About: Episode VIII – Gli ultimi Jedi

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[ATTENZIONE SPOILER TOTALE]

[VOTO: 9,1]

Ve lo diciamo subito, il film non è per tutti.

No, non c’è censura. Ma il film non è per tutti.

Se fate parte della razza più pericolosa di ogni galassia, nota con le tre sedicentemente innocue lettere “fan” (che in realtà sono la contrazione della parola “fanatico”) ed in particolari siete fanatici di Star Wars non andate a vedere questo film. Imbarcatevi su un cargo battente bandiera liberiana e tornate dopo anni di vagabondaggi nei peggiori porti del globo, quando di Star Wars vi sarà rimasto solo un pavido ricordo. Allora, solo allora, potrete affrontare l’enorme torto che Ryan Johnson sotto la sapiente guida di J.J. Abrahms ha commesso ai danni della sagra di Star Wars. Ovvero la dissacrazione del mito Jedi.

Lo diciamo senza tema di smentita. Ogni altra soluzione proposta avrebbe avuto l’effetto del “già visto”, “già sentito”, “che palle un’altra volta lo schema Sith/Jedi”.

In questi due anni da Episode VII in poi ne abbiamo sentite di tutte e ogni volta i nostri testicoli aumentavano di volume al solo pensiero di trovarsi di fronte alla riproposizione del Bene Vs. Male.

“L’imperatore non era morto ma aveva dei cloni”, azz… che trovata geniale!
“Luke si farà corrompere dal lato oscuro”, ma va’? e chi se lo sarebbe mai creduto?

“Jar Jar Binx è il vero Lord Sirius” … molla quella cazzo di grappa Wookie, padawan!

Eravamo pronti ad ogni deludente soluzione, ma per fortuna le premesse gettate in Episode VII e soprattutto nell’indimenticabile Rogue One (che rimane per noi il più bel film di tutta al saga) sono state mantenute.

Il messaggio di J.J. Abrahms è inequivocabile: basta con le cazzate Jedi, la Forza è per tutti.

E per quanto può sembrare offensivo Episode VIII è proprio questo: dissacrazione. I Jedi hanno nascosto e tenuto per loro qualcosa che era per tutti, ed è stato questo il loro crimine. Chiunque può conoscere la forza, lo dimostrano Leyla che addestrata alle vie della Forza non è ma si comporta come una Jedi, e lo dimostra Ray che mentre tutti si chiedono di chi è figlia lei, semplicemente, conosce la Forza per conto suo. Solo perché la sente, e per questo non servono maestri o templi o peggio ancora genitori potenti.

La prima scena fa già capire dove andrà a parare il film, Episode VII finisce con Ray che va a trovare Luke Skywalker e gli riconsegna la sua spada laser. Lui guarda la spada laser e la getta disgustato alle sue spalle. (E solo con questo, siamo già in pari con il prezzo del biglietto).

Ray vuole essere addestrata, ma Luke serve quanto può servire un masso di 30 Kg dentro lo zaino di un arrampicatore perché Ray sa già tutto. Vuole saperne di più e per questo si tuffa nel lato oscuro a braccia aperte per trovare le risposte, ma (sorpresa) non c’è nessun lato oscuro. Il male e il bene sono già dentro di te, non è la Forza a stabilire se sei una brava o una cattiva persona.

Nel frattempo il potente Snoke mette in contatto Ray con Kylo Ren (Ben Solo, figlio di Han e Leyla) e Ray percepisce che lui potrà essere salvato. Lui invece percepisce che lei passerà dalla sua parte. È Snoke che li manovra ma loro non lo sanno.

Ray parte per riportare Ben Solo (non vuole chiamarlo Kylo Ren) sulla retta via, Luke resta sull’isola Anch To e preso da un impeto di rabbia vorrebbe dare fuoco al tempio Jedi più sacro della Galassia; proprio lì dove sono custoditi i libri Jedi originali che “suorine” dall’aspetto molto rettiliano conservano da secoli. Non ce la fa, è troppo per lui. E così viene aiutato da Yoda che ritorna al suo fianco ridendo e irridendolo “Solo Tempio quello è Luke” e BOOM! gli scaglia un fulmine che distrugge tutto. Luke lo guarda sconcerto, “Yoda ma i nostri libri… il nostro sapere…” e Yoda ridendo di gusto “Tu letti mai hai? Avvincenti essi non sono”. Applausi , applausi e ancora applausi.

