Il tempo è stato clemente, anche il vento si è placato. Noi volontari di Civiltà Laica, dell’UAAR e dei Radicali Italiani abbiamo potuto raccogliere le firme per la nostra proposta di deliberazione consigliare di iniziativa popolare che impegnerà il comune di Terni a decidere in merito all’istituzione o meno di un registro dei Testamenti Biologici nella nostra città.
La fila per firmare è congrua in appena due giorni abbiamo raccolto più di 140 firme, quasi metà del quorum necessario.
La gente, in genere, è contenta. Ci ringrazia dell’iniziativa, spesso sottolineando la loro firma con dichiarazioni del tipo “ te firmo, perchè ‘sti preti hanno proprio rotto i coglioni!” oppure con “vorrei proprio vedè chi deve decide al posto mio su come devo da morì”, o ancora “io te firmo, anzi se po’ firma’ pure per sposta’ il vaticano in Africa?”.
Ma non tutti sono uguali, basterebbe lo sguardo che una bella ragazza mi ha rifilato quando gli ho chiesto “una firma per il testamento biologico?” a riassumere tutto il disprezzo catto-integralista per il nostro operato. Non poteva avermi guardato peggio se le avessi proposto chissà quale gesto osceno in pieno Corso Tacito.
Ma al disprezzo integralista ci siamo abituati, così come alla disinformazione, riassumibile nella frase “ma che fai firmi? Questi se stai male te vogliono leva’ le cure”. Il più delle volte queste persone firmano convintamente dopo che gli abbiamo spiegato che nel proprio Testamento Biologico ognuno ci scrive quello che ritiene giusto, compreso il fatto di non staccare mai alimentazione, idratazione e ogni qualsivoglia terapia medica che si ritiene necessaria.
Poi esiste l’ultima categoria di persone, quella che “di queste cose non si parla”, “e perché mai signora?” “come perché, non vorrai mica che me porto sfiga da sola, no?”; o del “Che fai me la stai a tira‘?”, o del fantastico: “Testamento Biologico? Guarda non so che è ma lu nome già me mette paura da solo”, o andando sul classico “ah le’, me sa proprio che tu me voli porta’ sfiga!”
Sfiga permettendo raccoglieremo le firme di coloro che non sono superstiziosi e quasi sicuramente impegneremo il comune in una decisione che, comunque vada avrà un significato politico pesante. Speriamo che il consiglio comunale di Terni si dimostri degno di una città illuminata e non cada in beghe clericaliste e opportuniste.
Alessandro Chiometti