Non leggo mai i libri che recensisco, non vorrei esserne influenzato. (Oscar Wilde)
Beh, per una volta posso applicare alla lettera questa boutade.
Difatti non trovo un solo motivo che possa spingermi ad affrontare la lettura dell’ultimo lavoro di Giancarlo Bosetti dopo aver letto il titolo, ovvero “Il fallimento dei laici furiosi” e il sottotitolo “come stanno perdendo la scommessa contro Dio” (ed. Rizzoli 2009).
Mi limito, per dovere di laico (furioso), a sottolineare quante fesserie sono scritte nella copertina di questo tomo.
“Il fallimento…” scrive il Bosetti. Quale fallimento? Forse l’autore non lo sa, ma quando i laici avranno fallito significa che questa repubblica sarà trasformata in una teocrazia. Ora dato che il Bosetti può pubblicare il suo libello senza imprimatur è evidente che questo fallimento non c’è ancora stato. E dato che non è un romanzo di fantascienza, posso registrare la prima fesseria scritta dall’autore.
“…dei laici furiosi" … e qui casca l’asino (ovvero l’autore) che evidentemente ripropone il solito tentativo clericalista di contrapporre una laicità buona (quella di chi subisce in silenzio l’arroganza clericale) a un laicismo cattivo (che sarebbe quello di chi ha l’ardire di aprire bocca per esporre le proprie ragioni).
Ma dove sarebbero questi laici furiosi? Visto e considerato che siamo un paese in cui i diritti civili vengono puntualmente attaccati si dovrebbero avere notizie dei loro atti "furiosi" quotidianamente… tuttavia non ve ne sono. A meno che per laici “furiosi” il Bosetti non intenda gli educatissimi Odifreddi e Scalfari (tanto per fare dei nomi) che tentano di arginare l’onnipotenza mediatica papalina, allora la fesseria scritta dall’autore è doppia. Oltre a riproporre la dicotomia inventata dal clericalismo più becero a proprio uso e consumo sbaglia anche aggettivo. Avesse scritto il “fallimento dei laicisti”, almeno avrebbe limitato il numero di fesserie in copertina. Invece siamo già a tre, andiamo avanti.
“Come stanno perdendo la scommessa con Dio”. Con chi? Dio?? E che minchia c’entra Dio sig. Bosetti? forse non l’ha capito, anzi, sicuramente non l’ha capito, ma a noi laici-laicisti (furiosi o meno) di Dio non ce ne frega niente. Noi ce l’abbiamo con quei loschi individui che IN NOME DI DIO pretendono di imporre la propria visione della vita a tutti e, sempre in suo nome, sfruttano la loro posizione per accumulare ricchezze e potere. Quindi Dio lo lasci da parte quando vuole scrivere un libro che parla di laicità, altrimenti sbaglia fin dal principio. Anzi dal titolo, come in questo caso.
Insomma: dodici parole, quattro fesserie grosse come una casa. Una ogni tre parole.
Facendo un rapido conto, visto che il libro consta di centonovantasette pagine e che una pagina può contenere circa quattrocento parole, se mantiene la media questo esemplare lavoro del sig. Bosetti potrebbe arrivare a contenere ventisemiladuecentosessantasei (virgola sei periodico) fesserie.
Beh, io non me la sento, i laici non furiosi ma masochisti, leggano pure.
J. Mnemonic