“Don Andrea Agostini, dopo un processo-farsa interno al Curia che lo ha evidentemente assolto benché sia stato condannato dalla giustizia civile italiana, è stato promosso: continua ad essere un prete, continua a ricevere uno stipendio, continua ad essere a contatto con bambini e bambine, tutti quelli in visita al santuario tanto amato dai bolognesi”, dichiara Sacconi, che continua: “Più volte abbiamo chiesto alla Curia e ai suoi vertici, al Cardinale Caffarra e a Monsignor Vecchi, di rispondere alle domande di trasparenza poste dalla cittadinanza e dalle famiglie delle vittime. Risultato: nessuna risposta. Non si può rimanere inermi di fronte al muro di silenzio, omertà e complicità della Chiesa bolognese;per queste ragioni oggi diffondiamo la notizia del luogo in cui è stato trasferito don Agostini. E così faremo ancora per ogni informazione che raccoglieremo e verificheremo ”.
Questo, quindi, è il ‘nuovo’ metodo con cui la Chiesa cercherebbe di arginare l’ignominia della pedofilia nel clero? Ci sembra di capire che, a parte le dichiarazioni d’ufficio del Papa, costretto a prendere posizione dal dilagare degli scandali, nulla sia cambiato. Come ha recentemente dichiarato monsignor Girotti, reggente della Penitenzieria Vaticana, riguardo al reato di pedofilia, “Un penitente che si è macchiato di un delitto simile, se è pentito sinceramente, lo si assolve. È chiaro che dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi – e sottolineo, costanti e gravi – il confessore, dopo aver senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione, consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica”.
Ne deduciamo, quindi, che don Andrea Agostini è sinceramente pentito. Se poi, nel santuario di San Luca, dovesse reiterare più e più volte le sue perversioni, allora, forse, la Curia gli consiglierà fraternamente di abbandonare il sacerdozio. Poco male se nel frattempo qualche altra bambina dovrà subire le sue immonde ‘attenzioni’…
Cecilia M. Calamani – Cronache laiche