Così durante una disperata fuga dalla flotta del Primo Ordine quel che resta della resistenza prova manovre audaci e disperate, il primo “grande Randez Vous” dove si compiono i destini si svolge sulla corazzata di Snoke che si dimostra il più potente di tutti, usando Ray e Kylo Ren come birilli. Ma proprio perché è sicuro che questo ucciderà Ray non segue più i suoi pensieri e le sue manovre reali, il risultato è che Kylo Ren taglia a metà Snoke uccidendolo sul colpo.

Sgomento in sala… “ma come il cattivo della nuova trilogia morto così in un attimo?” sì, perché “quando si spara si spara, non si chiacchiera” come direbbe Tuco ne “Il buono il brutto e il cattivo”.

Ray esulta “Ben, sei tornato buono” e lui “No, sono diventato Imperatore”.

Applausi a scena aperta! Basta con le conversioni buoniste, Ben Solo è uno stronzo che ambisce al potere assoluto. Sarà pure tormentato quando si vuole ma lui vuole il potere. Ha ucciso Snoke per prendere il suo posto e non perché gli occhioni di Ray hanno sciolto il suo cuore.

Nel frattempo Fynn si scontra con la sua nemesi, quale “errore di sistema” che lui in effetti è e sull’incrociatore inseguito Poe Dameron impara cosa significhi avere responsabilità e stare al proprio posto; il tutto mentre grazie al sacrificio di un ‘altra comandante della resistenza (Amylin Holdo interpretata dalla grandissima Laura Dern), che si inventa un “salto luce” tagliando a metà la corazzata di Snoke (applausi su applausi e scene di orgasmi cosmici in sala) gli ormai quattro gatti rimasti sbarcano su Crait, un pianeta deserto dove c’era una vecchia base dei ribelli.

Nessuno risponde ai loro messaggi di aiuto, il portone non resisterà per molto ai colpi del cannone del Primo Ordine ma quando tutto sembra perduto arriva Lui. Cappuccio in testa e spada laser in mano come il suo vecchio maestro Obi One Kenobi.

La leggenda della galassia Luke Skywalker è pronto a fermare il Primo Ordine da solo. Esce sfidando i colpi dei terribili cannoni degli AT-AT che non gli fanno niente… anzi si toglie dalla spalla la polvere con un gesto di provocazione e a questo punto Kylo Ren deve scendere per la battaglia finale contro il maestro che lo aveva tradito. Luke gli fa capire che è lui ad essere il più forte ma ad un certo punto spegne la sua spada e tutta la sala in coro fa: “Nooo come Obi One contro Darth Vader”.

Kylo si scaglia contro di lui e lo taglia a metà. O meglio, taglia a metà la sua proiezione mentale. Perché Luke non si è mai mosso dall’isola di Anch To da dove, lievitando nell’aria, sta proiettandosi a Crait. “Ci vediamo ragazzino!” chiosa Luke e sparisce. Nel frattempo la resistenza ha vuto modo di scappare davvero a bordo del Millenium Falcon e stavolta senza tracciature.

La sala del cinema a questo punto è incontrollabile, chi esulta, chi piange, chi urla “inaspettatoooo” (del resto siamo alla prima) stiamo tutti per aspettare il finale con la fanfara ma… Luke? Muore ovviamente, lo sforzo per lui è stato enorme. Si dissolve e i suoi vestiti svolazzano in un meraviglioso tramonto a due soli come quello su Tatoiine. “Scorrete lacrime, disse il poliziotto”.

E mentre siamo ancora a bocca aperta indecisi se piangere senza ritegno come di fronte alla morte di Mufasa o della mamma di Bambi, arriva come un tir il messaggio del film.

Due bambini giocano ricostruendo l’epica battaglia di Luke Skywalker contro le forze del Primo Ordine su Crait. Poi arriva il “padrone” e li manda a pulire le stalle. Il bambino esce e mentre guarda le stelle allunga la mano per “comandare” alla scopa di arrivare a lui fluttuando nell’aria.

Serve il mito per fomentare la scintilla della ribellione contro l’ingiustizia.

Poi si cresce, e allora bisogna anche saper ridere dei propri miti.

Non vi è piaciuto Episode VIII? Ci dispiace… non sapete cosa vi siete persi mentre aspettavate di sapere di chi era figlia Ray o se sarebbe tornato Jar Jar Binx con i poteri di Vader.

J. Mnemonic

19 Dicembre 2017   |   articoli, recensioni   |   Tags: , , , , , ,