Ci sarebbe davvero da ridere se fossimo in una puntata dei Simpsons. Magari una di quelle speciali fatte per Halloween in cui ogni protagonista può morire perché sono al di fuori della trama.
Meggie Simpson, la sorellina di Lisa, viene uccisa e i fanatici integralisti guidati da Flanders se la prendono con Lisa perché ha indosso una maglietta con un pentacolo. E via, tutti per le strade con le fiaccole a caccia di Lisa. Magari con Homer in testa che non ha capito che ce l’hanno con la figlia.
Da morire dal ridere, vero?
No. Non potete ridere se siete qui da noi, in Assurdistan, nel 2023. Perché è quello che sta avvenendo davvero.
Elena Cecchetin viene pubblicamente diffamata da un Consigliere Regionale Veneto, eletto nelle liste di supporto del leghista Zaia, tale Valdegamberi che, peraltro con un italiano incerto, ipotizza che sia coinvolta nell’uccisione della sorella e pubblica la sua accusa su facebook invitando i magistrati a riconsiderare le dinamiche del delitto.
Quest’individuo viene difeso da un leghista romagnolo, tale Matteo Montevecchi che dall’alto della sua fresca laurea triennale in SCIENZE internazionali e diplomatiche (en passant, qualcuno ricorda gli ammonimenti che Rita Levi Montalcini fece riguardo all’uso scriteriato di affibbiare la parola scienza a qualunque materia di studio? No vero? Chissà perché non ci meraviglia questa dimenticanza così come non ci meravigliano i danni che ne sono seguiti) spiega in due righe perché il patriarcato non esiste (se ne avesse avute altre due avrebbe dimostrato anche che anche il fascismo, l’omofobia, la mafia e il razzismo non esistono… peccato, sarà per la prossima volta) e il pericolo vero viene dai simboli satanici pubblicati sui social.
Ora, non solo questi due trovano spazio sui raccoglitori di letame on line che gongolano all’idea dell’aumento di visite, ma come sempre più spesso, purtroppo, succede il caso tracima nelle tv nazionali con tanto della Federica Sciarelli che deve difendere (sic) Elena Cecchetin.
Non solo. Sulle pagine di affariitaliani.it il soccorso ai camerati leghisti arriva da un ex deputato dipietrista prima e rutelliano poi, tale Giuseppe Vatinno che, con supremo sprezzo del ridicolo, prima paragona chi critica il patriarcato ai nazisti [1] ed ha paura che le femministe decidano di uccidere tutti i maschi d’Italia; poi si scatena in una patetica filippica paternalistica contro il cinema horror e contro Scream in particolare, perché Elena ha il grave torto di avere foto dell’omicida sul suo account social. Oltre a citare leggende urbane e fake news a casaccio sul film di Wes Craven (e a mostrare disprezzo anche per l’urlo di Munch tra l’altro) l’impavido giornalista ex deputato riesce a ricollegare Scream al delitto di Giulia perché, udite udite, un femminicida, che si dice sia stato ispirato da quel film ha usato un coltello per uccidere la sua ragazza nel 2002! [2]
E Sherlock Holmes muto! Verrebbe da dire.
Ma, come ricordavamo all’inizio, non stiamo vedendo una puntata dei Simpsons, bensì l’oscena realtà di personaggi in cerca di voti e di visibilità politica.
Ma se fino ad ora nel nostro paese si usava passare dal dramma alla farsa e poi infine al grottesco, in questo caso che si parte già dal grottesco dove potremmo arrivare? A Vatinno che dichiara urbi et orbi che Elena Cecchetin è invaghita di un assassino cinematografico e quindi non può parlare contro il patriarcato o contro la violenza, ovviamente. [3]
E di fronte a questo gettiamo la spugna, anche perché il prode giornalista ex deputato dimostra di essere refrattario anche alle osservazioni di David Puente (che ha smontato spesso le bufale sul satanismo e lo fa anche questa volta) dicendo semplicemente che Puente è ossessionato dal caso Cecchetin (com’era quella del bue… e no niente, qui si farebbe confusione) e che costui si sbaglia perché se uno ha uno o più simboli satanici nelle sue foto sul web allora è satanista, soprattutto se questi NON sono collegati a video musicali. [4]
Bella questa. Tutti ridono. Sipario.
