1) “La polizia è scesa nell’umida cripta della cattedrale di San Rombouts armata di martelli pneumatici e piccole sonde fotografiche.
Voleva scoprire se dentro i sacri sepolcri di Mechelen (Malines) qualcuno avesse nascosto delle carte segrete sui misfatti dei preti pedofili, prove che dimostrassero il sospetto, ormai evidente da parte dei magistrati, che quassù la Chiesa abbia tentato di insabbiare dossier scottanti” [1].
Si tratta, forse, dell’inizio di un nuovo romanzo di Dan Brown?
No, questo è ciò che realmente è accaduto in Belgio, Venerdì, 25 Giugno 2010, quando la Magistratura ha ordinato la perquisizione dello Arcivescovado di Mechelen-Bruxelles.
Inoltre, i poliziotti hanno interrogato, per nove ore, tutti i Vescovi belgi presenti alla Conferenza Episcopale, hanno sequestrato i loro telefonini, il computer dell’Arcivescovado ed i 475 fascicoli raccolti dalla Commissione interna sui casi di pedofilia.
2) Lo sconquasso, prodottosi nelle alte sfere del Vaticano, è rivelato nel modo migliore dalle affermazioni del Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone:
“Per il sequestro dei vescovi durante la perquisizione della polizia nella sede della Conferenza episcopale belga non ci sono precedenti.
Nemmeno nei regimi comunisti di antica esperienza” [2].
Ammettiamolo: fa non solo un certo effetto, ma anche tenerezza sentir rimpiangere da una delle più alte cariche della Chiesa proprio quel Comunismo contro cui la Chiesa ha profuso, per abbatterlo, un impegno che non ha l’uguale nella Sua pur bimillenaria Storia.
Eh, Eminenza, è proprio vero che, ora che non c’è più il Comunismo, non c’è più ( rispetto per la) religione.
Nei “bei tempi andati”, invece, in nome della comune lotta del Capitale e della Chiesa contro il “Comunismo ateo, perverso” e, soprattutto, nemico assoluto della proprietà privata, quanti peccati i Governi liberali hanno perdonato alle Gerarchie Ecclesiastiche!
Invece: “Ora che ad Washington siam condotti, ognun per sé e l’Essere Supremo per tutti!” [3].
Il Cardinale, comprensibilmente, era così fuori dalla grazia di Dio, che, come dicono a Trastevere, se ne è pure passato:
“… il porporato, nel ribadire senza equivoci «la condanna della pedofilia», ha criticato con forza il metodo degli inquirenti belgi denunciando in particolare «il sequestro dei vescovi, tenuti per nove ore senza né bere né mangiare»”[4].
Questa affermazione è stata prontamente smentita dalla Procura belga, tramite il suo portavoce Jean-Marc Meilleur, che non solo ha chiarito che ai Vescovi è stata data la Possibilità di bere e di mangiare, ma ha anche sostenuto che le perquisizioni sono state condotte “da professionisti che conoscono molto bene il loro lavoro e che rispettano i diritti delle persone” [5].
Soprattutto, il Governo ha ribadito sia che, in Belgio, vige la netta separazione tra Stato e Chiesa, (infatti, non esistono rapporti concordatari), sia che la Magistratura ha il diritto di indagare chicchessia e nei modi che ritiene necessari.
Stando ad un calcolo effettuato dall’AAIC (Associazione Atei Italiani Catacombali), sembra che, per ascoltare simili discorsi nel Bel Paese, bisognerà attendere solo il 9010.
3) Comunque, per comprendere il significato reale e profondo di ciò che sta avvenendo in Belgio ed il molto comprensibile allarme, che regna nel Sacro Palazzo, bisogna aver presente:
“… la discesa della Chiesa … sul terreno dei soggetti di diritto comune, fuori delle immunità, dei decori e dei trattamenti riservati…
Un segno dei tempi per una Chiesa espulsa dai suoi statuti di potere, gettata in mezzo ai comuni mortali, fino a venire trattata dai poteri polizieschi come i poveracci ordinari” [6].
A questo va aggiunto che:
“Crea preoccupazione in Curia anche la possibilità di un analogo «effetto-boomerang in Italia» dopo la stima di “un centinaio “ di preti pedofili fornita dalla Cei (Conferenza episcopale italiana; NdA) senza ulteriori ragguagli sulla cooperazione con le procure” [7].