Nulla più di un terremoto è in grado di seminare angoscia e terrore.
Nemmeno le guerre sono così minacciose, innanzitutto perché la guerra viene dichiarata, ti danno il tempo di organizzarti, di mettere in salvo i beni più preziosi, di ripararti nei rifugi.
I bombardamenti aerei si possono prevedere, i terremoti no.
Quando il bisogno di sicurezza non può trovare risposte razionali, ci si rifugia nel simbolico, nel bisogno di essere confortati. Queste dinamiche psicologiche sono note da secoli a tutti i sacerdoti di tutte le religioni, nonché ai governanti.
Non a caso, da quando l’Abruzzo ha subito le gravi catastrofi legate sia ai fenomeni sismici che ad una edilizia criminale, in proporzioni tuttora da stabilire, la Chiesa cattolica, già onnipresente in TV, è incredibilmente riuscita a superare sé stessa, e cioè a raddoppiare la sua presenza mediatica con una invadenza che non ha precedenti, nemmeno in occasione dei terremoti degli ultimi decenni che colpirono Umbria, Irpinia, Friuli, Belice.
Cosa avranno mai da dire preti e vescovi a questa disastrata popolazione? Se perlomeno in Italia ci fosse una religione etica, che pretendesse sincera moralità da parte dei suoi adepti, forse potevamo sperare che quei costruttori edili che hanno costruito case di sabbia anziché di cemento avessero qualche salutare senso di colpa, anzi, che non fosse nemmeno venuta loro la tentazione di costruire trappole che uccidono al posto di case vere, solo per guadagnare un po’ di più.
Purtroppo non abbiamo una religione portatrice di una vera etica sociale, per cui dalla bocca dei vescovi difficilmente potremo udire pubbliche denunce verso chi ha disprezzato la vita umana, che in questo caso a quanto pare non è più sacra. Ormai per questa folle chiesa cattolica è sacra solo la vita degli embrioni e dei malati terminali.
Sarò malizioso, ma chissà perché immagino che quei costruttori edili criminali, che hanno tratto profitto dalla riduzione di ferro e cemento, magari fanno parte di quella borghesia cosiddetta benpensante che la domenica mattina va a messa tutta elegante, sempre nelle prime file.
Si confessano, fanno la comunione, mettono la monetina nel sacchetto delle offerte…… nella loro logica di bravi cattolici si sentiranno anche nel giusto. Diranno alla loro coscienza che in fondo non rubano, non vanno a puttane, non sono omosessuali, per cui si considereranno dei bravi cristiani. Del resto anche i mafiosi più terribili sono ferventi cattolici: possono anche spacciare tonnellate di droga, ma nessuno li scomunica. A meno che, naturalmente, non divorziano. Allora sì che scattano le sanzioni canoniche. Che moralità possiamo aspettarci di trovare in un Paese che segue una religione così strana e contraddittoria?
In fondo il papa non parla mai di bazzecole tipo come costruire case sicure, evitare di guidare ubriachi, non spacciare droga, ecc. I temi che veramente salvano la vita alla gente non interessano.
Le grandi questioni morali del cattolicesimo, ormai lo sappiamo tutti fino alla nausea, riguardano il finanziamento della chiesa e delle loro scuole, il collocamento degli insegnanti di religione, i dogmatici tabù contro pillole del giorno prima e del giorno dopo, contro preservativi, contro unioni civili, contro fecondazioni fuori ordinanza, contro chi si oppone all’accanimento terapeutico.
Tutt’al più in occasione della strage prodotta dal terremoto in Abruzzo (o meglio dalla mancanza di serie misure antisismiche) abbiamo risentito la solita favola che i morti si possono consolare col paradiso.
Il che è anche una contraddizione, perché applicando alla lettera le prescrizioni della chiesa, in paradiso non ci va proprio nessuno, se basta masturbarsi per commettere un peccato "mortale", cioè meritevole dell’inferno eterno. Per non parlare dell’ultimo comandamento: non desiderare la donna d’altri (preso alla lettera, le donne sono invece autorizzate a desiderare i mariti altrui), che manda all’inferno anche coloro che ci hanno solo pensato, senza fare nulla!
Insomma, anche in una circostanza così grave, si deve tollerare che questa congrega di pazzi (però furbi)possa gestire la psiche di intere popolazioni. Sta passando questo assurdo principio: siccome tanta gente ha avuto lutti, occorre dare loro ogni conforto, anche religioso.
Chi ha il coraggio di turbare questo bisogno di preghiera, di silenzio, di cristiana rassegnazione?
Grazie a questa rassegnazione, però, i costruttori di case di sabbia stanno già fiutando l’affare. Non solo non saranno condannati all’ergastolo per omicidio plurimo volontario, ma temo che saranno proprio loro a gestire i cento progetti già promessi da Berlusconi. In Italia le cose sono sempre andate così.
Quando le prossime case di sabbia saranno costruite, ci saranno i discorsi inaugurali, politici di tutte le caste si attribuiranno meriti, e i vescovi benediranno solennemente le case destinate a crollare dopo altri 150 anni, al prossimo terremoto, quando tutto questo sarà ormai dimenticato.
Questo è, in fondo, il ciclo della vita.
E della morte.
Ognuno ha le religioni che si merita.
E le case che si merita.
Amen.
Luigi M Nicolai