L'interesse che nutriamo per i risultati del convegno ecclesiale di Verona (dal 16 al 22 ottobre 2006) è, per certi aspetti, limitato: lo è essenzialmente per un motivo, perché non ci riguarda. Non ci interessa conoscere i particolari di una strategia d'azione che parte dai soliti, irrinunciabili presupposti della "verità", della "divinità" e via prevaricando.
Ma viviamo nello stesso pianeta, ed anche nello stesso paese che da sempre la Chiesa cattolica considera come il proprio ambito geopolitico privilegiato e dove s'impegna di più a mantenere operante e diffusa la pienezza della propria egemonia morale e dogmatica. Questo non dobbiamo ignorarlo, né possiamo fingere di non vedere le nuove tensioni che il problema religioso suscita nel mondo.