Leggendo il delirio di Camillo Langone nel suo attacco virulento contro Piero Angela e Cavour pubblicato sulle pagine di Libero (e dove sennò?) mi era venuta voglia di scrivergliene quattro, ma poi ho pensato che non si può dar peso a uno che di professione fa il recensore di messe (non è uno scherzo, guardate pure il suo sito personale). Poi ho trovato nel web chi aveva avuto tempo e voglia di ridicolizzarlo, e allora non posso che condividere anche le virgole. (A.C.)
Piero Angela non lo può proprio soffrire. Camillo Langone non ne fa mistero, nel suo ultimo articolo su Libero, perché l’Angela i difetti li ha tutti: è darwinista, ateista e porta per giunta orribili calzini bianchi.
Tanta acrimonia, si capisce dal testo, deve essere frutto di una trauma adolescenziale non superato: che il piccolo Camillo in verità racconta, nell’incipit del pezzo: Ero un ragazzino quando i miei amici, dei giovinastri dediti alla droga e al rock’n’roll, parlavano di “Quark” con voce estasiata. Bisogna capirlo, il piccolo Camillo: gli altri a fare i fighi, ascoltar buona musica, e, per corroborare l’aria da maleddetti, guardare documentari sulla riproduzione dei rinoceronti, in modo poi da poter chiedere alla compagna di banco, con una strizzata d’occhio: “Hai visto come lo fanno i ghepardi? Dài, proviamo anche noi?” E lui niente, a biascicare avemmarie in parrocchia e ripassare le teorie del disegno intelligente, sotto la supervisione di una suora settantenne e baffuta: sono cose che segnano.
Col tempo il trauma non superato l’ha portato a odiare l’Angela come il babau. Questo signore da anni ammorba la tv, chiarisce il Camillo furioso, con i suoi noiosissimi programmi di divulgazione scientifica sul darwinismo estremo. Che, scritto così, ammettiamolo, sembra ganzo come una perversione sessuale. Forse lo è, perché spiega, infatti, l’Angela, coadiuvato dal figlio, che copula oggi e copula domani, da una coppia di ornitorinchi uscirà Miss Italia, mentre Langone sa che se un fenomeno per essere credibile deve poter essere riprodotto in laboratorio, l’evoluzione della specie è plausibile come l’esistenza degli unicorni. Non è ben chiaro di dove il Langone tragga questa sua idea su come funzioni il metodo scientifico, probabilmente da qualche esperimento fallito condotto in oratorio, sempre scrutato dallo sguardo attento della suora baffuta.
Ma quello che proprio non gli può perdonare, all’Angela, è che nelle sue trasmissioni invita a parlare, l’Angela, degli esponenti dell’UAAR, l’Unione Atei Agnostici e Razionalisti. Come, per esempio, quel posato e simpatico accademico che risponde al nome di Danilo Mainardi. Il quale, a dire il vero, nei programmi di Angela ci va spesso a commentar documentari sul regno animale perché è un etologo di chiara fama, e quindi è ospite in qualità di esperto d’una disciplina, non di ateo militante. Ma per il Langone tale distinzione è sofisma di lana caprina: se uno è ateo, fa propaganda anche se si ti dice buongiorno, e a presentare i documentari sui coleotteri brasiliani sarebbe meglio, va da sé, chiamare un monsignore o almeno un parroco. In ogni caso non il Mainardi, che, assicura Langone, è proprio un individuo pericoloso pericoloso, anzi, un vero e proprio maniaco, tanto che è un fissato con l’idea che l’uomo è uno scimpanzé leggermente meno appassionato di banane. E questo, ammettiamolo, va proprio contro ogni razionalità, come sostiene da sempre la suora baffuta che ha introdotto Langone alle meraviglie della natura: secondo le teorie ben più scientifiche del disegno intelligente è infatti ben noto che l’uomo è uno scimpanzé leggermente più appassionato di acqua santa.
(preso da) Il nuovo mondo di Galatea