Chi di moralismo ferisce di moralismo perisce, verrebbe da dire. Per tutta l’estate la cosiddetta “sinistra” è stata a contare l’escort di Silvio Berlusconi e poi uno dei suoi uomini al potere è travolto da uno scandalo sessuale che lo costringe all’abdicazione.
Ci sarebbe da ridere, ma mi sembra che il perbenismo e il falso moralismo sono un pericolo ben più grave di quello che deriva dall’esser governati da chi commette qualche peccatuccio lussurioso.
Cosi come era successo con lo scandalo escort, scandalo che in verità non scandalizza più nessuno visto che anche mediaset trasmette l’innocua farsa di Checco Zalone in prima serata, ci si guarda bene dal sottolineare qual’è la vera “questione morale” in gioco.
Nel caso Berlusconi, se lo si voleva attaccare per le sue frequentazioni lussuriose, si sarebbe dovuto mettere alla berlina il suo proclamarsi paladino dei valori cattolici nel caso Englaro e/o la sua discesa in campo con il family day. Ma i suoi oppositori si sono ben guardati dal farlo, sapendo che questo avrebbe portato a uno scontro con le gerarchie cattoliche che appoggiano, da tempo immemore, l’unto del signore. Quindi hanno preferito un attacco moralista che a lungo andare si è rivelato un boomerang.
Puntualmente si viene a scoprire che l’unto non è l’unico ad avere qualche debolezza privata e a quel punto cosa deve fare un esponente del partito che da mesi grida “dimissioni”?
Non so voi, ma a me piacerebbe che i nostri politici non siano giudicati per le loro debolezze private ma per quello che fanno politicamente nell’ambito istituzionale.
Se Marrazzo è infedele alla moglie è inadatto a guidare la regione Lazio?
Se Berlusconi va a letto con tre donne contemporaneamente diventa incapace a guidare l’Italia?
Certo, nel caso del sig. B. è giusto porsi anche qualche domanda riguardante la sicurezza nazionale dato, a quel che risulta dalle inchieste, l’incontrollato accesso alle sue stanze… ma per il resto perché la politica è caduta così in basso da dover ridursi a un pedinamento del vizio privato invece che ad un confronto aspro sui FATTI politici?
Come ricorda il sito umbrialeft infatti sono ben altri gli scandali per cui Marrazzo avrebbe dovuto dimettersi dalla guida della regione Lazio.
O ancora, perché non si sottolinea da nessuna parte l’ipocrisia di chi approva leggi contro la prostituzione (quella dei poveracci intendo, che non possono pagarsi l’escort da migliaia di euro a notte), mentre è il primo a farne ampio uso nella sua vita privata?
Ho l’impressione che tutto questo abbia un solo scopo, far diventati reati i vizi privati (o peccati che dir si voglia) per aumentare il controllo etico e morale sulla vita privata di tutti noi.
Allora capite che c’è un pericolo, che non è certo quello di essere governati da chi ha un debole per i transessuali o per le prostitute, ma quello di essere guidati da forze politiche leggittimate a far scempio di ogni pubblica istituzione civile (welfare, scuola, sanità)solo perché per la moralità ufficialmente vigente sono irreprensibili.
Alessandro Chiometti