Chiesa e Silvio, due pesi e due misure

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Gianni Barbacetto sul sito di MicroMega

La Chiesa cattolica è coerente, dal suo punto di vista, quando
distribuisce scomuniche, precetti morali e indicazioni politiche.
Peccato lo faccia in maniera politicamente selettiva: severissima, per
esempio, con chi vuol decidere della sua vita e della sua morte,
estremamente tollerante con un corruttore di giudici, di testimoni e di
minorenni.
Ecco infatti come risponde su Silvio-Noemi un campione del
cattolicesimo, Giorgio Vittadini, fondatore della Compagnia delle Opere
e oggi presidente della Fondazione per la sussidiarietà: «Vede, io
credo molto nel peccato originale e me lo sento addosso. E questo
riguarda tutti: chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Si figuri
se mi metto a giudicare come fossi un Torquemada il comportamento
morale degli altri».


«Non possiamo fare una questione politica di fatti specifici, dallo svolgimento dubbio, costruiti attraverso inchieste giornalistiche, quasi si volesse dare loro un valore giudiziario. I fatti da appurare sarebbero infiniti e si ricreerebbe quel tipo di sospetto generalizzato di cui abbiamo sofferto nel dopo Tangentopoli». «La questione morale è una tensione al vero, non soltanto una coerenza». «I vescovi hanno detto che oggi come ieri, in Italia, di questioni morali ce ne sono tante, ed è giusto tenerle vive tutte. Hanno aggiunto: "Ognuno ha la propria coscienza, la propria capacità di giudizio"». «Adesso c'è un governo in azione che deve rispondere dei suoi atti, abbiamo problemi gravi da affrontare. E chi ha votato, cattolico o no, ha il diritto di avere un governo che governi, senza altre interferenze». «Don Giussani (…) spiegava che l'essenziale è la devozione sincera al bene comune e la competenza reale adeguata. Su questo giudica un cristiano. Io valuto un governo sul fatto che tuteli la dignità della persona, favorisca la sussidiarietà come welfare partecipato dalla gente, sviluppi la libertà di educazione e così via. Se è così, bene. Dopodiché (Berlusconi) risponderà del suo comportamento davanti a Dio, se ci crede». «Vede, io sono per una visione laica della politica. Non mi pongo il problema Berlusconi e valori cattolici. Piuttosto mi chiedo: che cosa ha fatto di positivo? E penso tra l'altro al libro bianco, alla politica estera, alla gestione delle emergenze come in Abruzzo, alla tutela della vita. Punto». (29 maggio 2009)

10 Giugno 2009   |   articoli   |   Tags: