Cerchiamo di riassumere e fare un po’ di chiarezza la situazione a Terni per le famiglie che devono affrontare un funerale, perché si sa non basta il lutto bisogna affrontare anche la burocrazia.
Premettiamo che chi segue la tradizione della maggioranza (rito cattolico nella chiesa cattolica, tumulazione nella tomba di famiglia o nei loculi) ha di certo la strada facilitata per alcune questioni (prima fra tutte quella di trovare un luogo idoneo dove celebrare le esequie), ma non è esente dalle tasse sulla morte; del resto se non si tassa la morte nella città dell’amore… (perdonateci la facile ironia, ma è molto meglio che ci ridiamo sopra su certe demenzialità amministrative).
Ad ogni modo il “caro” estinto a Terni è diventato fin troppo caro non certo con la nuova giunta Bandecchi (la lettera della Socrem pubblicata da alcuni giornali locali sbaglia bersaglio in tal senso) ma grazie alle due giunte precedenti, Di Girolamo e Latini.
In realtà ricostruire l’altalena dell’entità delle gabelle sui funerali è impresa ardua viste le continue marce indietro e annunci in periodi pre-elettorali.
Fatto sta che dal 2018 in poi gli aumenti per queste tariffe sono stati enormi e hanno causato la protesta anche di molte imprese di pompe funebri locali che hanno cercato di ricordare di come queste colpissero direttamente i cittadini, per di più in un momento difficile come quello del lutto.
Stando alle notizie forniteci direttamente da queste imprese possiamo dire che l’ultimo aggiornamento sulle tariffe cimiteriali c’è stato nel gennaio 2023 (giunta Latini) che era tornata sui suoi passi togliendo parte degli aumenti da loro stessi fatti negli anni precedenti; ecco quindi l’importo attuale di alcune tariffe.
La tumulazione di una bara costa 170€, quella di un’urna cineraria 80€.
L’inumazione costa 800€ con frontalino, 640€ senza (dicevamo della necessità di prendere certe cose con ironia); quella di un urna cineraria 340€. Si possono inumare anche feti ed arti alla modica cifra di 60€.
La semplice dispersione delle ceneri costa ben 230€, ma ancora più incomprensibile è la tariffa per l’affidamento dell’urna cineraria ad un privato: 310€.
Riesumare un cadavere costa 220€, estumularlo 270€ ma, udite udite, se lo dovete estumulare per traslarlo e quindi cambiargli loculo c’è l’offerta speciale! Estumulazione e nuova tumulazione alla modica cifra di 370€ (ben il 15,9% di sconto!). Ancora più magnanimo è il Comune di Terni per estumulazioni temporanee (ad es. per lavori) nelle tombe private, con la successiva ritumulazione nello stesso loco: il costo è di appena 290€ (come è umano lei!).
Ovviamente, ca va sans dire, tutte queste sono solo tasse! Non è certo compreso, ad esempio, il costo del muratore che viene a fare la tumulazione o l’estumulazione.
Crediamo, nelle nostre reminiscenze risalenti a passate ere civili prima che tutto andasse a rotoli, di aver sentito parlare di etica tributaria e di contratti sociali. Per cui una richiesta di tributo da parte di uno Stato o dei suoi enti era dovuta o alla ridistribuzione del reddito o al fornire maggiori servizi al cittadino. Se dal 2018 in poi a Terni i contributi per questi servizi cimiteriali sono aumentati in alcuni casi anche del 300% viene da chiedersi cosa è stato fornito in cambio ai ternani.
Di certo non c’è stato un miglioramento della Sala Comunale del Commiato Laico che versa in uno stato ai limiti della vergogna (con tutto che è stata concessa molto recentemente, era appena il 2014!) e chi vuol vedere garantita la decenza della celebrazione è meglio che si rivolga a qualche agenzia funebre privata di buona volontà che nel frattempo si è attrezzata (viste le sempre più numerose richieste).
Altrettanto sicuramente a Terni non c’è ancora un forno crematorio; quindi alle gabelle di cui sopra, per disporre come si vuole delle ceneri del de cujus, vanno aggiunti anche i costi per il trasporto andata e ritorno dalle salme da Perugia o Viterbo e, guarda un po’, un’altra gabella da 150€ per il trasporto delle salme fuori dal territorio comunale.
Sinceramente è un po’ arduo giustificare tutti questi tributi con l’individuazione di una zona adatta per disperdere le ceneri fuori dal cimitero, e ci sembra già di sentire giustificarsi i membri delle passate amministrazioni con la solita litania: “Ma è così dovunque!”
No. Basta fare un breve giro sul web per vedere che in realtà molti comuni italiani, forse la maggioranza, queste tariffe le tengono a zero o a livelli simbolici per non gravare su famiglie che già stanno sopportando un lutto. E del resto fino al 2018 a Terni era così, per quasi tutte le voci di cui sopra si pagava semplicemente qualche bollo amministrativo. Roba da poche decine di euro.
Speriamo, consapevoli che non è facile per nessun amministratore della Cosa Pubblica rinunciare a qualche entrata, che la nuova giunta che ha rotto l’alternanza centrodestra – centrosinistra- centrodestra si dimostri innovatrice anche in questo settore.
Alessandro Chiometti