E così, a quanto sembra, anche il mitico “Progetto Mandela” di Marcello Ricci e Irene Loesch alza le mani in segno di resa.
25 anni di storia, una realtà che ha visto passare per gli angusti locali sottostanti al liceo Galilei un numero sconfinato di ragazzi (duemila? tremila? Quasi impossibile la quantificazione) tra i 14 e i 20 anni che hanno imparato a recitare, scrivere spettacoli, comunicare con vari mezzi, socializzare e costruire qualcosa insieme che li accompagnasse poi per il resto della vita.
Dopo “l’ultimo spettacolo” del 30 Aprile scorso il Progetto non potrà più tenere aperti i suoi laboratori per otto mesi all’anno come ha fatto fin’ora; quindi, quanto meno, si dovrà drasticamente ridimensionare a meno che non arrivino aiuti inaspettati.
Le colpe? Ovvio, la crisi economica, l’austherity, l’azzeramento dei fondi per la cultura ecc.
“Con la cultura non si mangia” diceva un Tremonti costretto ad essere la caricatura della sua caricatura messa in scena da Corrado Guzzanti, e qui a Terni stiamo applicando alla lettera i suoi “consigli”.
Eppure due domande ci vengono spontanee in seguito alla chiusura del Progetto: quanto costava mantenere aperto il progetto? E, soprattutto, quanto valeva il Progetto per Terni?
Partendo dalla seconda domanda, quanto vale seguire oltre un centinaio di ragazzi l’anno, sensibilizzandoli alle attività artistiche, ai diritti umani, imparando ciò che può divenire anche un mestiere facendo conoscere loro tutte le attività che orbitano intorno al teatro, dal realizzare dei costumi di scena ad occuparsi del mixer? Si sentono sempre parlare i politici delle loro preoccupazioni per i “ggiovani”, alle prossime elezioni provate a chiedere cosa hanno fatto qui a Terni per salvare il Progetto Mandela.
In particolar modo chiedetelo a quelli che attualmente governano quell’ente chiamato “provincia” che ha ben pensato di pretendere l’affitto per dei locali fatiscenti che solo grazie al Progetto non sono invasi dai topi.
Una volta stabilito quanto vale una realtà del genere, chiedetevi se è possibile che in Umbria fra Regione, Provincia di Terni e Comune di Terni non si riescano a trovare poche decine di migliaia di euro per permettere la continuazione di un attività così meritoria.
Perché è questo che il Progetto chiedeva, non budget milionari per portare chissà quale ospite internazionale. Ma pochissimi soldi per continuare a garantire l’accesso gratis a un centinaio di ragazzi ai suoi laboratori.
Impossibile? Vedremo, di certo la chiusura del Progetto non sarà ne’ silenziosa ne’ indolore, e soprattutto non sarà dimenticata.
Alessandro Chiometti