Dieci anni fa uscì questo piccolo capolavoro che lanciò Kevin Smith
come uno dei pochissimi registi in grado di capire e rappresentare
quella "Generazione X" americana così sfuggente da far impazzire
sondaggisti, designer, stilisti e chiunque si occupi di catalogare e
analizzare "la massa".
Clercks divenne immediatamente un film di
culto, di nicchia se vogliamo, ma praticamente conosciuto a tutti i
ragazzi di una certa età.
Dante e Randall, ovvero i commessi meno "politically correct" della storia guardano dal loro bancone il mondo che gli passa davanti e giudicano, commentano, filosofeggiano, pontificano su la vita, il sesso, il cinema, le donne, la droga… senza filtri, senza preoccuparsi dell'offensività delle loro parole per gli altri. Forse gretti, forse volgari, ma comunque cinici ed esilaranti fino all'inverosimile.
Oggi ritornano dopo l'incendio del piccolo supermarket dove lavoravano sono dietro il bancone di un fast food, non hanno più vent'anni ma trenta. Dante si vuole sposare mettere la testa a posto e andare in Florida lasciando il New Jersey che in realtà ama ma la sua futura moglie odia, Randall invece è sempre lo stesso, per lui l'importante è sempre affermare l'importanza di sperimentare il sesso più fetish, di criticare il perbenismo che ha portato a considerare la parola "muso nero" come un insulto razziale, di affermare e ribadire che "… di ritorno ce n'è solo uno e non è del Re ma dello Jedi" di fronte alle generazioni che hanno altri miti.
Volete un motivo in più per vederli entrambi?
Basta leggere la valutazione pastorale dal sito www.chiesacattolica.it che dice:
" la vicenda del commesso-protagonista può sembrare l'ordinaria giornata di chi deve resistere dietro il banco di un piccolo emporio a disposizione delle stravaganti pretese dei più imprevedibili clienti. Ma il film è un "non film" girato com'è in un paio d'interni da una cinepresa fissa, a brandelli narrativi e senza un minimo di regia. L'aspetto più grave è che un giovane statunitense vomiti sullo schermo, anche con una certa verve gaglioffa, tutto il disagio e la rabbia che ha dentro per un mondo che chiaramente sente insulso e vuoto, usando, talora in modo disarticolato, velleitario, ridondante, talvolta peccando in ingenuità narrative che rivelano l'esordiente, un linguaggio volutamente provocatorio, disgustoso, dissacrante"
Chissà forse il fatto che Kevin Smith è il regista di Dogma può aver influito sulla valutazione? Mah… intanto gli attori di Hollywood più famosi fanno a gara ad apparire con dei cameo nei suoi film, stavolta tocca a Ben Affleck, Kevin Weisman e Jason Lee.
Peccato che, stranamente, anche questo film come Dogma in Italia venga mal distribuito.
Clerks I e II
di Kevin Smith