E rinunciando a far capire qualcosa a chi non vuole o non può capirlo, la nostra laica preghiera va a qualunque entità divina o satanica (tanto non crediamo ad antrambe) o a qualche forza aliena all’ascolto.
Sterminateci.
E una volta che ci avete sterminato prendete ogni residuo che contenga il nostro DNA e smembratolo atomicamente fino a farlo ritornare Idrogeno, poi buttate tutto in un buco nero da dove nulla, forse, può riemergere.
Di una specie che dopo duecentoduemilaventitre-quasi ventiquattro anni di storia offre questi spettacoli non deve restare nulla.
Nulla.
Alessandro Chiometti
[1] Testuali parole: Elena Cecchettin però ha assunto da subito una dimensione, per così dire, politica perché è diventata l’icona femminista italiana ed ha pronunciato discorsi violentissimi sul patriarcato e sulla responsabilità di tutti i maschi nella “cultura dello stupro”.
Una accusa molto grave perché, come noto, la nostra società si basa sul principio della responsabilità penale individuale delle proprie azioni. Se si nega questo basico principio giuridico si apre la porta al razzismo, per cui ogni membro di un gruppo, in questo caso quello maschile, deve per forza condividere lo stigma generale. Questo permise ai nazisti di considerare colpevoli tutti gli ebrei per il solo fatto di essere nati tali. Ed è quello che si sta facendo in queste ore in Italia a causa delle parole di Elena che ha lanciato una sorta di anatema su tutti i maschi indistintamente. https://www.affaritaliani.it/cronache/l-affinita-dei-film-horror-amati-da-elena-cecchettin-con-la-morte-di-giulia-888915.html?refresh_ce
[2] “Il film è stato accusato di aver ispirato diversi crimini efferati, come accadde anche ad Arancia meccanica, di Stanley Kubrick. L’omicidio Castillo (1998) in cui una donna fu pugnalata 45 volte. I ragazzi assassini dichiararono di essersi ispirati a Scream. L’Aggressione Murray (1999) in cui un ragazzo fu pugnalato dai suoi amici che poco prima avevano guardato il film. Il celebre Massacro della Columbine High School (1999). L’Omicidio Beaupère (2002) in cui un ragazzo attirò la sua ragazza fuori dalla casa dei genitori indossando la maschera di Ghostface e l’uccise con 42 coltellate. Come si vede l’omicidio di Giulia c’entrerebbe a pieno titolo.” (ibidem)
[3] Perché Elena ha sentito il bisogno di aggiungere – e mantenere tuttora – questa immagine tra le tante oscure che già c’erano? Perché è una cultrice di film horror, che male c’è? Intanto un problema di sensibilità, visto che la sorella Giulia ha fatto la stessa fine delle ragazze nel film, uccisa con più di 20 coltellate dopo essere stata attirata fuori casa. E poi i problemi nascono quando da semplice cultrice di film horror Elena diventa una icona nazionale e internazionale della lotta alla violenza di genere. Se ha messo la foto tratta dal film è perché ha idealizzato l’assassino che vuole uccidere la “sua” ragazza. (ibidem)
[4] Puente passa a rintuzzare le più gravi contestazioni che riguardano Instagram, dove ci sono ancora le foto incriminate che ho descritto prima. Scrive: “In molti hanno pensato ad una fanatica del culto satanico. In realtà gran parte degli abiti che mostra nelle foto riguardano la musica (associata spesso al satanismo, per sua stessa ammissione ndr)”. Intanto questo non è vero perché su 106 post attualmente presenti, la maggioranza richiamano invece immagini sataniche e non solo musicali. Basta guardarle e contarle. https://www.affaritaliani.it/cronache/elena-filo-satanista-il-fact-checking-di-puente-fa-acqua-da-tutte-le-parti-888384.html