A Bari è in corso un processo contro 11 imputati accusati di reati quali associazione a delinquere, truffa, violenza privata, maltrattamento di minori, e di questo processo tranne che nelle pagine de L’Unità del 9/04/2010, non abbiamo mai sentito parlare in nessuno dei principali organi di informazione. Il motivo è che questo non è solo un processo a 11 persone, poiché alla sbarra c’è anche il fondatore di Sacred Path (Sentiero Sacro), nonché inventore del metodo Arkeon, Vito Carlo Moccia (Moccia, un nome una garanzia..).
Da quanto emerge dalla procura della Repubblica di Bari, l’associazione Sacred Path sarebbe un soggetto specializzato in un fine lavoro di condizionamento psicologico mirato a far credere che tutti i disagi di natura psicologica e fisica siano riconducibili ad abusi sessuali subiti durante l’infanzia. Le ipotesi di reato: associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione di psicologo, truffa, maltrattamento su minori, violenza privata, violenza sessuale di gruppo e calunnia.
L’abilità fondamentale della cricca di Moccia sarebbe consistita, secondo il pm, nel far credere a persone con problemi di varia natura, dall’AIDS a disagi psichici di vario genere, di poter risolvere i loro problemi attraverso i corsi di Moccia. Una Vanna Marchi al maschile e in versione più organizzata, e a chi decideva di abbandonare veniva riservato lo strumento che millenni di religione hanno ormai messo a punto fino alla perfezione, la pressione psicologica. E così una delle presunte vittime racconta che durante un colloquio telefonico le viene detto che se non fosse più andata ai corsi non sarebbe mai potuta diventare madre, ed avendo già avuto dei problemi di concepimento, l’esito è facilmente immaginabile. Un ragazzo racconta di essere stato obbligato a chiedere l’elemosina con appeso al collo un cartello con scritto “sono schizofrenico”. I crociati avevano le armi, ma forse non sarebbero mai arrivati a tali sottili crudeltà psicologiche.
Si parla anche di violenze sessuali, e una delle vittime, descrivendo le sedute del metodo Arkeon, parla di traumi sessuali e sensazioni di essere stuprati, violati e abusati.
Quello che è curioso è trovare tra i sostenitori dell’associazione Sacred Path il frate cappuccino padre Raniero Cantalamessa, il predicatore della Casa pontificia che lo scorso 2 Aprile ha fatto infuriare le comunità ebraiche di ogni latitudine per il suo insulso paragone tra l’antisemitismo e la campagna di stampa sulla pedofilia nella chiesa. Il paragone da lui proposto significherebbe infatti, a rigor di logica, visto che i casi di pedofilia nel clero sono acclarati, che anche nell’antisemitismo ci sarebbe un qualche fondo di verità. Sarebbe interessante sapere se il predicatore pontificio, oltre a chiedere scusa per i propri peccati a Dio e alla comunità ebraica, ci rispondesse su questa nostra interpretazione delle sue parole.
Sta di fatto che questo personaggio ha un ruolo di fondamentale rilevanza, poiché il predicatore della Casa pontificia è colui che aiuta il pontefice e i cardinali a meditare il Vangelo, sollecitando, udite udite, l’esame di coscienza sulla coerenza con la verità evangelica. Possiamo considerare una fortuna che chi scrive, durante il catechismo, invece di meditare il vangelo, pensasse a scambiare le figurine di Roberto Baggio e Franco Baresi.
Il volto di Cantalamessa è un volto assai popolare, poiché si tratta del popolare fraticello conduttore della rubrica televisiva “A sua immagine, le ragioni della speranza”, in onda sulla TV pubblica (poi ci chiediamo perché gli italiani non pagano il canone) ogni sabato pomeriggio. Proprio nella sua rubrica televisiva padre Cantalamessa, a partire dal 2004, dedica spazio e proseliti al metodo Arkeon e al suo inventore e guru, Vito Carlo Moccia, intervistandolo dapprima sul rapporto padre figlio. Il caso esplode quando, nel Gennaio 2006, sempre sugli schermi TV, in una trasmissione di Maurizio Costanzo le accuse a Sacred Path oggi alla base del processo di Bari diventano pubbliche. Ma il predicatore vaticano persevera (errare è umano, perseverare è diabolico), e un mese dopo celebra addirittura una messa, a Milano, nella chiesa di S. Eustorgio, a cui assistono i discepoli di Arkeon, e lo stesso Moccia, con il quale l’incontro si protrasse nella sacrestia oltre la celebrazione ecclesiale.
La difesa di Moccia al processo si basa proprio sul giudizio positivo che Cantalamessa ha ripetutamente espresso nei confronti di Arkeon e del suo capo. Numerose sono le lettere spedite a Cantalamessa di mamme, amici e parenti di discepoli di Arkeon, disperati per gli strani comportamenti e le vite dei loro cari che andavano a rotoli grazie al metodo Arkeon e Sacred Path. Ma il predicatore vaticano risponde sempre con delle accorate difese del Moccia, che provvede anche ad informare delle lettere che gli arrivano, rivolgendoglisi in toni piuttosto confidenziali.
L’inchiesta viene avviata nel giugno 2006, e nello stesso anno riesplode il caso in TV, a “Mi manda Rai 3” , nel mese di Ottobre. Quindi, il prode difensore vaticano di Arkeon, due mesi dopo, dedica nuovamente spazio ad Arkeon nella sua trasmissione religiosa, ospitando un tale Luca, che dice di “essere stato gay” e di essere “guarito” grazie al metodo Arkeon. Vi ricordate la canzone di Povia a San Remo “Luca era Gay?” E volete sapere di chi è la voce fuoricampo che intervista, nella trasmissione di Cantalamessa, il povero Luca? La voce è quella di Moccia. Strane coincidenze?
La TV torna ad occuparsi del caso Moccia – Cantalamessa grazie a Striscia, nel 2007, dopo la notifica degli avvisi di garanzia a Moccia & Friends. Il caso suscita scalpore, soprattutto suscitano clamore gli atteggiamenti del predicatore vaticano in relazione ai fatti raccontati dalle vittime di Arkeon. Cantalamessa è costretto a scusarsi, dicendo di non conoscere nessun fatto ingiurioso riguardante Arkeon, ma le lettere di denuncia circa Arkeon le lesse, ne scrisse le risposte, e ne informò lo stesso Moccia. Lo sa Dio e lo sappiamo anche noi.
Questa è la credibilità evangelica. La prossima volta, suggerirei alla RAI di far condurre una trasmissione religiosa a Charles Manson, almeno ci si diverte un po’. Tanto nel paese del Vaticano, dove la TV pubblica la domenica è monopolizzata dalle messe e da trasmissioni come “A sua immagine”, e dove migliaia di adulatori di asciugamani medievali invadono Torino ad acclamare presunti occultatori di violenze sessuali su minori, ormai non ci stupisce più niente. Del resto Wojtyla, quello che molti vorrebbero santo subito, ha beatificato il cardinale Stepinac, colluso con le truppe naziste croate Ustascia; quelli che, tanto per capirci, facevano collane con occhi umani di partigiani. Di cosa potremmo mai stupirci quando si tratta di Santa Romana Chiesa?
Marco Vulcano