* Massimo Gramellini
Hombre vertical
31/8/2006
Da
ieri ho un nuovo poster nel cuore: quello del dottor Carlos Lemus.
Dirige l'ospedale «Simon Bolivar» di Bogotà, Colombia, dove è appena
stato praticato l'aborto a una bimba di undici anni violentata dal
patrigno. Il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del
pontificio consiglio per la famiglia, ha proclamato la scomunica. Del
patrigno? No. Dei medici che hanno effettuato l'intervento, nonché dei
familiari della piccola che avrebbero ordito «l'orrendo crimine». La
violenza carnale? No. La decisione di far interrompere la gravidanza
meno voluta e cercata del mondo.
A questo punto entra in scena il dottor Lemus, cattolico praticante.
Ascoltate
le sue parole: «Come fedele, rispetto la posizione del cardinale, anche
se non la condivido. Come direttore d'ospedale, mi assumo tutte le
responsabilità di quanto è successo: che la scomunica colpisca me e
soltanto me, non i medici che lavorano alle mie dipendenze. Come
cittadino, ho disposto l'aborto in ossequio a una sentenza della Corte
Costituzionale che fa esplicito riferimento ai casi di violenza in
questione. Come uomo, infine, ho visto il visino angosciato della bimba
quando è arrivata all'ospedale e quello del tutto trasformato quando ne
è uscita: è quanto basta alla mia coscienza».
La Chiesa fa bene
a fare il suo mestiere. Ma forse lo farebbe meglio se i suoi campioni
assomigliassero un po' meno al cardinal Trujillo e un po' di più al
dottor Lemus.