1) Questo è il titolo del testo scritto da Pierino Marazzani nel 2002, il cui tono e contenuto è ben diverso dalla nota trilogia sulla Chiesa che censura, che offende e che tortura, poiché parla, come recita il sottotitolo, degli uomini di Chiesa tra abbuffate ed astinenze.
In verità, in verità, queste pagine ci dicono che gli ecclesiastici hanno preferito astenersi dall’astinenza, gettandosi a capofitto nelle abbuffate.
In ogni caso, l’impianto è quello consueto, poiché l’Autore inizia con il rintracciare i fondamenti di questa bulimia nelle Sacre Scritture, per giungere sino ai nostri giorni.
2) “… il re Salomone fece macellare 30 buoi e 100 montoni per un banchetto …
nel Vangelo secondo Matteo: un giorno si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni Battista e gli domandarono: “perché noi e i Farisei facciamo digiuno e i tuoi discepoli non lo fanno?”
Gesù rispose: “Vi pare che gli invitati ad un banchetto di nozze se ne stiano tristi mentre lo sposo è con loro?” [1]”.
3) Per quanto concerne i Papi, si comincia con Zaccaria ed il suo pranzo solenne a Terni, nel 742, per passare a Giovanni XXII, che, nel 1324, per il pranzo di nozze del nipote, fece cucinare:
“… 4.000 pani, otto buoi, 55 montoni, otto maiali, quattro cinghiali, 200 capponi, 480 pernici, 200 polli, 270 conigli, 3 quintali di formaggio e 3000 uova” [2].
Venendo a tempi a noi più vicini, possiamo cogliere un raffinarsi dei costumi:
“Del discusso, ma ormai santo, Pio IX (1846- 1878; NdA) si ricorda soprattutto la predilezione per il ponce alla romana, e come d’estate bevesse champagne ben ghiacciato: dopo la messa mattutina abitualmente si faceva servire cioccolato e gelati” [3].
Giovanni Paolo II ha pensato bene di calcare le orme dell’illustre predecessore:
“Appena eletto papa … chiese che fosse servito dello champagne per festeggiare l’insperata vittoria …” [4].
Inoltre, per dimostrare urbi et orbi che non di solo pane vive l’uomo (riguardo alla donna non è dato sapere):
“Il 12 dicembre 1997 nella casa “Santa Marta”, all’interno del Vaticano, si tenne un pranzo con il papa, vari cardinali, numerosi vescovi e frati al termine del sinodo per l’America.
L’agenzia ADISTA ne ha riportato il menù:
Tartine di pesce e verdure; Ravioli di ricotta e spinaci in salsa di pomodoro e basilico; Tranci di trota salmonata in crosta farcita di verdura; Patatine novelle; Frutta di stagione; Torta mimosa.
Il tutto annaffiato da un classico Pinot grigio e spumante Berlucchi.
Per finire un caffè” [5].
4) A furia di interessarsi del mondo ecclesiastico, Marazzani ne ha mutuato lo spirito ecumenico, cosicché degna della sua attenzione non solo i Papi, ma anche i Cardinali ed i Vescovi.
“La palma di cardinale più ghiotto del XV secolo spetta però al cardinale Riario che nel 1473 … fece servire ai commensali un intero orso arrostito, cervi ricoperti della loro pelle, aironi e pavoni completi di piume.
… In quel periodo (XVI secolo; NdA) il collegio cardinalizio conobbe un atleta dell’esofago, il cardinale Giulio Sacchetti, che in una sola mangiata era capace di gustarsi ben 58 portate, mentre nelle cene di magro si accontentava di 20 piatti di pesce.
… L’occasione in cui i vescovi celebrarono banchetti veramente eccezionali fu il concilio di Trento: nelle sessioni tenute nel 1545 furono consumati storioni di 60 libbre e vino di altissima qualità.
La terza festa di Pasqua banchettarono per quattro ore sotto un baldacchino dorato, divorando ben 74 pietanze.
In un altro pranzo furono mangiate 90 paia di polli, 20 paia di capponi, 40 di anitre, 30 di passeri, un cervo, 25 paia di conigli, due vitelli, due buoi, 150 meloni, otto capre; il tutto innaffiato con vini di pregio” [6].
5) Il demone della democraticità costringe Marazzani a parlare anche dei preti, dei monaci e delle suore.
“San Pier Damiani denuncia la sfrontata ingordigia dei preti dell’ XI secolo, che pare se la spassassero mangiando e bevendo allegramente …
Per l’Italia del ‘500 due esempi significativi …
A Venezia il cappellano delle Convertite, tale Giovanni Pietro Leon, arrestato dall’Inquisizione per reati sessuali in confessionale, “viveva di faggiani e starne et di preziosi vini et haveva la camera piena di confetti e ristorativi”.
… Negli anni ’60 il neo eletto arcivescovo di Chicago, monsignor Cody scoprì una lista di preti alcolisti stesa dal suo predecessore, il cardinale Meyer.
… Come si legge dalle dichiarazioni del suo cuoco personale, Giuseppe di Cosmo, in un ampio servizio giornalistico pubblicato dal settimanale Gente del 5 dicembre 1994, Padre Pio era goloso di crème caramel, fritture di pesce, anguille arrostite, capitone, ravioli con ricotta, orecchiette, fegato di maiale cucinato alla brace, alici fritte e “ciambatta”.
…Le secolari tradizioni culinarie delle monache non sono da meno di quelle dei frati e quindi l’obesità è sempre stato un problema anche per le suore.
… Un’indagine scientifica effettuata nel 1988 su 144 monache di un ordine di clausura ha riscontrato che la colesterolemia e i trigliceridi erano più elevati nelle suore che in un uguale numero di laiche prese a caso come gruppo di controllo” [7].
Il testo breve, ma gustoso, si conclude con un “Menu clericale” ed una sapiente, fors’anche saporita, illustrazione di come cucinare le varie portate.
Pertanto, buona lettura e buon appetito!
NOTE
[1] Marazzani Pierino, ECCLESIA MAGNA Gli uomini di chiesa tra abbuffate e astinenze, p.7, Scipioni, Viterbo, 2002.
[2] Ibidem, pp. 12-13.
[3] Ibidem, p. 20.
[4] Ibidem, p. 21.
[5] Ibidem, pp. 21-22.
[6] Ibidem, pp. 24, 26, 34.
[7] Ibidem, pp. 36, 38, 42-43, 59-60, 61, 64.