Se si vince è democrazia!

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Umbria: 701367 elettori aventi diritto. Votano in 366830 (il 52,4%) di cui 10046 annullano la scheda o la lasciano bianca.
Il centrosinistra torna alla guida della regione dopo 5 anni a guida Donatella Tesei maestra di leghismo applicato; la sua nuova presidente (quarta donna di fila alla guida della Regione Umbria) Stefania Proietti  prende il 51,3% dei consensi che corrispondono al 26,0% reale degli aventi diritto al voto (182.394) Le liste che l’appoggiano prendono 21.100 voti in meno fermandosi al 50,2% dei voti (23,0% aventi diritto).
Dentro questo c.d. “campo largoil PD è largamente egemone con oltre 92 mila voti di lista e 9 eletti lasciando le briciole agli avversari: un eletto a testa per la lista della Presidente, per Alleanza-Verdi-Sinistra e per i 5 stelle grazie anche a liste d’appoggio appositamente costruite per ridimensionare sinistri e pentastellati.

Rimanendo nel ping pong della sinceramente democratica alternanza, oltre alla quasi cancellazione della lega dal consiglio è da registrare la performance di Stefano Bandecchi che, oltre a raccattare un misero 2,2 con la sua Alleanza Poopolare (e quindi a non eleggere nessun suo rappresentante) nonostante tutte le sparate di cui è stato capace, ha di certo allontanato gli elettori più democratici e più ragionevoli della Tesei spianando la strada alla Proietti.
Però ha avuto anche la faccia tosta di dire che se avessero candidato a lui alla Presidenza della Regione avrebbero vinto a mani basse. Un posto al bagaglino, probabilmente.

All’esterno del solito bipolarismo c’è il deserto, in cui ogni sforzo di provare a riproporre una sinistra che conti qualcosa è fagocitato dall’improponibile Marco Rizzo che raccatta (grazie al suo ruolo televisivo di Comunista da Comodino, simpatico al pubblico voyeurista dei peggiori talk show grazie alla sua omofobia e alla sua misoginia da  bravo stalinista) quel poco che avanza dopo la propaganda globale sul voto utile.  Forza pseudo-politica la sua totalmente assente sui territori ma che poi, da Trento alla Calabria (anche con alleanze ridicole come quella con Alemanno alle ultime europee), sempre utilissima a rosicchiare qualche elettore che, non sia mai, potrebbe portare acqua ala ricostruzione di una sinistra alternativa.

In Emilia Romagna la situazione non cambia di molto, anzi è peggiore per quel che riguarda la partecipazione. Gli elettori lo scorso week end sono stati appena il 46,4% del totale. Dato che è chiarissimo nell’illustrare la già avvenuta morte della Democrazia Italiana.

Intendiamoci, non ci dispiace certo la batosta di chi ha firmato le proposte di legge degli anti-scelta. Non ci dispiace certo che gli eredi di Pillon e i sostenitori della Roccella se ne vadano a casa.

Tuttavia quello che ci preoccupa sono anche i modi con cui è avvenuta questa “riscossa” del centrosinistra  in versione Campo Largo. Con mezzi comunicativi che ricalcano in pieno lo stile berlusconiano, ovvero la candidata alla presidenza al centro di un grande show che niente ha da invidiare alle tecniche raccogli consensi marchiate Mediaset.

E no, per noi il fine non giustifica i mezzi. Quasi mai almeno.

Ancor meno ci piace che si vinca evitando le tematiche invece di affrontarle, per calcoli che hanno l’unico fine di garantire poltrone calde per chiappe di amici, non certo per il bene comune. Cosa si vince a fare se di alcuni temi cruciali non si deve parlare per non perdere voti?

Quello che dovrebbe essere chiaro è che l’emergenza democratica nel nostro Paese non è certo finita; siamo sempre agli ultimi posti della libertà di stampa nel mondo occidentale, continuiamo a prendere le multe dall’Europa per l’assenza dei Diritti Civili e , soprattutto, al di là di tante chiacchiere, c’è un intero Sistema Sanitario Nazionale da salvare per non parlare della Scuola che forse sta messa pure peggio. O del precariato! Tema su cui, l’ultima volta che abbiamo avuto un confronto pubblico sulla drammatica situazione dei contratti capestro per i giovani, ci siamo sentiti rispondere da un alto quadro del Pd regionale che “senza ottimismo non si va da nessuna parte” (e Berlusconi muto).
E lasciamo stare le questioni ambientali, osservando la maggioranza a sostegno della Proietti c’è solo da cronometrare entro quanti minuti si avrà la prima crisi su questo tema.

Lo ammettiamo e ve lo concediamo, forse avrà vinto anche il meno peggio… ma se dopo la ri-elezione di Trump negli Usa ancora non abbiamo capito che la logica dello scegliere il meno peggio porta inevitabilmente al peggio, siamo tutti democraticamente condannati.

Alessandro Chiometti

 

NB: dati elettorali presi da https://elezioni.interno.gov.it/risultati/20241117/regionali/scrutini/italia/10304

immagine Regione Umbria con risultati da Wikipedia: Di AleDoc90 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=155329257

 

21 Novembre 2024   |   articoli, come è andata?   |   Tags: , , ,