L'ho già detto in altre occasioni… a volte viene da pensare che certe fuoriuscite pubbliche qui a Terni vengono fatte per saggiare il senso dell'umorismo di noi cattivoni di Civiltà Laica.
Viene così, sinceramente, da sorridere quando si compra il “Giornale dell'Umbria” del 27 Novembre u.s. con titolone in pompa magna a occupare tutte le colonne cartacee occupabili: “Cresima a 8 anni, la rivoluzione di Paglia”.
Il nostro potente nonché vulcanico Vescovo cittadino, consigliere spirituale della comunità di S. Egidio, ha intenzione fin dal prossimo 2011 di cresimare i piccolissimi membri della comunità cattolica ternana che avrebbero dovuto fare solo la Comunione.
Il tutto, come si legge dalle righe firmate dal nostro amico Arnaldo Casali, perché è ora di dire “basta con il modello scolastico della catechesi che finisce con i sacramenti, la formazione deve durare tutta la vita e la messa domenicale tornare al centro della vita cristiana”.
Ora, premesso che il Vescovo ha tutto il dovere di preoccuparsi delle pecorelle che perde man mano che queste crescono e diventano adulte, nonché di mettere in campo le contromisure necessarie a colmare il divario enorme fra numero di battezzati e presenti in chiesa la domenica, la domanda legittima è: quand'è che la Chiesa Cattolica e i suoi esponenti gerarchici la smetteranno di essere ossessionati dall'infanzia?
È pleonastico, che in pieno marasma dello scandalo pedofilia le battutacce potrebbero piovere a dismisura quindi le evito, ma se davvero Mons. Paglia ha a cuore le sue parrocchie vuote e l'abbandono della retta via da parte delle sue pecorelle dovrebbe prendere misure in esatta antitesi con quella promulgata.
Ovvero, tanto per fare un esempio, dovrebbe far avviare all'interno della sua Chiesa una riflessione seria su quanto convenga in un mondo che non crede più alle favolette del Limbo (i Cattolici per primi non ci credono visto che l'hanno recentemente “cancellato”), continuare a portare avanti la barbara usanza di marchiare gli infanti con un atto “indissolubile” come il battesimo. È ovvio che una Chiesa a cui appartengono solo battezzati adulti e quindi consapevoli perderebbe statisticamente molto, ma è altrettanto ovvio che quel che perderebbe in termini numerici lo acquisirebbe in autorevolezza.
Tuttavia il nostro Monsignore va in direzione esattamente opposta; spostando i Sacramenti all'età dell'infanzia forse vuol far perdere importanza all'atto di per se facendolo riacquistare all'importanza della catechesi durante tutta la vita (dice il Monsignore che non vuole più che la Cresima sia il “sacramento dell'addio”), ma non è certo anticipando i tempi di educazione che si può ottenere un riavvicinamento del mondo adulto.
Quale senso può avere un catechismo impartito ad età inferiori ad otto anni?
Insomma è ora di intenderci, o la religione è considerata una cosa di fondamentale importanza per la vita dell'uomo, e quindi come tutte le scelte di fondamentale importanza va fatta in età adulta o quanto meno tardo adolescenziale (e quindi a tale età insegnata), oppure è una cosa priva di importanza al pari delle favolette di Pierino e il lupo e allora insegnatela pure ad otto anni, tanto poi come tutte le altre favole viene dimenticata e ignorata.
Se Paglia è una voce importante all'interno della CCAR (come noi riteniamo che è) possiamo dire che per l'ennesima volta questa è sorda alle richieste dei teologi più illuminati di diventare una religione adulta e consapevole, mentre continua a privilegiare meccanismi puerili di messaggi da impiantare nel subconscio infantile nella speranza che condizionino tutta la vita da adulti.
Come dimostra il sempre minor numero di Cattolici praticanti nel mondo moderno, non è più una scelta vincente.
Alessandro Chiometti