Stamani (26 Gennaio 2015) i mass media locali, sia cartacei che on line, davano grande risalto alle parole del Vescovo di Terni, Giuseppe Piemontese che si allinea al modo di pensare dettato dal suo superiore Papa Francesco I qualche giorno fa.
In buona sostanza, tralasciando i giri di parole: non si deve uccidere però quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata perché i sentimenti religiosi non vanno offesi.
Le parole del vescovo, riportate come al solito senza un qualsiasi commento critico o confrontate con un punto di vista diverso, quindi confermano che la Chiesa Cattolica è ben lontana da l’accettare quello spirito di tolleranza che nasce da Voltaire che è alla base delle democrazie moderne. Del resto la politica fino ad oggi ha sempre concesso che per la Chiesa ci sia un regolamento di favore che la solleva da ciò che vale per i comuni mortali, quindi è ovvio che tutt’oggi nel 2015 gli alti prelati continuino a rivendicare privilegi anacronistici che pesano sulla società tutta.
Come è ovvio a chiunque abbia una mente critica e non indottrinata dalla sacralità cattolica, ne’ il vescovo di Terni ne Papa Francesco I hanno il diritto universale di decidere cosa è sacro e cosa non è sacro. Chiunque può ritenere “sacra” una cosa, un ideale, una persona che non rientra nei canoni cattolici. C’è chi può ritenere sacro il marxismo, chi il fascismo, chi i Carabinieri, chi la figura di Berlusconi chi quella del Dalai Lama.
Se bastasse che qualcosa sia “sacra” per qualcuno per non poterci ridere sopra (altrimenti si offendono delle persone) in breve tempo non si potrebbe ridere o scherzare su alcunché.
Tanto più ridicolo sarebbe pensare di dare a qualcuno l’autorità per decidere su cosa è sacro e cosa non lo è perché è lapalissiano che “qualcuno” non rappresenterà mai “tutti”.
Del resto per fare un esempio antipatico, chi scrive ritiene altamente offensivo per la ragione e per la natura tutta, sostenere che una donna possa aver partorito rimanendo vergine prima dopo e durante il parto. Tuttavia, sempre chi scrive non solo non si arma di kalashnikov per vendicare questa offesa alla natura ma nemmeno chiede che questa amenità teologica venga censurata.
Questa è la differenza tra tollerare l’idea del prossimo ed essere intolleranti, fra capire che qualcuno può trovare ridicolo e quindi riderci sopra di cose che noi consideriamo “sacre” e inveire contro di lui appellandosi a censure e autocensure di gusto medievale.
Del resto è la differenza fra chi è veramente laico e chi continua a giustificare, se non apertamente in modo subdolo fra le righe, l’atto di violenza con un aberrante “però se la sono cercata”. E qui non si parla solo di Charlie Hebdo ma il discorso può essere esteso ai casi di stupro e femminicidio.
Sapevamo fin dal primo giorno che ci sarebbero stati “distinguo” e “giustificazioni” per i fatti di Parigi, quindi non ci sorprendono ne’ Papa Francesco I ne’ il vescovo di Terni, ma a volte è proprio triste non essere smentiti.
Alessandro Chiometti