Come già successo nel 1998 Romano Prodi si rivela incapace di portare a termine il suo mandato governativo e cade, tradito questa volta dalla parte “moderata” della sua coalizione; alla impietosa conta dei voti in senato ne mancano almeno cinque e la barca affonda.
Perdonatemi se da laico e uomo di sinistra (come mi ritengo) non mi straccio le vesti, non mi cospargo il capo di cenere, non grido trafitto dal dolore e soprattutto non rimpiango questo governo, per cui (purtroppo) ho votato anch’io nel 2006.
Sarà forse a causa del fatto che le cosiddette leggi vergogna emanate dal governo Berlusconi II sono tutte ancora presenti nel nostro ordinamento giudiziario, sarà il fatto che niente (o quasi) di ciò che era stato promesso nel programma dell’Unione è stato fatto, sarà che in questi due anni nessuno ha provato neanche a toccare l’ignobile legge 40 sulla PMA, ma io non trovo un solo motivo per rimpiangere Romano Prodi e la sua claque di governo.
Ovviamente l’unico motivo nell’essere dispiaciuti di questa caduta sta nel fatto che ora, stando a tutte le previsioni, dovrebbe tornare il governo clericalista di Berlusconi e Fini, tuttavia se questa minaccia è stata sufficiente nel 2006 a trascinarmi alle urne di certo non lo sarà più nel prossimo futuro.
Chi una volta eletto non mette mano alle leggi per cambiare REALMENTE il paese (e mi riferisco ovviamente al conflitto d’interesse che in sette anni di governo comprese le legislature di centrosinistra precedenti non è mai stato neanche discusso) o è un inetto (nella migliore delle ipotesi) o è d’accordo con il suo avversario per mantenere lo status quo.
Quindi la invocazione bushista (e fascista) della chiamata alle armi (o al voto) al grido di “chi non è con me è contro di me” questa volta la respingerò al mittente e voterò solo se ci saranno forze di governo realmente laiche e realmente di sinistra. Ma soprattutto solo se queste saranno indipendenti da quelle forze clericaliste e reazionarie che hanno paralizzato l’azione del governo Prodi in questi due anni.
Non è certo colpa di noi elettori se chi aveva avuto il mandato per governare il paese ha impiegato le sue forze in altre faccende, come quella di costruire un Partito Democratico di cui nessuno sentiva la mancanza (se non gli orfani della Democrazia Cristiana).
Non è certo colpa di noi elettori se le forze della presunta sinistra radicale hanno accettato compromessi in nome della governabilità del paese e in nome di cambiamenti futuri che puntualmente non sono mai arrivati.
Non è certo colpa di noi elettori se questo governo è stato così debole da non saper far altro che soccombere ad ogni ingerenza vaticana, dalla legge 40 al caso “la Sapienza” abbiamo assistito ad un continuo pronarsi alle richieste vaticane senza un minimo di dignità laica degna di tal nome.
Non è certo colpa degli elettori se in questi due anni si è continuato ad umiliare la scuola pubblica e a regalare soldi a quella privata nonostante il vuoto delle casse statali.
È altresì evidente che non sarà più possibile sventolare lo spauracchio “Berlusconi” per recuperare l’enorme perdita di consensi del centro sinistra, la minaccia dello spauracchio è finita ad Aprile 2006, se in due anni (o quasi) una forza di governo è incapace di risolvere “IL” problema che l’ha portata ad unirsi, può essere definita solo come incompetente ed incapace.
Mi sono davvero stancato di dover scegliere “il meno peggio”; io voglio votare solo se c’è chi del mio voto è degno, altrimenti molto meglio non votare per non legittimare il quotidiano scempio che da quindici anni a questa parte le forze politiche, di qualunque estrazione, stanno perpetrando ai danni delle istituzioni democratiche e della costituzione del nostro paese.
Quindi, bando alle ciance, e fatevi sotto con proposte politiche serie. Dimenticando lo spauracchio Berlusconi e assumendosi (finalmente) le proprie responsabilità.
Il tempo di credere agli orchi cattivi e agli eserciti del bene è finito.
Alessandro Chiometti