Volevo richiamare l’attenzione dei frequentatori del blog sulla recente risoluzione n. 1607 del 16 aprile 2008, approvata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in materia di accesso all’aborto.
Nella risoluzione il Consiglio d’Europa si dice preoccupato per le restrizione imposte in molti Paesi membri all’accesso a servizi sanitari abortivi sicuri, affidabili ed appropriati, mettendo sullo stesso piano limiti legali e le difficoltà pratiche all’effettivo accesso all’aborto.
Fra queste ultime il Consiglio d’Europa segnala in primo luogo la mancanza di strutture sanitarie locali adeguate e la carenza di medici che pratichino aborti, situazione tale da minare l’effettività della possibilità di ricorrere all’aborto, pur in astratto prevista. Quel che é più grave, secondo l’organizzazione, é che tali carenze, come il bando totale dell’aborto legale, non si traducono nella limitazione delle pratiche abortive, ma nell’esplosione degli aborti clandestini e del turismo abortivo, con le ovvie conseguenze in termini di equità sociale.
La risoluzione si chiude con l’Assemblea che "affirms the right of all human beings, women included, to respect for their physical integrity and to freedom to control their own bodies. In this context, the ultimate decision on whether or not to have an abortion should be a matter for the woman concerned, and she should have the means of exercising this right in an effective way ".
[trad.: l’Asseblea "afferma il diritto di tutti gli esseri umani, donne incluse, del rispetto per la loro integrità fisica e della libertà di controllare i loro propri corpi. In questo contesto la decisione definitiva di compiere o non compiere un aborto deve essere solo un problema che riguarda la donna interessata e lei deve avere la possibilità di esercitare questo diritto in maniera effettiva"]
Per fortuna siamo ancora in Europa, almeno lì qualcuno ancora non ragiona con il catechismo al posto del buon senso!
Massimiliano Bardani