Diverse settimane fa l'attuale ministro per le pari opportunità Mara
Carfagna aveva definito le persone omosessuali "costituzionalmente
sterili", quindi incapaci di costruire un nucleo familiare in quanto
"per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare". Ad
ascoltare frasi di un tale cattivo gusto vengono in mente vecchi (ma
evidentemente non passati) slogan nazisti che etichettavano i gay come
"sabotatori sociali" in quanto incapaci di riprodursi.
Potremmo usare diversi argomenti per rispondere a simili esternazioni, ad esempio potremmo far notare che le lesbiche non sono sterili, e ne esistono ormai moltissime in tutto il mondo che crescono i propri figli con le loro compagne. Allo stesso modo potremmo ricordare che esistono molte coppie sposate eterosessuali che non possono avere figli proprio perché sterili ma che non per questo smettono di volersi bene o di costituire un nucleo familiare a tutti gli effetti.
Ma preferiamo rispondere con il bellissimo slogan che campeggiava ieri, 7 giugno 2008, sui manifesti della CGIL stampati in occasione del Gay Pride e affissi sui muri di Roma: costituzionalmente liberi.
Perché il problema omosessuale si sintetizza in una domanda: le persone sono realmente libere di vivere dignitosamente il loro orientamento sessuale, qualunque esso sia? Secondo la carta costituzionale italiana e la carta dei diritti dell'uomo sì, secondo la prassi quotidiana evidentemente no, almeno in Italia, altrimenti non si spiegherebbero le continue proteste di così tanti singoli ed associazioni che ogni anno tornano a riempire le piazze italiane. Risulta chiaro che il problema italiano sia puramente culturale. Da un lato le radici cattoliche (radici che affondano nell'oscurantismo, integralismo e razzismo più becero, e che hanno abbandonato del tutto gli insegnamenti del Cristo) producono frutti acerbi che non perdono occasione per ricordare al mondo che gli omosessuali sono "contro natura" e il loro amore non è "vero amore". Dall'altro lato la moda della "normalità" produce fenomeni quanto mai allarmanti di emarginazione e violenza nei confronti delle minoranze portatrici di "diversità".
Eppure sebbene il Dio Padre, che secondo alcuni ha creato tutti noi, non si manifesta pubblicamente, è pur vero che Madre Natura invece non si nasconde dietro ad intermediari, e ci ha insegnato da tempo che le fa immenso piacere generare una moltitudine variopinta di viventi. La chiamano biodiversità, e qualche illuminato considera questa multiforme varietà della vita un patrimonio da proteggere contro lo sfruttamento e l'omologazione (e in questi anni per fortuna sta anche crescendo il senso ecologista dei popoli). L'umanità è bella così, perché come i fiocchi di neve anche gli individui sono tutti diversi fra loro, e proprio come la neve anche l'omosessualità è un fenomeno naturale, a mio giudizio tra i più belli e interessanti. Pare "affligga" il 5% della popolazione mondiale, ma giustamente non è più considerata una malattia, proprio come non è una malattia avere i capelli rossi, cosa considerata diabolica nei tempi oscuri citati sopra, con conseguente discriminazione di chi ne era affetto. A quel tempo i rossi li chiamavano "malpeli", portatrici di malvagità, per gli omosessuali oggi si usano invece parole quali "frocio", "finocchio", "ricchione", che sono volgari offese, ma anche "gay" e "lesbica" che invece non sono termini offensivi, ma che vengono troppo spesso usati con quel tono tipico di chi addita qualcuno come esterno al gregge (anche oggi ci sono molte persone a cui piace sentirsi parte del gregge, proprio come le pecore).
Il risultato non è da sottovalutare. Spesso mi chiedo, fra i tanti adolescenti che si tolgono la vita ogni anno, quanti di questi lo facciano perché si vergognano di essere omosessuali, o perché non trovano il coraggio di dirlo ai propri genitori.
Civiltà Laica, la nostra associazione, si batte contro questa non-cultura, e appoggia la richiesta di diritti e pari opportunità delle persone omosessuali. Lo farà sempre, e sempre con maggiore efficacia se chi sta leggendo questo articolo vorrà unirsi a noi e accrescere le nostre fila.
Per quanto mi riguarda presto potrei avere un figlio, e a chi già ora mi chiede se preferirei un maschio o una femmina, un fiocco azzurro od uno rosa, rispondo serenamente che non mi dispiacerebbe affatto qualcosa di più sfumato…