’è infatti una descensus ad Inferos, letteralmente (anche se per Inferos dobbiamo intendere, come i latini, semplicemente il regno dei morti e non il nostro inferno), una ricerca (Demetra che cerca la figlia perduta), e un’ascensione (il ritorno di Persefone nel mondo dei vivi, da cui nessuno può tornare). Nonostante i rituali fossero segreti, oggi noi sappiamo che gli iniziati erano convinti dell’esistenza di una vita dopo la morte. I Misteri Eleusini furono celebrati sino al 392 a. C., quando l’imperatore cristiano Teodosio li chiuse per decreto.
Ma andiamo ancora un po’ più indietro e un po’ più lontano: nello stesso periodo in cui noi festeggiamo la Pasqua, i Babilonesi festeggiavano e onoravano la resurrezione del dio Tammuz, riportato in vita dagli inferi da quella che in alcuni miti è sua moglie, in altri sua madre: Ishtar, la cui pronuncia è Easter.
Più a nord, invece, si celebrava la dea Ostara, dea della fertilità, che dava il nome al mese di aprile (Eostre-monath), associata spesso anche alla lepre, animale particolarmente prolifico. Tutti questi miti, quindi, hanno a che fare con l’equinozio di Primavera. Non vi sembra tutto molto familiare?
I SIMBOLI
Perché i conigli e le uova? Come già anticipato, il coniglio, o la lepre, è un animale che rappresenta la fertilità (pensiamo ai modi di dire, alcuni poco eleganti, di uso comune anche oggi); questo è abbastanza semplice.
Sull’uovo, invece, ci sono diversi aspetti da considerare: il primo è quello mitologico. In moltissime religioni di tempi e luoghi diversi, l’uovo è un simbolo cosmogonico, cioè rappresentante l’origine dell’universo: dalla Polinesia all’India, dalla Cina alla Grecia, dalla Finlandia all’America centrale. Molte statue di Dioniso spesso lo rappresentano con un uovo in mano e sappiamo che i culti orfici prevedevano il consumo di uova per rappresentare una volontà di fuga dal ciclo infinito delle reincarnazioni.
I romani, così come i babilonesi o i russi, o i greci, avevano già l’abitudine di nascondere uova nel terreno dopo averle dipinte. I Persiani si scambiavano uova di gallina come dono in onore della Primavera.
Ma c’è anche un motivo pratico: non molti ormai sanno che le galline non depongono uova durante la stagione invernale a causa della mancanza di luce: l’esposizione ad essa è una parte fondamentale per la stimolazione ormonale e una gallina necessita di almeno 14 ore al giorno per poter deporre un uovo. Ecco perché l’uovo è simbolo della Primavera prima di tutto nel mondo agrario.
In moltissime tradizioni paesane e folkloriche c’è anche l’infiorata per il Corpus Domini. Anche se i quadri floreali hanno una tradizione più recente di quelle citate finora, c’è da dire che nel Medioevo era usanza per la notte dell’equinozio di Primavera che i ragazzi piantassero alberi in fiore davanti alle case delle loro innamorate, per buon auspicio. Queste tradizioni sono rimaste non solo nelle infiorate di carattere religioso, ma anche in alcuni eventi locali, come il Cantamaggio o la corsa dei Ceri di Gubbio (che si ritiene derivi da un culto pagano in onore della dea romana Cerere e della primavera).
Come sempre, l’umanità trova modi per festeggiare gli eventi solari. È sorprendente quanto i rituali siano simili in tutto il mondo e a distanza di secoli: ennesima dimostrazione che ciò che ci accomuna in quanto esseri umani è più di quanto ci divide come individui.
Ilaria Alleva