Il 26 Maggio 2013 a Bologna si terrà un’importantissima consultazione referendaria che chiamerà i cittadini bolognesi ad esprimersi sul seguente quesito:
Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia?
a) utilizzarle per le scuole comunali e statali
b) utilizzarle per le scuole paritarie private
La questione oltre a decidere sul destino di oltre un milione di euro annui che il Comune di Bologna regala alle scuole private in barba all’art. 33 della Costituzione (non a caso il comitato promotore del referendum si chiama proprio art. 33) ha un’importanza che valica i confini della città emiliana ed assume rilievo nazionale.
Le polemiche sulla destinazione di fondi pubblici alla scuola privata, resa possibile grazie alla legislatura Prodi-D’Alema-Amato imperversata dal 1996 al 2001 (una legislatura sinistra sotto ogni punto di vista tranne quello politico), non sono stati infatti mai sopite nonostante l’allegro accordo delle forze politiche di centrodestra e centrosinistra che sulla questione non vogliono sentir ragioni.
Recentemente Curzio Maltese prima e l’Uaar poi hanno stimato che il costo pubblico della sovvenzione pubblica alle scuole private in oltre ottocento milioni di euro annui, di cui la maggiorparte derivante proprio dalle amministrazioni locali. Il tutto nonostante la scuola pubblica riceva sempre meno soldi dallo Stato e dalle suddette amministrazioni.
Non stiamo a ricordare le giustificazioni piovute prima da oltretevere e poi riprese fin nei minimi dettagli dal politicume italico sul cui livello etico, amministrativo e logico si può solo stendere il più classico dei veli pietosi.
Del resto stando a quanto ci raccontano i Wu Ming sul loro blog ospitato da “Internazionale” il livello delle argomentazioni con cui Pd e Pdl stanno inondando i cittadini bolognesi cercando di convincerli a mantenere il finanziamento ai privati non è di certo molto diverso. Si va dall’abuso della parola laicismo al solito ribaltamento della frittata dove chi rivendica dei diritti è accusato di ideologia.
Non sappiamo se il comitato promotore riuscirà a portare a casa la vittoria referendaria nonostante il dispiego di forze corazzate impiegato dai filo-clericali di destra e sinistra, di certo una vittoria l’ha già ottenuta ed è quella di far parlare del problema e di smuovere le sonnolente acque della politica italiana che relega la laicità sempre all’ultimo posto delle tematiche da affrontare.
Alessandro Chiometti
p.s. si può sottoscrivere il supporto al Comitato promotore del referendum QUI!