Roberto Recchioni per gli amanti dei fumetti è un nome che non può lasciare indifferenti.
Sceneggiatore e disegnatore di talento, è curatore di Dylan Dog dopo il ritiro dalle scene di Tiziano Sclavi. Nella popolarissima serie della Bonelli ha firmato la memorabile storia “Mater Morbi” pubblicata e ripubblicata in tutto il mondo, ma qui in Italia nota per aver scatenato le ire di Eugenia Roccella & co. (medaglia da appuntarsi al petto, quindi) per aver trattato il tema dell’eutanasia in modo fuorviante (secondo la senatrice ovviamente, in realtà in modo gotico, poetico e perfettamente ragionevole e lo possiamo dire perché noi i libri e i fumetti preferiamo leggerli e non proibirli).
Recchioni torna ad affrontare in questo graphic-pamphlet, come l’ha definito qualcuno, temi scomodi, ovvero il crescente sentimento antiscientifico italiano. E in tempi di fake news sui vaccini, di scie chimiche che causano le inondazioni, di metalli pericolosi perché in quantità infinitesimale nei biscotti, di memorie dell’acqua, di epigenetica spiegata da chi non sa cosa è la genetica, questo è davvero un atto rivoluzionario.
Il j’accuse ai movimenti no-vax e a tutti quelli che rifiutano il metodo scientifico è più che evidente e trattato non in punta di piedi (come aveva fatto con il tema dell’eutanasia su Mater Morbi) ma con piglio deciso, accusatorio e implacabile.
La storia semplice ma sorprendente per il suo sviluppo e per i suoi protagonisti, è quella di una madre che cerca di salvare sua figlia in un futuro distopico (ma anche discretamente probabile, purtroppo) in cui “la gente” ha rifiutato i lumi della ragione ed ha scelto il buio medievale. Dove si è tornati a curare i malati con preghiere e riti superstizioni e chi prova a sostenere che ci sono metodi più efficaci viene bruciato sul rogo.
Lei sa che qualcuno ha “la conoscenza perduta” , ma non sarà facile trovare dove sono nascosti i pochi scienziati sfuggiti alla follia medievalista.
No, purtroppo non abbiamo esagerato definendolo un futuro “discretamente probabile”. Basta vedere quello che è successo a questi anni alla ricercatrice Luisa Capua che è stata accusata, dopo la solita “inchiesta giornalistica” di diffusione di pandemie (reato per il quale è previsto l’ergastolo in Italia) in combutta con le case farmaceutiche; il tutto solo per aver svolto il suo lavoro di ricercatrice biologica. Se anche quel caso si è risolto al meglio (per lei che ha spostato il centro di ricerche in Florida, non certo per il nostro sventurato paese che continua a perdere eccellenze una dopo l’altra… ed è di questi giorni del resto la rimozione politica di Battiston dall’agenzia spaziale italiana) di certo il nostro paese è sull’orlo del baratro culturale.
Trenta percento circa di analfabeti strutturali e un altro trenta percento di analfabeti funzionali secondo gli ultimi studi dell’Ocse, siamo letteralmente lo stato (minuscola voluta) più ignorante del mondo civilizzato.
Non riveliamo come finisce la bellissima e necessaria graphic novel del maestro Recchioni, ma lo vogliamo davvero ringraziare per questo atto di coraggio che da noi non è per nulla consueto.
Alessandro Chiometti
“La fine della ragione” di Roberto Recchioni, Ed. Feltrinelli €16,00