Acetum

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Non conosco Massimo di Forti, anzi, non ricordo di aver mai letto il
suo nome prima del 10 dic 07 (su ‘Il Messaggero'), ma è indubbio che si
tratta di persona culturalmente ben preparata. Nel suo articolo "Che
pessimi ‘avvocati' ha l'ateismo" scaglia indignato i suoi anatemi
contro quegli intellettuali che negli ultimi tempi hanno prodotto saggi
contro la religione all'insegna "… dell' arroganza e dello scherno".
Cita Onfray, Lopez Campillo y Ferreras, Dawkins e Sam Harris e li
taccia di "…scientismo di mediocre qualità".


Non ho ben capito se di Forti si indigna di più per l'arroganza o per lo scientismo (per di più, mediocre), ma è certo che le due cose devono essere tenute separate ; l'una non implica affatto l'altra, come – ma forse è solo una mia impressione – si vorrebbe far intendere tra le righe.
 Dei citati conosco un po' Michel Onfray e Richard Dawkins, e so che si tratta di persone diprimissimo ordine. Scientisti? Il secondo è certamente uno scienziato (biologo) che cerca di difendere la scienza dall'oscurantismo clericale, e questo non significa automaticamente scientismo (v. nota in calce). Ma al nostro amico non viene in mente che il problema possa essere mal posto … ed infatti lo è, giacchè al polo opposto allo scientismo c'è l'umanesimo. La religione non c'entra per niente! E' un ruolo che questa si arroga di prepotenza, e spesso, come nel caso di di Forti, il colpaccio le riesce (questo sia detto anche per quegli atei che diventano scientisti per far dispetto alla religione). In realtà: "la Chiesa ha paura dell'intelligenza creatrice, essa esige la mediocrità", come disse l'avvocato svizzero Emilio Bossi, e tutte le sue menate sono solo espedienti per mettere fumo negli occhi. E poco serve citare , fra gli atei ‘cortesi', insieme a Freud, Block ed Einstein, sul quale tornerò, anche Norbert Wiener, il padre della cibernetica, che mette in guardia "contro gli apprendisti stregoni della onnipotenza scientifica". I due che conosco ne sono perfettamente consapevoli, mi creda, dottor Massimo.
Eppure di Forti non sembra un entusiasta della religione; definisce l' ateismo "causa alta e legittima" e l'integralismo religioso "la più deprecabile delle piaghe", e ci rammenta che "in nome della religione sono stati commessi crimini atroci e guerre devastanti". Orbene, una simile fetenzìa, la religione, che tutto quello ha prodotto, e che inoltre si spaccia per portatrice di cose elevate -perciò con l'aggravante della presa per i fondelli- non dovrebbe essere presa a pesci in faccia? Non si dovrebbe rovesciare su di essa una buona quantità di ‘laicum acetum'? Questo sia detto nel caso in cui la fine sensibilità del Nostro sia urtata da un tipo di espressione poco ‘consona' (per lui!). Ma questo è un fatto personale. A me risulta che la satira (l'arte dello sberleffo) sia un genere letterario rispettabile almeno quanto gli altri. Voglio qui ricordare che un certo Dario Fò venne insignito ‘appena' di premio Nobel. Ma non c'è niente da fare: ormai in piena fase creativa, il Nostro ci informa che: "Far coincidere la fede in una religione con un risibile stato di ‘arretratezza culturale' è inaccettabile". Intanto c'è da dire che questo è provato dai fatti: ovunque il livello culturale è più elevato, lì la religione tende a sparire, ma più avanti saprò essere meglio convincente. Il percorso da lui intrapreso è ormai evidente, ed infatti … eccolo là! Lo sapevo! Ammonisce che gli inestimabili contributi culturali portati dalle religioni e dai loro testi sacri (cita: Bhagavad Gita, Canone Buddista, Corano, Bibbia, Talmud, Tao Te Ching) meriterebbero toni ben diversi: "altrimenti … poveri Michelangelo, Gandhi, Lao Tsu … povero Dante". Orbene: a questo punto penso sia proprio necessaria una certa ricognizione.
