27 gennaio 2023, ricerca della “Giornata della memoria” su google.
Prima immagine: locandina di un evento con Auschwitz sullo sfondo nella nebbia.
Seconda immagine: Fiore giallo su filo spinato
Terza immagine: bambini con il pigiama a righe. Ben nutriti e quasi tutti sorridenti.
Poi di seguito: Locandina con l’entrata di Auschwitz sfocata, locandina con Auschwitz in bianco e nero nitida, scritta del cancello di Auschwitz, nella nebbia, scritta del cancello di Auschwitz senza nebbia, foto artistica della recinzione di Auschwitz presa dalla recinzione più esterna in primo piano ma sfocata, fiore rosso su filo spinato in bianco e nero, entrata di Auschwitz, locandina di un evento, il fotogramma della bambina con il cappotto rosso di Spielberg (viva).
Per arrivare alla foto di una fossa comune o di come era effettivamente messo un sopravvissuto ad un campo di concentramento bisogna arrivare oltre le prime due-trecento immagini o fare una ricerca specifica.
Esattamente di cosa dovremmo ricordarci in questa giornata della memoria? Delle regole fotografiche per gli scatti in bianco e nero?
Proponiamo, tanto per restare controcorrente, la foto di uno dei pochi sopravvissuti a “il campo della morte” di Arbe (Slovenia) gestito dalle camicie nere italiane, descritte dalle SS come “troppo crudeli” per come gestivano i campi di lavoro nei balcani.
“.…noi saremo soli, a portare la croce e la storia. Noi saremo soli, contro gente senza memoria…” (Notte di San Severo, MCR/Casa del Vento)