“A li conti famo li pianti”… anche in Assurdistan

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Dopo quasi un anno e mezzo di pandemia possiamo dire di avere dei dati abbastanza chiari, l’Italia (l’Assurdistan per gli amici) è stato il paese del “mondo occidentale” ad aver gestito peggio la pandemia dopo il Belgio. Le loro mortalità, rispettivamente di 212 e 220 morti per centomila abitanti sono ben superiori alla media UE di 167 e lontanissime dai paesi occidentali l’hanno gestita meglio (per esempio la  Danimarca con i suoi 43 morti per centomila abitanti o la  Norvegia con 17 per esempio, en passant due dei paesi che hanno in assoluto “chiuso” di meno al loro interno).
Qualcuno che partecipa alla dittatura degli inetti fin dai tempi del Conte delle bimbe continua a sminuire questo disastro dicendo che siamo stati il primo paese ad affrontare la pandemia. Peccato che la maggior parte dei decessi si è avuta con la seconda ondata iniziata a ottobre 2020.
Nell’est dell’UE si salvano in pochi, solo Polonia e Serbia praticamente, per il resto un vero disastro a cominciare dall’Ungheria di Orban che con la sua mortalità a 307 su centomila abitanti si aggiudica per ora il secondo posto nel mondo…il Peru fa corsa solitaria con il suo terrificante dato di 606 morti per centomila abitanti.

L’Asia invece da uno spaccato completamente diverso: Giappone, South Korea, Taiwan, Vietnam… sono stati solo sfiorati da questa pandemia e sull’efficacia dei loro sistemi di TTT abbiamo già detto tutto.

Fino a qualche mese fa poco cambiava se invece della mortalità si prendevano in esame i dati della letalità (morti su contagi) del virus. Su questo parametro oggi invece influisce pesantemente la diffusione dei vaccini.

Per rendersi conto di quanto siano importanti questi rispetto ad ogni tipo di azione di “epidemiologia difensiva” (chiusure, distanziamenti, mascherine etc.) basta vedere l’andamento di contagi e paragonarlo a quello dei morti in UK in questo anno e mezzo.
Se per 70 casi /100mila abitanti a gennaio 2021 corrispondevano 2 morti /100mila abitanti (letalità = 3% circa) oggi, agosto 2021, a 70 casi / 100mila abitanti corrispondono 0.15 morti/100mila abitanti (letalità =0.2% circa)

Dovrebbero bastare questi due grafici a tacitare ogni discussione sui vaccini e convincere chiunque abbia un paio di neuroni funzionanti a correre al più vicino centro vaccinale.

Ma ovviamente in Assurdistan non può essere così, perché da un anno e mezzo si diffondono fake news scientifiche sul virus e di conseguenza anche sui vaccini e, sarà pure brutto autocitarsi, ma ci sembra il caso di ricordarlo che lo avevamo chiaramente detto che la follia chiusurista di Speranza & Co. derivava tutta dal modo di pensare antiscientifico dei no-vax.

Del resto se tu mandi in giro sedicenti esperti a dire che “Le mascherine funzionano come i vaccini” perché dovremmo meravigliarci se qualcuno poi chiede “Che mi devo vaccinare a fare se porto la mascherina?”.

Capita così che di fronte al primo provvedimento che abbia un certo senso (pur con tutti gli inevitabili strascichi di incongruenze dopo un anno e mezzo di follia) riassumibile in una moral suasion verso il vaccino o un obbligo de facto come lo definisce qualcuno (che pure lascia l’alternativa a chi non vuole vaccinarsi almeno di controllarsi con un tampone rapido per frequentare luoghi pubblici) questo diventi LA questione per cui si scende in piazza con argomentazioni per lo più ridicole.

I vaccini non sono la soluzione. Scarsetti in farmacologia eh? Sì, per i virus i vaccini sono la soluzione, quasi sempre l’unica e comunque l’unica definitiva (vedi malattie come l’Aids per cui ancora non c’è un vaccino purtroppo). Per le prove che questi funzionano a dovere vedi i grafici sopra.

È un mezzo di controllo. Ovvio perché in un mondo dove acquisto tutto con la carta di credito o il bancomat e se parlo al telefono dicendo che devo comprare un nuovo aspirapolvere mi arriva la pubblicità del Dyson per due mesi, i PoteriForti™ hanno bisogno del Green Pass per controllarci.
Se poi gli stessi a fare questa critica sono coloro che rimpiangevano il modo nippo-coreano della gestione della pandemia e non si rendono conto che quello è un livello di controllo molto più invasivo che dire… forse non abbiamo capito i meccanismi di arginamento del contagio.

È un mezzo per discriminare sul lavoro. Allora chiariamoci: sul lavoro (soprattutto certi tipi di lavoro, filiere alimentari, infermieri, medici, etc.) gli obblighi vaccinali ci sono sempre stati, se poi in certi casi si è soprasseduto forse si è peccato di eccesso di tolleranza.
E del resto la filiera produttiva, quella che nessun sedicente lockdown ha mai fermato, non faceva i tamponi a inizio turno da quasi un anno a questa parte? E allora, perché non dovremmo adottare quelli stessi principi che hanno funzionato bene per mandare avanti le fabbriche anche per il resto della società?

Ci sono decine di motivi validi per scendere in piazza… e ci riferiamo solo alla gestione della pandemia. I vaccini o il green pass non esautorano il governo dal dover raddoppiare i posti in terapia intensiva e in corsia (obiettivo ancora lontanissimo), di sistemare la sicurezza dei trasporti locali, di non spendere il Recovery Fund per fesserie inutili come Tav o Ponti sullo stretto di Messina. Si dovrebbe protestare perché con il Green Pass si tolgano le altre restrizioni come hanno fatto in UK e in Usa, si cancellino le assurde zone gialle ed arancioni di Speranza, si concedano controlli gratuiti per chi non può fare il vaccino per motivi fisiologici e non ideologici.
Ma no, noi scendiamo in piazza contro il Green Pass perché è un mezzo di controllo del potere. E per far questo ci diamo l’appuntamento su facebook magari.

Del resto siamo o non siamo in Assurdistan? Pensavate di esserne immuni?

Alessandro Chiometti

 

9 Agosto 2021   |   articoli, attualità   |   Tags: , , , ,