Buddhismo. Nella sua concezione originale esso non ha nulla a che fare con ciò che noi intendiamo con la parola ‘religione'. Antidogmatico per eccellenza, non esiste in esso alcuna teologia ed il concetto stesso di divinità è ignorato. Il saggista Fritjof Capra (v. ‘Il Tao della fisica') arrivò a dire che esso in fondo non è altro che una forma di psicoterapia. Un procedimento da seguire per liberarsi dal dolore di esistere. Taoismo (Lao Tsu). Questa dottrina filosofica, che apprezzo moltissimo (la lettura del ‘Tao Te Ching' mi colpì, ormai molti anni or sono, come una sassata in fronte) e che trova la sua corrispondente occidentale nel pensiero di Eraclito, è una forma di materialismo dialettico basantesi su una logica dialettica pre-hegeliana (es. entrambi ignorano ancora il ritmo triadico tesi-antitesi-sintesi, per cui il conflitto tra due termini opposti può risolversi in qualcos' altro di inedito rispetto a quelli). Anche qui nessun dio, niente dogmi e assenza totale di liturgia. Buddhismo e taoismo non sono perciò, nella loro essenza, dottrine religiose. Se in seguito vennero pervertite in senso religioso, beh, questo è un argomento in più a favore dei ‘sarcastici'.
Corano. La civiltà islamica produsse il meglio di sé finchè potè usufruire del pensiero greco (per maggiori particolari v. il mio articolo ‘Lo scippo' C. L. n. 2). La reazione coranica produsse solo
l'isterilimento di quella civiltà. Con tutti i guai che il mondo continua a portarsi appresso a causa di quello. Bibbia e vangeli. Qualcosa di simile può essere detto degli altri due monoteismi. La storia culturale europea degli ultimi mille anni è quella di una progressiva emancipazione dal giogo ecclesiastico e di riappropriazione del pensiero filosofico, e cioè laico, da parte dell'uomo occidentale. Se i preti sapessero quali messaggi tanti artisti, Michelangelo in testa a tutti, hanno lasciato loro in casa, brucerebbero tutto. Ma è più probabile che lo sappiano e che facciano finta di niente. E che dire dell' ebraismo, che vieta persino la rappresentazione grafica degli esseri viventi? Rembrandt e Chagall, grandi artisti di origine ebraica, non seguivano certo la Torah quando dovevano procacciarsi il pane. Gandhi. Cosa dire di uno che affermava: "Dio non è una persona (…). La verità è che dio è l'energia. Egli è l'essenza della vita …", "Dio non è una qualche persona fuori di noi o lontana nell'Universo. Egli pervade ogni cosa (…). Non ha bisogno di lodi o suppliche (…). Dimora nei nostri cuori e ci è più vicino di quanto le unghie non lo siano alle dita"? E dei miracoli di Gesù: "Quanto al fatto che Gesù risvegliasse i morti alla vita, beh, mi domando se (…) fossero realmente morti. (cita un caso personale). Riportò però allavita (…) persone solo ritenute tali. Le leggi di Natura non mutano, sono immodificabili, e non possono aversi miracoli nel senso dell' infrazione o interruzione delle leggi di Natura. Noi esseri limitati (…) attribuiamo a dio i nostri limiti". A me sembra che, per quanto dovesse esprimersi in un linguaggio simil-religioso, a causa dell'ambiente in cui operava, era nell'intimo un bell'ateo di stampo spinoziano (Baruch (Benedetto) Spinoza 1632-1677), proprio come Albert Einstein, suo grande ammiratore, e, in sedicesimo, come me, se può interessare.Come vede, caro di Forti, la sua presa di posizione è opinabile anche tramite un'analisi del tutto minimale, come quella che ho eseguito. Veda: probabilmente io non ho neanche un decimo della sua cultura, ma un precetto voglio insegnarglielo: "indignazione porta a precipitazione". Precipitevolissimevolmente! (che non si dice!). Ah! Per quanto riguarda Dante, ricordo che Voltaire (un gran signore, anche nel modo di esprimersi) disse una volta che la Divina Commedia gli sembrava scritta da un ubriaco. Per quanto mi sforzi, non riesco a dargli torto. E che Benigni mi perdoni.
Beh?! Può capitare anche a me … no?!

Nota. Lo scientismo è la dottrina che pone in sottordine tutte le altre attività umane rispetto alle scienze empiriche. L' umanesimo propugna invece lo sviluppo unitario ed armonico di tutte le capacità umane; anche quella di fare scienza, ovviamente. Con arricchimento reciproco di tutte queste. Lo scientismo finirebbe con l' isterilire la stessa scienza.

5 Giugno 2008   |   articoli   |   Tags: