Sì, è vero. Cristo è morto dal freddo. E Karol Wojtyla non sapeva che Marcial Maciel Degollado, il sacerdote messicano fondatore dei Legionari di Cristo, fosse un sadico violentatore pedofilo. Passi che il principale responsabile della repentina fine del partito dei lavoratori in Europa (grazie a un “prestito” della Banda della Magliana) sia beatificato il Primo maggio – in fondo ciascuno Stato è libero di organizzare sagre quando vuole -, ma almeno non ci vengano a infiocchettare Giovanni Paolo II come un uomo ignaro, puro, nemmeno sfiorato dall’idea che certe sue “amicizie” fossero dotate di una personalità criminale fuori dal comune. Perché allora aspettiamoci anche, nei prossimi quattro mesi, di sentire qualcuno affermare che nel 1987 l’uomo affacciato sul balcone a Santiago del Cile insieme al dittatore fascista Augusto Pinochet non era il nemico pubblico numero Uno del preservativo (e di conseguenza amico pubblico numero Uno dell’Aids). Si dirà, lo ha fatto perché stringere la mano a quel delinquente era l’unico modo per ottenere l’introduzione obbligatoria dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche dello sfortunato Paese Latinoamericano. E forse è pure vero, poiché adottò la stessa strategia con il generale Gualtieri in Argentina e con la dittatura uruguagia. Ma insomma, in attesa del colpo di spugna sul rapporto tra Woytila e Pinochet, che peraltro non si consumò unicamente su quel balcone, “godiamoci” l’avvio delle operazioni di pulizia d’immagine del suddetto Papa che a quanto pare partono proprio dalla negazione della stretta amicizia che lo legava a Degollado.
«Giovanni Paolo II non era a conoscenza della doppia personalità di padre Maciel» sostiene il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, in un’intervista a Famiglia Cristiana, pubblicata sul sito internet del settimanale. Perché questa affermazione? Perché nei mesi scorsi, nel pieno dell’operazione “pulizia” che si è abbattuta sulla congregazione dei Legionari a un certo punto qualcuno ha ipotizzato che la causa di beatificazione rischiava di subire un rallentamento in relazione allo scandalo sulla pedofilia, e circolavano voci sul fatto che Karol Wojtyla avrebbe protetto padre Maciel. Tra le molte voci spicca quella autorevole del settimanale tedesco Stern, secondo cui il prete messicano «era uno dei più efficienti raccoglitori di donazioni della Chiesa cattolica e un particolare protetto del defunto papa Karol Wojtyla». Il cardinale Amato però, non ha dubbi: «Le confermo che abbiamo indagato a fondo e ampiamente – risponde al giornalista di Famiglia Cristiana -. Giovanni Paolo II non era a conoscenza della doppia personalità di padre Maciel».
Sarebbe interessante sapere se nel corso di questa indagine qualcuno ha fatto delle domande anche al cardinale Angelo Sodano o al cardinal Eduardo Martinez Somalo, già prefetto della Congregazione per gli istituti della vita consacrata. Oppure, perché no, a monsignor Stanislaw Dziwisz, il segretario polacco di Giovanni Paolo II, oggi cardinale di Cracovia. Di tutti e tre, dei loro “affari” con Degollado e della vicinanza di costui al prossimo beato Karol, scrive con dovizia di particolari Jason Berry in due articoli usciti il 6 e il 12 aprile 2010 su National Catholic Reporter. Ancora meglio la storia è ricostruita da Berry e Gerald Renner, nel libro “I Legionari di Cristo. Abusi di potere nel papato di Giovanni Paolo II” pubblicato in Italia da Fazi nel 2006. Ecco un assaggio di quanto scrivono i due giornalisti: «Sotto il papato di Wojtyla, varie inchieste, avviate dopo le numerose accuse di abusi sessuali a carico di Maciel, vennero insabbiate dal Vaticano. Nel 2004, Giovanni Paolo II arrivò a elogiare pubblicamente Maciel durante una solenne cerimonia. E Ratzinger, allora a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, eluse ogni richiesta di mettere il prete messicano sotto processo, mentre il segretario di Stato Sodano si impegnò strenuamente per difenderlo. L’inchiesta vaticana è brevemente avanzata dopo la morte di Wojtyla; ma l’annuncio del Segretariato di Stato (20 maggio 2005) che Maciel non avrebbe dovuto affrontare un processo canonico solleva gravi interrogativi sul nuovo papato. Ancora in settembre, otto mesi prima della punizione inflitta da Benedetto XVI al fondatore dei Legionari, Sodano invita Maciel a Lucca come ospite ufficiale di una prestigiosa conferenza». Come sanzione per le violenze e il concubinato l’ultra ottuagenario Degollado fu sospeso a divinis e invitato ad una vita riservata di preghiera e di penitenza e alla rinuncia ad ogni ministero pubblico. È morto nel gennaio di tre anni fa. Al caldo.