In questi tempi scanditi dall’insicurezza e dall’angoscia esistenziale, l’individuo, soprattutto nei momenti in cui deve fare una scelta determinante per il suo futuro, è comprensibilmente assalito dal timore e tremore di cui parlava il Filosofo cristiano Kierkegaard.
Tuttavia, questo individuo turbato e confuso, in procinto di smarrirsi, può avere la fortuna, soprattutto in Italia, di incontrare sulla sua strada Nostra Madre Chiesa.
Ella in virtù della bimillenaria sapienza accumulata, è non solo consapevole di questo umano dramma, ma è anche in grado di intervenire in maniera oculata e fattiva, come ha dimostrato pure il 14 di Marzo dell’Anno del Signore 2011.
1) “Un prato sterminato, un mare di fango, 5000 ragazzi.
No, non è Woodstock, ma il santuario del Divino Amore, a Roma.
… E no, non è nemmeno la giornata mondiale della gioventù promossa dal Vaticano, ma un appuntamento organizzato dall’ufficio scolastico regionale col vicariato di Roma per orientare i maturandi di tutte le scuole del Lazio (pubbliche e private) alla scelta universitaria” [1].
Pure il Ministero ha fatto la Sua parte, comunicando a tutti i Dirigenti Scolastici che il luogo non era stato scelto a caso, bensì perché:
“… il santuario del Divino Amore è meta tradizionale di pellegrinaggi che si svolgono soprattutto di notte …
Il pellegrinaggio, lungo cammino attraverso la notte, è evocativo di un messaggio simbolico per i nostri giovani: la vita che viviamo e che costruiamo incontra momenti di buio e sforzo, soprattutto quando si affrontano scelte importanti” [2].
Letteralmente rapiti da questo periodare poetico, giubilanti per questo lessico così diverso da quello arido e burocratico, che solitamente farcisce la ministerial prosa, non ci saremmo stupiti se fosse stato citato, anche per rimanere in tema, il Divin Poeta:
“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita”.
In compenso, il Ministero ha scritto che:
“… le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia (ma come è liberale ’sto Ministero!; NdA), valutino l’opportunità di riconoscere la partecipazione degli studenti come credito formativo” [3].
2) Essendo Nostra Madre Chiesa per Sua natura ecumenica, erano presentate:
“Insieme alle università pubbliche (anche se i cartoni di dépliant della Sapienza erano quasi tutti chiusi) quelle private.
In prima fila, naturalmente, la Luiss.
Poi, l’università lateranense, la Cattolica, la pontificia salesiana, la pontificia auxilium, il campus bio-medico.
Private battevano pubbliche almeno 6 a 3.
Vicino un’altra sola struttura, per la pastorale universitaria.
Nessuna informazione sull’ente per il diritto allo studio o su altre associazioni studentesche” [4].
Essendo l’Italia il “Paese della sana laicità ”, non poteva mancare:
“… la celebrazione della messa, presieduta dal rettore dell’università lateranense, monsignor Dal Covolo.
Del resto, per romasette.it, giornale on-line della diocesi di Roma, l’evento è promosso “dall’Ufficio scuola cattolica, pastorale scolastica, pastorale universitaria e pastorale giovanile del Vicariato di Roma”.
Il ministero non è mai citato” [5].
In compenso, Pantalone paga, anche se non gli è dato sapere quanto:
“Impossibile, tramite l’ufficio scolastico regionale, ricevere una risposta per capire a quanto ammonta la spesa per un evento di queste proporzioni e in che parte lo Stato lo abbia finanziato” [6].
3) Purtroppo, persino in una giornata di perfetta letizia come questa, in cui i cuori di tutte/i si sono in alto levati, i critici non sono mancati:
“Un nutrito gruppo di genitori del liceo Tasso ha definito l’iniziativa “una vergogna”.
“Ma vi rendete conto di quello che hanno avuto il coraggio di fare? – dice un genitore – si tratta di un evento con una forte impronta confessionale pagato con soldi pubblici.
Esclude chi appartiene ad altre confessioni religiose o chi religioso non lo è.
E vale anche come credito formativo.
Uno scandalo”[7]”.
Non ci stupiremmo se si scoprisse che questo genitore fa uso di sostanze stupefacenti e che, pertanto, essendo in “viaggio”, pensasse di essere nella Spagna di Zapatero.
Valerio Bruschini
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