[voto: 8.1/10]
[Attenzione Spoiler]
L’acquisizione da parte della Disney dei diritti di Star Wars dalla Lucasfilm aveva generato molte preoccupazioni fra i fan.
Che la mitologica saga di George Lucas potesse diventare un contenitore vuoto da riempire con il denaro dei biglietti dei fan era un rischio più che concreto. Ma dopo l’Episodio VII del 2015 e questo primo spin off che si colloca fra l’episodio III e l’episodio IV (ovvero a cavallo delle due serie originali firmate da Lucas) possiamo dire che il pericolo sembra scampato.
È vero, diversi fan sono rimasti insoddisfatti da Episodio VII – Il risveglio della forza, ma pensiamo che la cosa sia dovuta in primo luogo alla troppa venerazione per la saga classica e in secondo luogo a motivi esterni agli episodi cinematografici, ovvero a tutto l’universo espanso di Guerre Stellari con libri e fumetti.
Noi invece ci sentiamo di spezzare una lancia in favore di Abrahms e del suo lavoro. Non era facile riprendere in mano la saga dopo il finale di Episodio VI – Il ritorno dello Jedi non essendo banali pur rispettando le ambientazioni classiche.
Ad ogni modo Rogue One è sicuramente superiore a Episodio VII e pur essendo una storia fine a se stessa, coglie perfettamente lo spirito della prima serie di Guerre Stellari e la profondità della seconda più recente.
Partendo dal presupposto che su Episodio IV i generali della resistenza dicono “avere i piani della morte nera è costata la vita di tanti ribelli” dal momento che ci mettiamo seduti sulla poltrona del cinema sappiamo che quella a cui assisteremo sarà una missione suicida.
Eppure i personaggi sono così convincenti e ben costruiti che ci ritroviamo a sperare che in qualche modo potremo rivederli in qualche futuro episodio o spin off. Ma non è così, gli sceneggiatori scelgono di fare un film credibile (al di là dei rumori dei motori nello spazio a cui ormai i fan di Guerre Stellari sono rassegnati) e cupo. Quindi a uno a uno gli eroi cadono di fronte ai cattivissimi Darth Vader e Tarkin (per l’occasione grande uso di effetti speciali con la ricostruzione di un perfetto volto di Peter Cushing sul corpo di Guy Henry che si è prestato alla causa).
Cade Saw Guerrera (un grandissimo Forrest Whitaker) ribelle estremista la cui assonanza con Che Guevara è fin troppo evidente. Cade Galen Erso, ingegnere infiltrato che è l’autore del difetto della Morte Nera che consentirà l’impresa di Luke Skywalker nell’episodio IV. Cade il favoloso androide K-2SO, forse il personaggio robotico migliore di tutta la serie (che non ce ne voglia R-2D2).
Cadono i mistici difensori dell’ultimo tempio jedi, che non sanno usare la forza ma ci vanno vicino. E alla fine cadono anche Jyn Erso (Felicity Jones) e Cassian Andor (Diego Luna) ma non prima di aver trasmesso i piani all’astronave della principessa Leyla (anch’essa ricreata al computer per rispettare la linea temporale) che fuggirà inseguita dall’incrociatore di Darth Vader, esattamente da dove inizia l’episodio IV.
Rogue One, non solo ci è piaciuto… ma ci è piaciuto così tanto che ci azzardiamo anche a dire che se la gioca per il secondo posto del titolo più bello di tutta la serie di Guerre Stellari con gli episodi II, III e IV. Come perché per il secondo posto? Perché lo sanno tutti, “Episodio V – L’impero colpisce ancora” è indiscutibilmente il migliore. Per adesso.
J. Mnemonic
p.s. è di queste ore la notizia che l’attrice Carrie Fisher, ovvero la principessa Leyla della serie, è scomparsa a soli sessanta anni in seguito all’infarto avuto tre giorni fa mentre tornava da Londra a Los Angeles in un volo della UA. Un duro colpo per tutti i fan di Star Wars.