Certo, finirà anche stavolta a Taralluci e vino, anzi peggio, finirà con un altro sostanzioso regalo al Vaticano, alle sue scuole private ed alle sue parrocchie. Ma nella cronaca del recente scontro tra alcuni settori della maggioranza ed il Vaticano manca quella che doveva essere una protagonista: la sinistra laica.
Dov’era, infatti, quella parte della società che giustamente insorge ogni qualvolta i parlamentari cattolici tentano di attaccare, ad esempio, la legge sull’aborto? Questa parte della società era, nelle sue componenti più strettamente politiche, a bearsi dello scontro in atto, ben contenta di esserne fuori e ben attenta non prendere posizione per poter contrattare con il Vaticano un qualche compromesso alle prossime elezioni. Era esattamente li, a sperare di spezzare i rapporti di reciproco interesse costituiti dalla maggioranza berlusconiana e dal Vaticano per poter subentrare ed ottenere almeno la neutralità della Cei, in cambio naturalmente dell’ennesimo “accantonamento” dei temi laici.
Per il resto siamo alle solite ragioni per cui il Vaticano impera e cioè che la coscienza civile degli italiani è sempre subordinata a qualche altra ragione, fazione od interesse, per cui nessuno si sogna di difendere l’autonomia e l’indipendenza politica del parlamento dall’invadenza e dalla crescente protervia del Vaticano se questo non implica anche il sostegno alla propria parte politica.
Troppi pochi italiani sono disposti a professare la loro laicità anche quando si tratta di difendere una cattiva legge fatta dalla parte avversa e nessun partito politico ha il coraggio e l’onestà di affermare che, pur essendo nettamente contrario a determinati provvedimenti, comunque la pretesa del Vaticano di dettare la propria volontà ai legislatori è inaccettabile.
Se veramente la laicità delle istituzioni e l’ emancipazione della coscienza civile degli italiani dal retaggio cattolico fossero dei valori prioritari per la politica e per la sensibilità di tutti gli italiani sedicenti laico-progressisti, ben altre attenzione e ben altro sostegno avrebbero dovuto ottenere le affermazioni di Gianfranco Fini alla festa del Partito Democratico e non solo da parte della minoranza parlamentare ma anche da tutta quella parte di società civile cui facevo riferimento prima e che afferma di considerare i temi laici prioritari: ebbene lo si dimostri, perchè la presenza di una voce che da destra apre su questi temi rappresenterebbe ( la cautela è d’obbligo) la possibilità di definire uno spazio politico e civile condiviso entro cui continuare la contesa politica, stavolta in contesto in cui la presenza cattolica sarebbe naturalmente rappresentata dalle convinzioni di ognuno ma avrebbe un soggetto politico attivo, il Vaticano, sempre meno capace di esercitare il proprio esplicito ricatto, esattamente perchè le forze in campo avrebbero comunque accettato di competere secondo altre regole e con altri principi.
Se la sinistra politica fosse meno miope e fosse in grado di mettere in campo un progetto culturale di più ampio respiro, anzi, diciamolo francamente, se fosse interessata ad altro che la gestione clientelare del potere, capirebbe che la prematura scomparsa, in Italia, di una fronte laico conservatore ha costituito la premessa della nascita di una destra populista, semmai reazionaria ed autoritaria, che è quella che, attraverso diverse “concretizzazioni”, è arrivata fino ai giorni nostri e che costituisce il brodo di coltura ideale per l’egemonia politica ed antropologica del Vaticano, perchè non è in grado di costruire un progetto politico alternativo.
Ed a proposito di antropologia, non mi sembra privo di significato e valore svelare alla psicologia delle masse che esistono diversi tipi di froci: vi sono quelli che, ben inseriti e remunerati, pur condannati per molestie, dirigono giornali che pontificano sull’inaccettabile diversità naturale degli omosessuali e quelli che, sfigati e derelitti, si beccano le coltellate degli “Svastichella” che recepiscono all’elementare livello dei loro cervelli anche le autorevoli conferme cattoliche sulla irriducibile e pericolosa devianza dall’”ordine naturale” e dal “disegno divino”, rappresentata dagli omosessuali. Possibile che la sinistra laica, di fronte ad una istituzione come la chiesa cattolica che sul controllo delle coscienze e della vita di ognuno ha sempre fondato il proprio progetto egemonico, non sappia far altro che affermare, accodandosi con volenteroso servilismo alle gerarchie vaticane, che la vita privata dei singoli deve restare fuori dalla contesa politica? Possibile che sia incapace di segnalare la contraddizione?
Giuseppe Valentini