1) Questa VERITÀ, sconvolgente (d'altra parte, sconvolgere le "relativistiche" concezioni dei profani pertiene/appartiene alla natura propria della VERITÀ), è stata finalmente svelata al mondo dal Pontefice, quando, Domenica 2 Ottobre 2005, ha pronunciato l'Omelia [1] nella Basilica Vaticana, per l'Apertura della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
2) Questa rivelazione va assaporata e meditata nella sua interezza:
"Noi uomini, ai quali la creazione, per così dire, è affidata in gestione, la usurpiamo. Vogliamo esserne i padroni in prima persona e da soli. Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato. Dio ci è d'intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato.
La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia.
Laddove però l'uomo si fa unico padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia. Là può dominare solo l'arbitrio del potere e degli interessi". [2]
3) L'improbabile lettore di CIVILTÀ LAICA avrà notato che, nel "Vangelo secondo Benedetto XVI", non si parla neppure più di una presenza di Dio anche nella sfera pubblica, ma si ingiunge di non rifiutargli il "dominio pubblico".
Chi si ostina nel rifiuto è, nel contempo, avvertito, smascherato ed etichettato: non è tollerante, bensì ipocrita, e ben gli sta!
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